Mentre è in pieno svolgimento la la stagione estiva alle Terme di Caracalla, il Teatro dell’Opera di Roma presenta la nuova stagione 2014-2015: in realtà si tratta di quella che potrebbe essere definita un’anteprima (probabilmente non esente da qualche variazione, arricchimento come la stagione al Teatro Nazionale o definizione di cast), ma che indica chiaramente il nuovo corso del teatro romano.
“La nuova stagione segna un importante incremento di titoli e di recite per superare la crisi e per la rinascita economica con un cartellone di grande prestigio internazionale: è un impegno da parte del Teatro nei confronti della città” ha spiegato il sovrintendente Carlo Fuortes in conferenza stampa.
I numeri poi parlano chiaro: nella nuova stagione gli spettacoli passano da 12 a 14 spettacoli includendo 5 nuovi allestimenti rispetto ai 3 dello scorso anno (proponendo di fatto una nuova valorizzazione del laboratorio del teatro), le recite arrivano a un totale di 115.
Il nuovo cartellone naviga fra il Settecento e il Novecento musicale e si apre il 27 novembre, come di consueto dall’arrivo del Maestro Riccardo Muti, direttore onorario a vita del Teatro, con l’Aida, titolo verdiano diretto da Pier’Alli che vede fra gli interpreti Luca Salsi alla scoperta della dimensione più intimista dell’opera.
Il Maestro Muti tornerà sul podio in maggio con Le nozze di Figaro che inaugura la trilogia Mozart-Da Ponte nel teatro romano (non resta che attendere anche il Don Giovanni e Così fan tutte): fra gli spettacoli più attesi della nuova stagione, in cui sarà prestata particolare attenzione ai recitativi, il nuovo allestimento de Le nozze vanterà un cast di nuova generazione, Rosa Feola, Markus Werba, Michaela Selinger e Carlo Lepore con la regia di Andrea De Rosa.
A gennaio andrà in scena il Werther di Massenet nell’allestimento della Frankfurt Opera con la regia di Willy Decker, la direzione di Jesús López-Cobos (al debutto romano), protagonista Francesco Meli, già noto e apprezzato dal pubblico per i titoli verdiani Simon Boccanegra ed Ernani.
A marzo torna in teatro il belcanto con un nuovo allestimento della Lucia di Lammermoor di Donizetti interpretata da Jessica Pratt e Stefano Secco con la prestigiosa regia di Luca Ronconi mentre sarà Peter Stein a curare la regia de La dama di picche, capolavoro di Čajkovskij, diretto da James Conlon in giugno.
Spazio al Novecento e al suo teatro musicale con un’opera di forte impatto sociale e politico, I Was Looking at the Ceiling then I Saw the Sky (Stavo guardando il soffitto e poi ho visto il cielo) composta nel 1995 da John Adams che racconta la multietinicità dell’America attraverso le reazioni di sette giovani dopo il terremoto di Los Angeles nel 1995 e il nuovo allestimento di Graham Vick di Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny (Ascesa e caduta della città di Mahagonny) opera del 1930 della coppia Kurt Weill-Bertolt Brecht, diretta da John Axelrod che chiuderà la stagione.
Prevista la ripresa del Rigoletto di Verdi (che andrà in scena a settembre) nell’allestimento del Teatro dell’Opera diretto da Gaetano d’Espinosa e interpretato da George Petean e la Tosca di Puccini (che va in scena a marzo e a giugno) che vede lo specialista Donato Renzetti sul podio come omaggio alla memoria storica del Teatro in un nuovo-vecchio allestimento sui bozzetti originali di Adolf Hohenstein della prima edizione di Tosca che ha debuttato il 14 gennaio 1900 al Costanzi.
Resta invece inalterato e si ferma a cinque il numero di balletti nella nuova stagione di danza presentata da Micha Van Hoecke: apertura con il classico natalizio per eccellenza, Lo schiaccianoci di Čajkovskij con la coreografia di Amedeo Amodio, le scene e i costumi di Emanuele Luzzati e che vede fra le protagoniste Gaia Straccamore, Alessandra Amato, Ashley Bouder (principal al New York City Ballet), Maria Yakokleva (principal al Balletto dell’Opera di Vienna). A ottobre va in scena un grande classico, la Giselle di Adam nella versione di Patrice Bart che, fra le altre, vedrà alternarsi nel ruolo principale Jurgita Dronina (principal di HET) e Olesya Novikova (principal del Marinskij). Chiude la stagione in novembre la mitica Coppélia di Roland Petit.
Spazio alla danza contemporanea con il dittico Le chant du Rossignol di Stravinskij con la coreografia di Massine e i Carmina burana di Orff con la coreografia di van Hoecke che propone fra i protagonisti Rolando Sarabia (in scena a febbraio) e con il trittico Ailey (The River su musica di Duke Ellington), Limón (The Moor’s Pavane su musica di Purcell), Forsythe (Artifact II su musiche di Duke Ellington) in scena ad aprile.