Oggi vorrei offrirvi questo scritto in cui Franca racconta la storia della famiglia Rame, attori da più di quattro secoli, e le cui radici risalgono addirittura alla Commedia dell’Arte.
Dario Fo
“Nella mia famiglia eravamo tutti attori e andavamo recitando nell’alta Lombardia. Il repertorio di questo gruppo era talmente ricco di commedie, drammi, farse, da permettere alla compagnia di recitare per mesi sulla stessa piazza, cambiando spettacolo ogni sera. Nessuno di noi aveva bisogno di ripassarsi la parte, conoscevamo a memoria ogni testo!
Il poeta di compagnia, che era lo zio Tommaso, riuniva gli attori e distribuiva i ruoli, ricordava la trama descrivendola per quadri e atti, quindi affiggeva in quinta la scaletta dove erano scritte le varie entrate e l’argomento di ogni scena. Succedeva anche che si allestisse un lavoro completamente nuovo tratto da un fatto di cronaca o da un romanzo. Lo zio-poeta, allora, leggeva ai componenti della compagnia il canovaccio da lui approntato, corredandolo di tutti i particolari più vivaci e interessanti, quindi distribuiva i ruoli. Non si eseguivano prove di sorta, si saliva sul palcoscenico e, dopo aver dato un’occhiata alla scaletta delle sequenze e delle entrate, si partiva completamente all’improvviso. O, come dicevamo nella mia famiglia, all’improvvisa.
Ognuno conosceva un’infinità di dialoghi appropriati che naturalmente variava per l’occasione; e soprattutto conosceva a menadito i soggetti d’apertura e di chiusura, cioè le frasi e i gesti convenzionali che avvertivano gli altri interpreti delle varianti, dei cambi di situazione o dell’approssimarsi di un finale di quadro, d’atto o di spettacolo.
Ma se l’attore non possedeva l’innesto della fantasia e del famigerato dono dell’andare all’improvvisa, cioè la facoltà di dare ogni volta l’impressione di dire cose nuove e pensate in quell’istante, qualsiasi altro espediente di sua conoscenza sarebbe risultato inutile.”
Il 31 maggio 2013, migliaia e migliaia di cittadini milanesi di tutte le età ed estrazione sociale sono accorsi al Teatro Strehler per rendere l’ultimo affettuosissimo omaggio a Franca Rame che, nella sua splendida “Lettera d’amore a Dario”, aveva scritto: «Penso anche al mio funerale e qui, sorrido. Donne, tante donne, tutte quelle che ho aiutato, che mi sono state vicino, amiche e anche nemiche…vestite di rosso che cantano ‘Bella ciao’».
È stato proprio così il tributo a un donna piena di gioia e di intelligente ironia.
Poche settimane fa mi son ritrovato a vedere, in televisione, una sua intervista. A un certo punto il cronista le aveva chiesto com’era stata la sua vita a fianco di Dario Fo. Lei aveva risposto: «I monumenti hanno sempre sotto un basamento», e poi era scoppiata in una di quelle sue risate solari e contagiose.
La nostra prossima stagione, che per simbolo ha un’eloquente scarpetta rossa, è dedicata e ispirata a lei, alla sua straordinaria capacità di unire satira, comicità e teatro popolare con l’impegno politico e sociale rivolto soprattutto alle persone più povere e umili.
A inaugurare e chiudere la stagione sarà “Coppia aperta, quasi spalancata” di cui, come ha detto scherzando Fo, «l’autrice unica è stata Franca. L’ho sempre tenuto nascosto per gelosia”, il lavoro forse di maggior successo della coppia, con più di seicento edizioni nel mondo.
In cartellone molte storie al femminile, spettacoli comici e d’impegno civile, tutti di drammaturgia contemporanea, con undici prime nazionali e tre prime milanesi.
Renato Sarti
IL CARTELLONE
6 – 26 OTTOBRE 2014 e 6 – 11 LUGLIO 2015 PRIMA NAZIONALE
produzione Teatro della Cooperativa
COPPIA APERTA, QUASI SPALANCATA
di Dario Fo, Franca Rame
con Alessandra Faiella, Valerio Bongiorno
regia Renato Sarti
scene e costumi Carlo Sala / musiche Carlo Boccadoro / disegno luci Luca Grimaldi
Si ringraziano Lunatica Festival e Festival dei Tacchi.
Dario Fo e Franca Rame hanno scritto “Coppia aperta, quasi spalancata” nel 1982, in un periodo in cui l’Italia, grazie ai movimenti di contestazione e soprattutto al contributo di quello femminista, cominciava a svincolarsi dal giogo clerico fascista, come avevano dimostrato l’approvazione delle leggi sul divorzio, l’aborto e l’annullamento del delitto d’onore. Si dovrebbe dedurre quindi che “Coppia aperta, quasi spalancata” sia oggi un testo superato? Assolutamente no. Secoli di repressione e di machismo non spariscono al primo colpo di tosse. Per di più negli ultimi vent’anni le forze reazionarie hanno cercato di minare alla base i grandi mutamenti culturali e le conquiste civili ottenute. Se è vero che le lancette della storia non si possono portare indietro, è altrettanto vero che il testo è sempre attuale e porta il pubblico, soprattutto quello maschile, a riconoscersi nel personaggio sul palco e a dire: “Caspita, ma quello sono io”. Mettere in scena oggi questo spettacolo significa non solo ricordare un’attrice, una donna straordinaria che ha dato tanto a tutti noi e ha pagato fino in fondo le sue scelte, ma anche rendere omaggio alla sua intelligenza e al suo talento. Proprio perché il compito non è dei più semplici, ci siamo affidati alla bravura e alla verve di Alessandra Faiella che, grazie ai recenti successi e la grande maturità attoriale raggiunta, è una delle regine del “far ridere facendo pensare”.
