Uno dei padiglioni della Mostra d’Oltremare di Napoli gremito per l’ultimo appuntamento di “Improteatro festival”, la kermesse a cura della rete omonima che ha portato il teatro “improvvisato” in giro per la Campania chiude in bellezza con una coppia di successo: i VerbaVolant, ossia Massimo Ceccovecchi e Tiziano Storti in “Parole al volo”. Una coppia televisiva (sono stati finalisti ad Italian’s got talent la scorsa edizione su canale 5), ma soprattutto teatrale, che riesce a cucire d’emblée uno spettacolo di successo a partire dagli spunti del pubblico. Proprio così, nessun copione, nessuna battuta da imparare a memoria, ma soprattutto nessuna distanza tra pubblico e attore, anzi, una piena partecipazione della platea, altrimenti lo spettacolo non avrebbe ragione di esistere. È così che si costruisce l’improvvisazione, abolendo totalmente i meccanismi drammaturgici, insieme alle scene e ali oggetti, per un coinvolgimento totale del pubblico, unica fonte di ispirazione. Una messa in scena che sconvolge i più tradizionalisti ma coinvolge gli onnivori delle poltrone rosse! Il format proposto dai due professionisti della risata si compone di piccole pillole di improvvisazione. Le parole, i luoghi e i tempi vengono decisi dalla platea. Lo spettacolo è diverso da sera a sera. Dapprima Massimo e Tiziano costruiscono un’intera storia in rima che dovrà toccare le parole suggerite dalla gente in sala. Poi ci stupiscono con una storia d’amore improvvisata. Nel raccontarla in totale simbiosi “improvvisata” parlano all’unisono. Una sola occhiata, si intendono al volo e la storia si costruisce sotto gli sguardi stupiti del pubblico. Può mai mancare la musica? Protagonista di un’altra pillola di improvvisazione, i due inventano al momento situazioni paradossali e storie a partire dalle atmosfere che rievocano i brani proposti dalla regia. Si è detto che il pubblico è protagonista. E diviene tale anche salendo sul palco. Una delle improvvisazioni proposte da Massimo e Tiziano infatti prevede la partecipazione di due sventurati che dovranno riproporre i suoni di una storia nata sul palco. Tutta da ridere la riuscita del racconto!
I due scomodano persino Shakespeare per un momento acrostico: una storia che affronterà tutte le iniziali dell’alfabeto dalla A alla Z e viceversa. Insomma è davvero ostico descrivere uno spettacolo del genere, ricco di genialità e (sembrerà strano affermalo) di preparazione, poiché bisogna conoscere bene i meccanismi della scena per riuscire a costruire qualsivoglia percorso sul palco senza l’ausilio di un copione. Ai curiosi basti sapere che la risata è dietro l’angolo ad ogni guizzo di improvvisazione.