L’opera incontra il cinema: l’aveva detto più che esplicitamente il regista Lorenzo Mariani spiegando che il Barbiere di Siviglia di Rossini in scena alle Terme di Caracalla è un nuovo allestimento creato appositamente per esistere in questo spazio estivo. Che il Barbiere incontri il musical è lampante fin dall’inizio nel momento in cui il pubblico trova ad accoglierlo due lunghe pellicole cinematografiche collocate lateralmente al palco (ove saranno impressi i sottotitoli), quando il palco si popola di personaggi, comparse, caratteristi, colori quasi a evocare un set cinematografico e infine quando si compone la scritta Hollywood, la stessa che troneggia a Los Angeles e che illuminerà nel corso della vicenda di diversi colori.
Mariani aveva parlato di incontro di opera e di musical, ma in effetti l’idea portante sembra essere più che altro la contaminazione totale dell’opera rossininana con un certo tipo cinema, dalla commedia sofisticata degli Anni Trenta (con tanto di massaggiatore in casa borghese durante le lezioni di canto di Rosina), alla scatenata screwball comedy fra ruzzolamenti, spintoni e addirittura torte in faccia.
“Questo Barbiere di Siviglia è pensato come un musical hollywoodiano Anni Trenta: la scelta drammaturgica è stata legata indissolubilmente agli spazi di Caracalla per creare un legame fra la vivacità del musical cinematografico e la drammaturgia rossiniana – aveva spiegato Mariani – Rossini può essere considerato il primo strutturalista della storia della musica che ha creato una formalità rivoluzionaria, è maestro di vitalità, la sua opera è un pulsare ininterrotto di energie”. Ecco allora che la serenata del Conte D’Almaviva (in giacca di paillettes dorate) si consuma fra cantanti in smoking, che l’entrata di Figaro con baffetti e gilet gessato sia plateale e di grande effetto, che Rosina diventi una sorta di uccellino in gabbia di giallo vestita (fra Titti e la Vanessa Paradis nello spot Chanel), che Don Basilio si trasformi in una specie di direttore d’orchestra o che finisca legato con una camicia di forza e che Almaviva-soldato sembri uscito dalla giungla che Berta appaia in versione severa in stile Louise Brooks (con tanto di strip in versione burlesque) o che sul palco appaia di continuo un maggiordomo stile incrocio fra il bislacco cameriere di Hollywood Party e l’Erich Von Stronheim di Viale del tramonto.
Insomma viva la fantasia e la libertà, anche se con qualche eccesso di troppo a tratti come nell’aria di Bartolo diventa addirittura una sorta di bagnante (omaggio alle pellicole pirotecniche di Ester Williams?) fra salvagenti e accappatoi zebrati.
Di certo gli spettatori avranno molto da fare, intenti a seguire un palco affollatissimo (Luciano Cannito figura come aiuto regista) e riempito in ogni minimo centimetro: l’idea però sembra essere non solo l’omaggio al musical (ci sono certamente Cantando sotto la pioggia di Stanley Donen o le pellicole della coppia Fred Astaire-Ginger Rogers), ma al cinema stesso se non a un certo tipo di avanspettacolo con tanto di torta pirotecnica multipiano e paillettes nel finale.
Di certo gli spettatori non si annoieranno con questo pirotecnico e fantasioso Barbiere diretto con una certa verve da Stefano Montanari e con un cast adeguato che include la vivace la Rosina di Annalisa Stroppa (che si alterna nel ruolo con Teresa Iervolino nella recita del 6 agosto) e Juan José de Leon (che si alterna con René Barbera) con qualche indecisione nel ruolo del Conte D’Almaviva. Molto efficace nei colori il Figaro di Vito Priante (che si alterna con Davide Luciano il 6 agosto), bravi Omar Montanari (Don Bartolo), Mikhail Korobeinikov (Don Basilio), Gianluca Margheri (Fiorello), Eleonora de la Peña (Berta). Ultime repliche in programma di questo coloratissimo Barbiere martedì 5, mercoledì 6, venerdì 8 sempre alle ore 21. Per informazioni: www.operaroma.it.