Sul palco, accanto ad Alessandra, che ha avuto la fortuna di lavorare all’inizio della sua carriera proprio con la coppia Fo-Rame ne “Il Papa e la strega” e di ricevere il generoso aiuto di Franca per la messa in scena di “Sesso? Grazie, tanto per gradire!”, c’è un attore d’esperienza come Valerio Bongiorno, capace di superare la caratterizzazione brillante, ed esteriore, e di dare al ruolo del marito il giusto spessore. A dirigerli Renato Sarti, interessato a sottolineare la forza comunicativa e l’attualità di questo testo che, anche se procede con il passo grottesco della commedia, in un susseguirsi continuo di dialoghi serrati, situazioni ai limiti del paradosso e colpi di scena tragicamente comici, parla delle dinamiche sentimentali che legano una coppia oggi come ieri. Un testo che denuncia l’arretratezza emotiva, culturale e affettiva di certi uomini “sempre arrazzati” e soprattutto pronti a menar le mani, quando non a far di peggio, e valorizza la sensibilità e l’ironia di donne come Antonia, eroina di tutte le mogli tradite e trascurate, capace di dire: “Tutte ’ste storie di letto, letto, sempre letto! Con tutti i mobili che ci sono per casa…”.
7 – 9 NOVEMBRE 2014 PRIMA MILANESE
produzione Associazione Festival del Teatro e della Comicità Città di Luino
DA LEGGIUNO IN NAZIONALE
testo e regia Francesco Pellicini
con Francesco Pellicini, Matteo Carassini, Paolo Pellicini, Fazio Armellini, Max Peroni
Spettacolo di teatro canzone interamente costruito sulla figura di Gigi Riva, fuoriclasse del calcio italiano nato e cresciuto a Leggiuno, sul Lago Maggiore. Aneddoti di paese e testimonianze video ne svelano l’aspetto umano. A parlare sono Ubaldo Costantini, il suo padrino, Giovanni Costantini, suo grande amico e primo estimatore, ed infine l’ex calciatore Luigi Cerutti, capo reparto nella fabbrica di ascensori in cui Riva, quattordicenne, trovò impiego prima di diventare “Rombo di Tuono”.
Quale miglior modo per festeggiare i settant’anni di una leggenda vivente se non con il solo spettacolo ad avere il suo placet?
14 – 23 NOVEMBRE 2014
produzione Jacovacci e Busacca
CHE GUSTI CI SONO
di, con e regia Rosario Lisma
Autobiografia definitiva di uno che ha una vita davanti. Storie private, di famiglia, di sapori lasciati, di identità da costruire, di giovani “fuorisede” che a diciott’anni lasciano la Sicilia per il continente, non più per le fabbriche ma per le università, non più con le valigie di cartone ma con i trolley, che però, esattamente come quelli di quarant’anni fa, hanno fame di calore e amore. Un racconto in forma di monologo che si guarda alle spalle e si ride addosso. Che non ha vergogna della verità: senza un po’ di tenerezza si corre il rischio di rimanere tristi.
28 NOVEMBRE – 14 DICEMBRE 2014 PRIMA NAZIONALE
produzione Teatro della Cooperativa
IL CARNEVALE DEI TRUFFATI
di Piero Colaprico
con Renato Sarti, Bebo Storti
regia Renato Sarti
scene e costumi Carlo Sala
musiche Carlo Boccadoro
Su una collina misteriosa, litigando, discutendo, cercandosi, salgono due persone: il commissario Calabresi e l’anarchico Pinelli. I due sono fisicamente soli, ma intorno a loro si levano le voci, ora amare, ora rassegnate, di altre vittime di terrorismo e di stragi. Anche dal cielo proviene una voce: è quella di un dio, ironico ma giusto, indignato ma costruttivo, che compare sulla scena per rimandarli per un breve periodo sulla terra, oggi, a Milano. Incontreremo di nuovo questa strana coppia sulla stessa collina mentre, in cammino, si racconta quanto appreso dalla straordinaria esperienza vissuta; ci saranno accenni alle torri gemelle, alla primavera araba, ma soprattutto all’Italia di Silvio Berlusconi, con riflessioni tragicomiche su “chi eravamo” e su come sia stato possibile arrivare dove siamo.
Quando la giustizia non compie il suo corso, per nemesi storica, rimangono delle voragini che verranno inevitabilmente colmate in un modo non consono. A distanza di decenni le tante stragi italiane avvolte nel mistero – da Portella della Ginestra a piazza Fontana, dall’Italicus a Ustica – creano ancora reazioni forti, come se fossero avvenute ieri. Sono piaghe aperte, che forse trovano alimento all’interno delle divisioni che lacerano ancora oggi il nostro Paese.
Mettere in scena un testo che ha per protagonisti personaggi come Pinelli e Calabresi, e le voci delle tante vittime di stragi e terrorismo, fa tremare le vene ai polsi. Noi però riteniamo che sia necessario, non solo perché nell’ultimo ventennio è diventata più forte l’esigenza di un teatro a difesa della memoria storica, e nemmeno per nostalgia di un periodo in cui lo scontro politico sconfinava nell’inconfessabile. Bisogna farlo per cercare di stabilire un contatto diretto fra quel passato e questo presente che, anche se non lascia scie di morti, tra nichilismo, indolenza e assenza di speranza, rischia di fare ancor più male. Ecco perché io e Bebo ci siamo appassionati a questo testo, nato dall’intelligente penna di Piero Colaprico, giornalista, inviato speciale per La Repubblica, autore di saggi e romanzi, che per il teatro ha già scritto il fortunato “Qui città di M”.
Renato Sarti
15 – 21 DICEMBRE 2014
produzione Laura Pozone
LOVE IS IN THE HAIR
di e con Laura Pozone
regia Laura Pozone e Marta Erica Arosio
supervisione artistica Walter Leonardi
Monologo brillante dal ritmo serrato che scandaglia l’universo femminile e mostra un ritratto ironico delle nostre abitudini e dei nostri pregiudizi.
