Il “Viaggio in Persia” comincerà venerdì 4 luglio ore 21.30 con una LETTURA DI POESIA CONTEMPORANEA persiana scritta in italiano dalla poetessa Nilou Ghodsi Azam Zanganeh, accompagnata da UN CONCERTO DI MUSICA TRADIZIONALE PERSIANA, con la partecipazione del maestro di fama internazionale di Tar e Setar Dariush Talai e del noto maestro di Zarb Keyvan Chemirani. “Quando suonano Talai e Chemirani si aprono le porte del paradiso,” dicono i Persiani. Il professore Domenico De Masi presenterà la serata.
Le poesie recitate saranno tratte dal libro L’Alba del Domani di Nilou Azam Zanganeh (Atelier 65, 2014). L’Alba del domani è il titolo della seconda raccolta della poetessa iraniana Nilou Azam Zanganeh, dopo Questa Nessuna Terra. La scelta di scrivere in italiano, che non è la sua lingua madre, crea una sensazione di straniamento che amplifica l’effetto di nostalgia senza retorica. La Zanganeh usa la parola come evocatrice di un mondo perduto ma ancora assai vivo grazie alla parola poetica. È una parola d’amore per la casa d’infanzia, i fasti e la cultura dell’antico paese. I versi, come frammenti di un quadro perduto, evocano oggetti, strade e tramonti, albe e venti, il tempo che cancella, ma la nostalgia non si chiude, gioca su un verso sempre in bilico tra frammento e prosa, e diventa allora preghiera perché tutto risorga come un’alba nuova.
~ Il “Viaggio” prosegue sabato 5 luglio ore 18.00 con la proiezione di tre corto-metraggi della star mondiale SHIRIN NESHAT, con la sua premiata TRILOGIA: TURBULENT, RAPTURE, FERVOR.
Tutta l’opera di Shirin Neshat è una metafora sulla complessità dei rapporti tra uomo e donna.
I corti della Trilogia esprimono la visione politica, mistica, femminista e profondamente poetica della celebre regista Iraniana. Ogni film della trilogia è spesso proiettato con un’installazione a doppio schermo. Turbulent presenta una donna e un uomo che cantano. Mentre l’uomo riceve applausi, la donna canta – e incanta – in silenzio. Rapture inquadra due gruppi di uomini e donne. Gli uomini entrano aggressivamente in città, mentre le donne rimangono in barca tranquillamente. Fervor riprende lo stesso tema della separazione uomo-donna nella cultura Islamica e narra due storie parallele di un uomo e una donna che non si incontreranno mai.
~ Sabato sera si inizia anche un Viaggio filosofico e spirituale alle ore 21.30, attraverso un
DIALOGO TRA FILOSOFIA E POESIA NEL MEDIO-ORIENTE, sul tema
“VISIONI E VISIONARI: LA MODERNITÀ DEL GENIO MEDIOEVALE OMAR KHAYYAM” con Roberto Toscano, ex-Ambasciatore Italiano a Teheran, e Daryush Shayegan, il più noto filosofo iraniano contemporaneo.
La conversazione sarà un’esplorazione del genio visionario e della magia artistica di Omar Khayyam. Chi era Omar Khayyam e perché continua ad ispirare cosi tanti artisti orientali ed occidentali? Qual era la sua relazione con Dio? E come interpreterebbe il significato di una teocrazia nel mondo moderno? Questa discussione su visioni e visionari è accompagnata da letture di Khayyam nell’originale persiano e nelle traduzioni moderne in italiano, interpretate da attori della Comédie Française e dell’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica.
~ Il Viaggio continua con il cinema domenica 6 luglio ore 18.00 con la PROIEZIONE DI RHINO SEASON DI BAHMAN GHOBADI, seguita da una CONVERSAZIONE con la scrittrice LILA AZAM ZANGANEH. Rhino Season è stato prodotto da Martin Scorsese ed è interpretato da Monica Bellucci e Behrouz Vossoughi. Il regista Bahman Ghobadi ha vinto i premi “Un Certain Regard” e “La Caméra D’Or” al Festival di Cannes.
~ Il Viaggio si conclude sul palco sabato sera ore 21.30 con il BALLO MISTICO PERSIANO
“I SETTE PADIGLIONI DELL’AMORE” coreografato e interpretato dalla NAKISSA DANCE COMPANY. La strepitosa coreografia del primo ballerino Shahrokh Moshkin-Ghalam per la Nakissa Dance Company è ispirata dal famoso poeta mistico persiano Nizami Ganjavi (1141-1209).
La Nakissa Dance Company e Shahrokh Moshkin-Ghalam della Comédie Française interpretano il famoso poema medioevale I Sette Padiglioni dell’Amore di Nizami Ganjavi che racconta la storia del principe sasanide Bahram Gur e delle sette principesse provenienti da sette mondi diversi, di cui egli si innamora. I Sette Padiglioni rappresentano il migliore e più bel poema epico della cosiddetta “nuova poesia Persiana” e anche una delle più importanti creazioni della letteratura indo-Europea. Il poema illustra l’armonia dell’universo, l’affinità del sacro e del profano, e le concordanze tra l’Iran antico e Islamico. Per la prima volta a Spoleto, questo capolavoro poetico viene presentato in un’interpretazione sensuale e squisitamente coreografata, con Bahram Gur, le sue sette principesse, e l’antica cantastorie Sheherazade.