Metti un negozio con molta personalità dove si incontrano da anni sempre gli stessi personaggi. Metti cinque donne e un parrucchiere, diversissimi tra loro, che inscenano ognuno la propria commedia. Un imprevisto li blocca nel locale per tutta la notte. Si scambieranno confidenze, si toglieranno la maschera e sveleranno le loro vere personalità. Tra spot pubblicitari e colpi di phon i pregiudizi cadranno come birilli e forse cadrà anche qualche extension.
26 – 31 DICEMBRE 2014 PRIMA NAZIONALE
produzione POP 451
NOTIZIE DI M (titolo provvisorio)
di e con Walter Leonardi e Flavio Pirini
Mantenendo sempre un filo teso con la tradizione del teatro canzone e del cabaret classico milanese, Leonardi e Pirini – non ufficialmente un duo – elaborano una forma tutta loro di condividere palco e scena, dove le peculiarità si alimentano nello scambio. Il mondo raffinato, notturno, cantautorale di Pirini si fonde, infatti, alla qualità attoriale e di monologhista di Leonardi, per un’esperienza assolutamente originale di comicità e poesia.
Protagonisti di questo appuntamento saranno canzoni, monologhi, dialoghi, racconti di amori, di quotidianità, di sfortune, dal sapore tutto milanese.
9 – 11 GENNAIO 2015
produzione Compagnia Frosini/Timpano
ECCE ROBOT!
Cronaca di un’invasione
di, con e regia Daniele Timpano
Liberamente ispirato all’opera di Go Nagai
“Si trasforma in un razzo missile/con circuiti di mille valvole/ tra le stelle sprinta e va…”.
In principio era Goldrake. Ma era solo l’inizio. Tra resoconto delle trame degli episodi dei cartoni giapponesi e ricostruzione storica di un’invasione (quella dei serial nipponici nei palinsesti pubblici e privati, ma anche quella della televisione dentro le nostre teste), lo spettacolo ripercorre per frammenti l’immaginario eroico di una generazione cresciuta davanti alla TV nell’Italia delle stragi, del rapimento di Aldo Moro, delle Brigate Rosse, dell’ascesa di Silvio Berlusconi e delle sue televisioni.
12 – 18 GENNAIO 2015 PRIMA MILANESE
produzione A.T.I.R. Teatro Ringhiera
L’ETÀ PROIBITA
Appunti biografici di Marguerite Duras
di, con e regia Marìa Pilar Pérez Aspa
Per Marìa Pilar Pérez Aspa: “Marguerite Duras è una donna scomoda, una donna dalle parole forti, taglienti come frammenti di vetro, politicamente scorrette, che parla della casa, di amore – più che di storie di amore – di sesso, di stupidità umana, della scrittura. Una donna che beve, che ride, che ama quando ‘non dovrebbe’, quando sarebbe proibito anche vivere”.
“Cercavo da tempo – dice la Pérez – un testo che lasciasse un’eco a sipario chiuso, un testo che non consentisse di afflosciarsi in poltrona anzi, che portasse con se la stessa sensazione di dolore alle ossa che hai quando sei adolescente e stai crescendo, e fa male.”
26 GENNAIO – 1 FEBBRAIO 2015 PRIMA NAZIONALE
produzione Catartica
DISCORSO SUL METODO DELL’ATTOR COMICO
(Aprosdoketon)
di e con Flavio Oreglio
Un discorso comico sul comico, comicità al quadrato.
Un tributo simultaneo a Cartesio (Discorso sul metodo) e Petrolini (Discorso dell’attor comico), simboli dei grandi amori di Oreglio, scienza/filosofia e cabaret. Due discorsi che diventano uno, sia per rendere omaggio ai grandi maestri, sia perché il percorso narrativo dello spettacolo affronta in modo scientifico l’essenza del ridere. Il sottotitolo Aprosdoketon invece significa inatteso, inaspettato e la “sorpresa” costituisce l’intima essenza di quel gioco mentale che è il ridere. Perché senza “sorpresa” non si ride mai.
2 – 15 FEBBRAIO 2015 PRIMA NAZIONALE
produzione Canora
L’AMORE È
Un apostrofo rosa fra l’ipotalamo e la corteccia prefrontale
di Riccardo Piferi, Diego Parassole, Leonardo Manera
con Claudio Batta, Leonardo Manera, Diego Parassole, Stefania Pepe, Roberta Petrozzi
regia Marco Rampoldi
Perché scegliere tra uno spettacolo umoristico sull’amore, una lectio magistralis sulla chimica dei sentimenti e una commedia irresistibile sulla coppia e le tecniche di corteggiamento quando si può avere tutto insieme? Un affiatato gruppo di comici vi aiuterà ad affrontare con leggerezza la dura realtà: l’innamoramento non ha niente a che fare con il cuore! Dispiace per Petrarca, Shakespeare, Prévert e per tutti coloro che lo hanno esaltato all’inverosimile, ma l’amore è solo questione di testa… o meglio dei processi chimici del cervello. Non è molto romantico, ma qualcuno doveva pur dirlo.
23 FEBBRAIO – 1 MARZO 2015
PRIMA NAZIONALE
produzione Comici Associati
DA QUANDO HO FAMIGLIA, SONO SINGLE!
Monologo teatrale comico
di Riccardo Piferi, Claudio Batta
con Claudio Batta
regia Riccardo Piferi
Educare è la cosa più difficile del mondo. È passato tanto tempo da quando era sufficiente che un cucciolo di uomo imparasse a fare quello che facevano i genitori per poter affrontare la vita con una certa pratica. Adesso basta lasciare un bimbo troppo tempo da solo davanti alla tv, per crescere un estraneo che parla come Peppa Pig. Uno spettacolo che affronta, di petto, il tema della responsabilità genitoriale usando gli attrezzi della comicità plateale, dell’umorismo raffinato e di una tenerezza che non si può non provare nei confronti di una generazione in bilico tra l’essere genitore o figlio.
2 – 8 MARZO 2015
PRIMA NAZIONALE
produzione Le Brugole & Co.
PER UNA BIOGRAFIA DELLA FAME
Liberamente ispirato al romanzo di Amélie Nothomb
drammaturgia di Chiara Boscaro
con Annagaia Marchioro
regia Federico Manfredi
Liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Amélie Nothomb, il racconto, ironico e caustico, di un’esistenza famelica di esperienze e desideri. La storia di un amore difficile da imparare, quello verso se stessi.
Uno spettacolo dedicato a tutte quelle donne che non si sentono né abbastanza belle né abbastanza amate, che credono di non bastarsi abbastanza per essere felici. Uno spettacolo adatto a tutti quegli uomini che vogliono capire qualcosa delle donne che hanno accanto. E, infine, un lavoro necessario per far conoscere un testo da non perdere. Un romanzo che deve avere voce.
16 – 18 MARZO 2015
PRIMA NAZIONALE
NONOSTANTE VOI
Storie di Donne Coraggio
reportage teatrale di Livia Grossi
musica dal vivo di Andrea Labanca
primo spettatore Gigi Gherzi
Il valore della donna come individuo al di là dei tradizionali ruoli sociali di madre, moglie e figlia.
Il diritto di esistere e il prezzo che si paga. In scena testimonianze di donne italiane e straniere, e un ironico monologo sui requisiti necessari per ottenere un’ideale carta d’identità di donna.
Storie di resistenza al femminile raccolte sul campo da Livia Grossi, giornalista del Corriere della Sera, qui proposte, per la prima volta, in un unico reportage teatrale.
Un reading in continuo aggiornamento.
20 – 29 MARZO 2015
PRIMA NAZIONALE
produzione Mercanti di Storie
IL MATTO
ovvero io non sono Stato
spettacolo dei Mercanti di Storie
scritto e interpretato da Massimiliano Loizzi
Un’inchiesta di ordinaria follia sulle morti di Stato. Una farsa tragicomica, uno spettacolo di teatro civile in bilico fra satira e poesia, denuncia e intrattenimento, teatro comico e teatro di parola.
Un’indagine basata su fatti, testimonianze e atti processuali dell’omicidio di Giuseppe Pinelli.
In un’incredibile girandola di ingressi Loizzi dà vita a un monologo a venti voci, mantenendo un ritmo serrato che via via sale in un crescendo di sentita denuncia, un atto poetico che è anche atto civile e politico, con un finale sorprendente che urla a gran voce che l’unica giustizia possibile è la verità.
7 – 15 APRILE 2015
PRIMA NAZIONALE
produzione Teatro della Cooperativa
DALLA PARTE DI CHI RUBA NEI SUPERMERCATI
di e con Domenico Pugliares
Il fascismo, le leggi razziali, l’impreparazione alla guerra, le torture per i dissidenti, la retorica di regime, il comportamento nei confronti della mafia raccontati in maniera surreale, a volte comica e a volte poetica. Uno sguardo sul ventennio fascista senza retorica di parte, dove a parlare sono personaggi figli dell’immaginazione, alcuni verosimili e possibili, altri fantastici e improbabili. A legarli un filo comune, la lingua siciliana che, oltre a essere strumento narrativo viscerale, offre l’occasione di raccontare quel periodo storico dai “confini dell’impero”, dove è più facile dimenticare.
6 – 16 MAGGIO 2015 PRIMA NAZIONALE
produzione Teatro della Cooperativain collaborazione con Giovio 15
GUIDA ESTREMA DI PUERICULTURA
ovvero
Sfasciare il bambino non vuol dire farlo a pezzi
di Angela Demattè e Francesca Sangalli
con Alex Cendron
regia Renato Sarti
Una morbosa puericultrice, interpretata da Alex Cendron, tiene un’improbabile lezione internazionale sui temi della gravidanza e dell’allevamento dei neonati. Uno sproloquio vitale e divertente, scritto da due mamme drammaturghe alle prese coi loro neonati, che si compone di consigli sulla nuova vita con il bebè, con situazioni e scene che dissacrano la religiosa cura e delicatezza con cui viene normalmente trattato l’argomento. Uno spettacolo liberatorio per tutti coloro che hanno figli, e per chi non ne ha un’occasione per ridere di quei matti che si sono lanciati nell’avventura di avere un bambino.
25 – 30 MAGGIO e 8 – 13 GIUGNO 2015
FIDARSI È MEGLIO – Spettacoli scelti con il coinvolgimento del pubblico
Nel mese di giugno abbiamo chiesto al nostro pubblico di abbonarsi “al buio”, prima della presentazione dei titoli della stagione. Gli spettatori si sono fidati di noi e noi ricambieremo questa fiducia scegliendo insieme a loro alcuni titoli da mettere in scena nel corso della stagione.
17 – 27 GIUGNO 2015
produzione Teatro della Cooperativa
con il sostegno di Regione Lombardia – Progetto Next / in collaborazione con La Corte Ospitale
CHICAGO BOYS
di Renato Sarti con la collaborazione di Bebo Storti
con Renato Sarti, Elena Novoselova \ regia Renato Sarti
scene e costumi Carlo Sala \ video realizzati in collaborazione con Fabio Bettonica e N.A.B.A. – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano
Renato Sarti con il suo formidabile spettacolo è riuscito a raccontare con mezzi scarni ma poderosi l’intera epopea economica del nostro tempo, con il linguaggio delle emozioni, della denuncia e della passione civile. […] Sarti vince la sfida di mettere in scena con urgenza e necessità l’immane tragedia economica che attraverso la tirannia del profitto di pochi mira all’asservimento degli uomini, alla espropriazione della loro dignità servendosi con cinismo di ogni mezzo, dalla guerra, alla catastrofe naturale, dalla menzogna mediatica al ricatto della sicurezza. Il protagonista è il capitalismo finanziarizzato e gangeristico, il cui scopo è uno sviluppo ipertrofico virtualizzato in favore del privilegio affermato come unico diritto legittimo. Il teatro epico e grottesco di Sarti, che ricorda quello politico di Erwin Piscator, ribadisce con forza che il teatro è in grado di confrontarsi con ogni aspetto della commedia umana, ieri come oggi, oggi come domani. Oltre al contenuto e alla denuncia sociale questo spettacolo è meraviglioso; ha una crescita drammaturgica e spettacolare che ti spiazza e che non ti aspetti: partendo infatti in una direzione molto forte ci si aspetterebbe che il tono rimanga quello per tutta la durata: invece no, cresce lasciandoti senza parole. Moni Ovadia
“Ad un miracolo economico corrispondono schiavitù e miseria per la popolazione? Sì!” Con questa frase comincia ‘Chicago boys’, una specie di conferenza “strampalata, senza lieto fine” che si svolge in un rifugio antiatomico. Un’esaltazione surreale del capitalismo, del consumismo e della liberalizzazione più sfrenata. I Chicago boys sono stati un gruppo di economisti formatosi negli anni Settanta presso l’Università di Chicago, sotto l’egida del grande guru del liberismo, Milton Friedman, nobel per l’economia nel 1976. Friedman e i suoi seguaci esercitarono una profonda influenza sulle politiche economiche di molti stati. ‘Chicago boys’ vuole contrapporre al motto liberista di “libera volpe in libero pollaio”, un proverbio greco: “se vedi che non ti sazi, fermati!”.
Renato Sarti
EVENTI SPECIALI
TEATRO NEI CORTILI
Anche per questa stagione si rinnova l’appuntamento con Teatro nei cortili, rassegna estiva itinerante di “teatro a domicilio” che, partendo dai luoghi di aggregazione per eccellenza quali i cortili e le piazze, punta alla valorizzazione del territorio e degli spazi della socialità, ponendo al centro dei propri obiettivi gli abitanti, la gente, con un’offerta di spettacoli di qualità gratuiti.
Attraverso questa iniziativa non solo si vuole stimolare il ripristino del senso di comunità, ma si cerca di avvicinare al teatro anche quel pubblico che non è solito frequentarlo, coinvolgendolo in attività culturali facilmente fruibili.
5 LUGLIO 2014 ore 21.00 – via Davanzati 28, MILANO
AGRODOLCE
con Claudio Batta /regia Riccardo Piferi
6 LUGLIO 2014 ore 21.00 – via Andrea Costa 3/5 – quartiere Andrea Costa, NOVATE MILANESE
LA VERSIONE DI BARBIE
di e con Alessandra Faiella / regia Milvia Marigliano
11 LUGLIO 2014 ore 21.00 – via Tonale 5 – quartiere Tonale, NOVATE MILANESE
OTELLO SPRITZ
da William Shakespeare / adattamento e regia Renato Sarti / in collaborazione con Bebo Storti
con Renato Sarti, Bebo Storti, Elèna Novoselova
5 SETTEMBRE 2014 ore 21.00 – via Cecchi 1/2, MILANO
ZIN ZETA FORBESETTA (Una ballata per Milano)
con Valerio Bongiorno, Piero Lenardon, Mario Zerbin / regia Marta Marangoni
6 settembre 2014 ore 21.00 – via Grazioli 22, MILANO
EVA! DIARIO DI UNA COSTOLA
con Rita Pelusio / di Rita Pelusio, Alessandra Faiella, Marianna Stefanucci, Riccardo Piferi / regia Marco Rampoldi
20 SETTEMBRE 2014 ore 20.30 – via Hermada 14, MILANO (in caso di pioggia 27 settembre)
produzione MinimaTheatralia
SHAKESPEARE, I SUPPOSE!
regia Marta Maria Marangoni, Piero Lenardon
musiche originali Fabio Wolf
Spettacolo vincitore del premio Pancirolli/Enea Ellero per il Teatro Sociale
E se i personaggi del Bardo si materializzassero innanzi al pubblico delle periferie? Cosa diamine è il door to door? Che fine ha fatto Amleto? Ecco il teatro a domicilio: pillole dalle opere di mastro William, musica dal vivo, sorprendenti effetti comici, installazioni interattive sono gli ingredienti di questo itinerario attraverso i luoghi segreti dei cortili di Niguarda, in cui anche il pubblico è protagonista. MinimaTheatralia dal 2010 conduce un laboratorio con un gruppo di cittadini-attori: il teatro come potente strumento di incontro può essere realmente rivoluzionario per le nostre vite e per le nostre solitudini.
12 OTTOBRE 2014
30 NOVEMBRE 2014
8 MARZO 2015
produzione Piccola Compagnia dell’Istinto/Teatribù
IL PARASSITA
Il parassita usa il suo ospite: lo sfrutta, ne fa casa e cibo, ricovero e dispensa. Ha necessità del suo ospite e al contempo lo spolpa. Anche la Piccola Compagnia dell’Istinto fa questo, e come un perfetto parassita si nutre della scenografia e del progetto luci di uno spettacolo già esistente, per dare vita a uno spettacolo di improvvisazione teatrale che nasce al momento, seguendo le indicazioni e i suggerimenti del pubblico. Uno spettacolo mai visto prima né replicabile… è chiaro? Se non è chiaro venite a vederlo.
4 DICEMBRE 2014
An Anarchist Life
the film
film scritto e diretto da Ivan Bormann e Fabio Toich
letture di Pino Cacucci, Ascanio Celestini e Simone Cristicchi
È un racconto d’avventura rocambolesca, una storia esemplare, di tensione e pratica rivoluzionaria, tra anarchia ed ironia, semplicità, curiosità, vitalità, attraverso l’Europa intera, le sue guerre e le lotte sociali del Novecento. È un racconto su come vivere tutto d’un fiato, di petto, in maniera responsabile, calandosi nelle contraddizioni, “sporcandosi le mani”, mantenendosi nonostante ciò centrati in un’equazione costante tra teoria e prassi.
24 MAGGIO 2015
VIA HERMADA
Strada privata
di Renato Sarti
con la consulenza di Fabio e Roberto Todero
e dell’IRSML – Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia
lettura con Valentino Mannias e Renato Sarti
Si ringraziail Festival dei Tacchi.
Durante la Prima Guerra Mondiale bombe di 287 kg provocavano crateri di 8 metri di larghezza e profondità, uccidevano nel raggio di 400 metri e avevano una gittata di oltre 12 chilometri.
L’Hermada e il San Michele sono due piccole montagne situate rispettivamente nei pressi di Monfalcone e Gorizia, distanti in linea d’aria poco più di 10 chilometri, a un tiro di mortaio. Oggi come allora si guardano in faccia e a modo loro, forse, riescono a parlarsi. Il San Michele fu conquistato grazie all’apporto fondamentale della Brigata Sassari, mentre quella che era definita “la porta di Trieste”, ossia l’Hermada, nonostante il sacrificio di centinaia di migliaia di vite umane, non fu mai conquistata dagli italiani. Renato Sarti, fondatore del Teatro della Cooperativa, che il Fato ha voluto si trovasse proprio in via Hermada, una strada privata del quartiere Niguarda, ha sentito il centenario della Prima Guerra Mondiale come una sorta di doverosa “chiamata” per ricordare le vicende emblematiche di due montagne che sono state accomunate da un’immane tragedia e da spaventose atrocità.
OLTRE NIGUARDA
13 – 18 GENNAIO 2015
C/O TEATRO OSCAR
coproduzione Teatro della Cooperativa – Teatro degli Incamminati
RITTER, DENE, VOSS
di Thomas Bernhard
traduzione Eugenio Bernardi
regia Renato Sarti
con Carlo Rossi, Valerio Bongiorno, Piero Lenardon
scene e costumi Carlo Sala
consulenza drammaturgica Walter Fontanot
Ritter, Dene, Voss. Potrebbe essere l’inizio di una filastrocca infantile. O una di quelle formule iniziatiche ormai scomparse, ultimo residuo di antichi riti magici che l’uso secolare ha ridotto a puro suono.
Ritter, Dene, Voss sono i nomi di tre attori tedeschi, Ilse Ritter, Kirsten Dene e Gert Voss, primi interpreti dell’opera di Thomas Bernhard al Festival di Salisburgo nell’estate del 1986, per la regia di Claus Peymann. Nella pièce il solo Voss ha anche un nome di scena, Ludwig; mentre Ritter e Dene sono semplicemente la sorella minore e quella maggiore.
È Dene ad iniziare, con frasi brevi, sintesi di concetti non correlati tra loro. Ritter, dalla sedia, con il giornale aperto e la sigaretta in una mano, la guarda e la ascolta con malcelato fastidio e disprezzo per la minuziosità con cui accomoda il grande tavolo da pranzo.
Immerse nei ritratti di famiglia che adornano orribilmente le pareti della sala, memoria di antichi e gloriosi fasti, le due sorelle, attrici, attendono l’arrivo del fratello Ludwig (Wittgenstein?) – filosofo paranoico e geniale di ritorno dal manicomio in cui si è rinchiuso volontariamente a pagamento – per consumare quella che si trasforma ben presto in una cena delle beffe.
Ne nasce un ménage à trois ricco di doppi sensi e seduzioni tormentate, i quali svelano i rapporti incestuosi che legano i tre protagonisti: si celebra lo sfacelo di una famiglia, cui fa da sfondo quello dell’Austria post-Anschluss e pre-Haider.
Una messa in scena che, senza perdere di vista gli alti riferimenti filosofici e culturali del testo e senza perdere nulla del profondo dramma umano che lo permea, ne mette in evidenza gli aspetti comico-grotteschi. La geniale scrittura di Bernhard trasforma il più profondo tormento in risata acida. I ragazzi della Filarmonica Clown, con la loro trentennale esperienza, sono gli interpreti perfetti per dare a questa tragicommedia spessore e leggerezza.
Renato Sarti
16 – 22 FEBBRAIO 2015
PRIMA NAZIONALE
C/O TEATRO ELFO PUCCINI – SALA SHAKESPEARE
produzione Teatro della Cooperativa
COMEDIANS
testo Trevor Griffiths
adattamento e regia Renato Sarti
con Margherita Antonelli, Alessandra Faiella, Rita Pelusio, Claudia Penoni, Pia Engleberth e Rossana Mola
Restare fedeli ai propri ideali o tradire gli insegnamenti ricevuti per ottenere successo?
Questo il dilemma che anima “Comedians”, riflessione seria in chiave comica che parte dal mondo dello spettacolo per diventare metafora della vita. Il testo, scritto dal drammaturgo britannico Trevor Griffiths nel 1975, ci presenta un gruppo di aspiranti comici, allievi di un ex attore impegnato politicamente, alle prese con il provino che potrebbe cambiar loro la vita. Ad esaminarli sarà un pezzo grosso dello show business, nonché una vecchia conoscenza del loro insegnante, che con lui condivide un passato da comico ma non certo gli stessi gusti artistici. Il tutor, una sorta di Dario Fo che non ha conosciuto il successo, è portavoce di una comicità graffiante, che vuole incidere sulla realtà affrontando temi di carattere sociale; il talent scout, al contrario, vede nella comicità il puro svago che non deve impensierire il pubblico. Tanto idealista è il primo, quanto pragmatico è il secondo, capace di dire “non siamo missionari, siamo dispensatori di risate”.
Quando fu messo in scena dal Teatro dell’Elfo nel 1985, nella storica edizione diretta da Gabriele Salvatores, “Comedians” anticipava problematiche e temi che nel nostro Paese sarebbero diventati dirompenti con l’accrescersi d’importanza delle televisioni private e il conseguente obnubilamento di massa. Lo spettacolo ebbe uno straordinario successo e il suo gruppo, composto da artisti giovanissimi e allora quasi sconosciuti, tra cui Paolo Rossi, Claudio Bisio, Silvio Orlando, Antonio Catania, Bebo Storti, Gino e Michele, contribuì all’affermazione dell’anima comica di Zelig che, nato come piccolo cabaret in periferia, avrebbe poi dato vita all’omonimo programma televisivo record d’ascolti.
Riproporre oggi, a trent’anni di distanza, quella stessa versione di “Comedians” rischierebbe di risultare meno incisivo. Son cambiati i tempi. Da questa ultima riflessione è nata l’idea di innovare completamente la messa in scena dello spettacolo facendolo interpretare da un gruppo, affiatatissimo, di attrici, per offrire al pubblico una versione assolutamente inedita, completamente al femminile.
Margherita Antonelli, Alessandra Faiella, Rita Pelusio e Claudia Penoni, attrici comiche di grande spessore e amatissime dal pubblico, che le ha applaudite nel recentissimo successo “Stasera non escort”, saranno le “aspiranti comedians”, affiancate dalle bravissime Pia Engleberth, attrice di teatro e cinema, e Rossana Mola. Poco importa sapere chi resterà fedele ai propri ideali e chi tradirà gli insegnamenti ricevuti per ottenere successo, di certo c’è che a vincere sarà la comicità che fa pensare.
17 – 29 MARZO 2014
C/O TEATRO LITTA
produzione Teatro della Cooperativa
TITANIC
The Great Disaster
di Patrick Kermann
con Matthieu Pastore
scene e regia Renato Sarti
traduzione Matthieu Pastore
musiche Carlo Boccadoro
disegno luci e allestimento scenico Luca Grimaldi e Marco Mosca
“E hop
vent’anni nelle montagne
quindici anni ad imparare il francese e il tedesco
cinque giorni a lavare cucchiaini
e l’eternità a raccontare sempre la stessa storia
questa è la vita di Giovanni Pastore
che non avrebbe mai dovuto lasciare la mamma”
A vent’anni Giovanni Pastore lascia la sua montagna, in Friuli, per lanciarsi in un giro dell’Europa che lo porta, di appuntamenti in casualità, a imbarcarsi sul Titanic come lavapiatti del ristorante à la carte, addetto ai cucchiaini. Morto nell’affondamento del transatlantico, Giovanni racconta la sua storia, e poco importa che questa sia vera o solo un sogno a occhi aperti, perché la sua è una storia violentemente banale, la comune parabola di un sogno annegato tra le onde del destino.
“The Great Disaster”, il grande disastro, è il galleggiamento nel limbo della Storia di un uomo ingenuo e sognatore ma è anche la metafora della nostra condizione di migranti, sempre in bilico tra la vita e la morte, fra il qui e l’altrove, di chi si interroga su cosa rimarrà del proprio io alla fine del grande viaggio. Nella sua ultima intervista, cinque giorni prima di suicidarsi, Patrick Kermann dichiarava: “Dagli antichi greci fino ai giorni nostri, passando da Shakespeare, dove gli spettri non sono da meno, il teatro è per essenza un’arte della morte, l’arte di far parlare i nostri morti”.
“The Great Disaster” è un singolare memento mori “a uso di fari, capitanerie, stazioni marittime e altri ventri della balena”, che dal profondo degli abissi fa emergere, come bolle d’aria, ricordi, episodi, ossessioni: la prepotenza dei datori di lavoro, la futilità dei nababbi, la perfidia degli amici d’infanzia, la mano di Cecilia, unico tenero amore infantile, e la nonna annegata senza mutande nella fontana della piazza.
Matthieu Pastore e Renato Sarti
16 – 19 APRILE 2015
C/O A.T.I.R. RINGHIERA
produzione Teatro della Cooperativa
LA GABBIA
(Figlia di notaio)
Finalista Premio Ubu 2006 come Migliore novità italiana (o ricerca drammaturgica)
di Stefano Massini
inserti drammaturgici, regia e scenografia Renato Sarti
con Federica Fabiani, Vincenza Pastore
musiche Carlo Boccadoro
disegno luci Luca Grimaldi eMarco Mosca
“Un dialogo ad altissima tensione. Dopo undici anni di silenzio una madre, scrittrice di successo, va a trovare la figlia, ex-brigatista, in prigione. Il silenzio è soffocante, più pesante delle parole stesse. Parole mai dette, per volontà o difficoltà. Una gabbia. Non solo quella fisica del carcere, ma una gabbia dell’anima. La gabbia di un dialogo da sempre rimandato, sfuggito, evitato, finché a poco a poco, nel vuoto siderale della stanza, si assiste al lento riaffiorare di discorsi perduti, occasioni mancate, e forse alla fine si troveranno possibili incroci, anche se di strade diverse.”
Federica Fabiani e Vincenza Pastore
“Ho sempre provato una forte attrazione per quei luoghi insospettati che si rivelano, nei fatti, autentici contenitori di parole. Luoghi che sono involucri di storie, scenari inconsapevoli e costanti di relazioni umane. Fra questi spazi c’è il parlatorio del carcere. Un luogo adibito soltanto a dialoghi. Uno spazio che nasce con l’esatta vocazione di accogliere scontri, incontri, racconti, confronti. E proprio per questa vocazione acquista una potente identità teatrale. Mi interessa esaminare il rapporto lucido, spietato, che rende quelle quattro pareti spettatrici silenti dei drammi di una sterminata umanità.”
Stefano Massini
“Ne ‘La gabbia (Figlia di notaio)’, scritto nel 2005, un giovanissimo Stefano Massini ha affrontato il difficile rapporto fra una figlia condannata per banda armata e la madre scrittrice, cercando di andare oltre al fatto meramente politico. A quasi dieci anni di distanza, anche per dare nuovo impulso alla riflessione su un fenomeno che non ha avuto eguali in Occidente per durata e dimensione, ho chiesto a Stefano di poter fare degli inserti drammaturgici nel suo lavoro e lui ha accettato. Non è facile che due drammaturghi, per esperienza ed età molto diversi, scelgano in qualche modo di collaborare sullo stesso testo. Lo trovo un fatto raro e assolutamente positivo, che può rivelarsi un’esperienza fruttuosa e un invito a percorrere, dal punto di vista teatrale, una nuova strada.”
Renato Sarti
27 – 29 APRILE 2015
C/O TEATRO MANZONI
coproduzione Teatro della Cooperativa – Canora
LA CANTATRICE CALVA
di Eugène Ionesco
con Leonardo Manera, Diego Parassole, Max Pisu,Marta Marangoni, Stefania Pepe, Roberta Petrozzi
regia Marco Rampoldi
Serata inglese… ma non troppo. In questa “Cantatrice calva” i dintorni di Londra assomigliano pericolosamente ai dintorni (ma anche, e soprattutto, al centro) di Milano, nel febbraio del 2014. E l’interno borghese – in cui gli irreprensibili signori Smith ricevono la non particolarmente gradita visita dei coniugi (ma forse no) Martin, e del capitano dei pompieri, esperto in aneddoti, alla disperata ricerca di un incendio da spegnere – possiede una concretezza quotidiana assolutamente riconoscibile. In questo modo, il contrasto fra una forma cui siamo abituati e un contenuto che, privo dei consueti rassicuranti appigli logici, scivola inesorabilmente verso l’assurdo, può esplodere nel modo più comicamente dirompente. Il contrasto è reso ancor più evidente dall’interpretazione dei protagonisti: tutte le coppie, infatti, sono rese dinamicamente divertenti dall’incontro fra l’impostazione più tradizionale dell’elemento femminile, e la continua sorpresa che sanno regalare ai testi strutturati i ‘performers’ abituati a portare sul palcoscenico le proprie parole, in un dialogo molto diretto con la platea. Volti noti ed amati dagli spettatori, che grazie a ciò saranno portati a una forte immedesimazione e potranno provare sulla propria pelle l’ironico disgregarsi di un linguaggio ormai privo di senso. Forse per trovare il coraggio di scoprire, o riscoprire, forme di comunicazione più piene e vitali.
prezzi e abbonamenti 2014/2015
INTERO € 18
CONVENZIONATI botteghino € 15 (on-line € 13 )
UNDER 27* botteghino € 11 (on-line € 10)
OVER 65 € 9
CARD 9 € 10
SCUOLE DI TEATRO € 9 (con tessera della scuola)
STUDENTI DELLA CIVICA SCUOLA ‘P. GRASSI’ E DELLA SCUOLA DEL PICCOLO TEATRO
€ 6 solo per le nostre produzioni (per gli spettacoli ospiti vale la riduzione a € 9)
GRUPPI DA 10 O PIÙ PERSONE € 10 a persona
GIOVANI PRECARI, DISOCCUPATI e CASSAINTEGRATI** € 6
PORTATORI di HANDICAP € 9 – ACCOMPAGNATORI € 5
DIRITTO DI PRENOTAZIONE
(non applicato agli abbonati e ai biglietti acquistati on-line): € 0,50
* Le statistiche dicono che l’età media di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro si è alzata
a 26,9 anni. Per questo motivo, il nostro ridotto studenti è under 27.
**agevolazione rilasciata previo invio documentazione.
RIDUZIONE “A TEATRO IN BICICLETTA” € 12
Riservata agli spettatori che raggiungono il teatro in bicicletta, mostrando in cassa un dispositivo
di protezione (caschetto o luce segnaletica led).
Il Teatro è dotato di rastrelliera per il parcheggio delle bici.
RIDUZIONE “A TEATRO CON I MEZZI PUBBLICI” € 12
Riservata agli spettatori che raggiungono il teatro con i mezzi pubblici, presentando in cassa il biglietto obliterato (farà fede l’orario prossimo allo spettacolo) o l’abbonamento ATM (annuale o mensile).
ABBONAMENTO “EDIZIONE LIMITATA” (acquistabile fino al 30 settembre 2014)
5 spettacoli € 50
Non nominale. Valido per 5 spettacoli della stagione 2014/2015 che si svolgono nella sede di via Hermada: 3 a scelta (escluso eventi speciali e fuori sede) + 2 nuove produzioni del Teatro della Cooperativa (GUIDA ESTREMA DI PUERICULTURA e DALLA PARTE DI CHI RUBA NEI SUPERMERCATI).
Novità
Segnaliamo un’importante novità per la stagione 2014-2015: gli spettacoli in cartellone da ottobre 2014 ad aprile 2015 debutteranno il lunedì (nel caso di una sola settimana di permanenza o di due settimane consecutive) o il venerdì (nel caso di una tenitura di 10 giorni). Il giorno di riposo sarà il giovedì.
Nei mesi di maggio, giugno e luglio gli spettacoli debutteranno il lunedì e il giorno di riposo
sarà la domenica.
Ringraziamenti
Dario Fo; Archivio CTFR Franca Rame Dario Fo \ Fabrizio De Giovanni, Luca Toffolon, Chiara Porro, Mariateresa Pizza; Teatro dell’Arca \ Franco Breglia; Marina Alessi; Salvatore Burruano;
Roberto Clemente; Valentino Ghillini; Ugo Pierri; Fabio Songa; Z.A.M. Zona Autonoma Milano.
TEATRO DELLA COOPERATIVA
Via Hermada 8, Milano
tel. 02 64749997
info@teatrodellacooperativa.it
www.teatrodellacooperativa.it