Una piccola ape furibonda, senza limiti nella furia e nell’amore
Si commuove Giovanni Nuti finendo di cantare il primo brano dello stupefacente concerto dedicato alla poesia di Alda Merini. È vivissimo in lui il ricordo degli struggenti sedici anni di quotidiana collaborazione con la “poetessa dei Navigli”. Una sintonia artistica ed emotiva, perfetto connubio tra le visioni della Merini e le note del musicista che ne avvolgevano i versi.
Al fulgore della donna che aveva conquistato un posto nelle antologie scolastiche prima dei vent’anni e sfiorato il Nobel nel 1996, fa da contraltare l’immane sofferenza della sua esistenza in cui si susseguono ricoveri in manicomio, elettroshock, abbandoni sentimentali, sottrazione delle figlie date in affido. Tutto ciò non spezza la sua fibra; lei continua, intanto, “… a rubare la vita”, fumando imperterrita le sue amate sigarette.
E la vita deborda dal palcoscenico e invade la platea, veicolata dalla voce calda e sensuale di Monica Guerritore, che ancora una volta stupisce il pubblico dopo la performance sulla vita di Judy Garland, e dalla voce cristallina di Giovanni Nuti che ripropone l’esaltante esperienza vissuta nei lunghi anni del suo sodalizio artistico con la Merini che lei definiva “matrimonio artistico”, durante i quali gli dettava al telefono le poesie che voleva venissero musicate per farle arrivare a tutti.
Soffriva e gioiva Alda Merini, cantano e si commuovono gli interpreti, si entusiasma e si diverte il pubblico assaporando l’energia dirompente, la voglia di vita, la spiritualità e sensualità, la femminilità, la sfrenata libertà, la magnanimità e la levità dell’autrice.
Un concerto ispirato ed elegante, brioso e denso di significato, scaturito dal desiderio di Nuti di proporre la produzione di parole e musica acquisita dal 1994 fino alla morte della poetessa, con il sostegno di una voce femminile portatrice della pulsione di vita che la sua musa ha trasfuso in tutta la sua espressione poetica, e che la spingeva ad affermare che la sua vita era più bella della poesia.
Accompagnati da una band composta dai musicisti Stefano Cisotto (direzione musicale e tastiere), Massimo Ciaccio (basso), Daniele Ferretti (pianoforte), Massimo Germini (chitarra), Sergio Pescara (batteria) e Simone Rossetti Bazzaro (violino), cantano in totale sintonia 18 canzoni, intercalate dalla drammaturgia della Guerritore densa di ricordi, aneddoti, immagini e da brevi filmati con la voce roca della poetessa.
Nuti effonde come un catalizzatore il desiderio di vita di Alda, la gioia, la passione, l’ironia che ha assorbito standole accanto per lungo tempo. La Guerritore, consumato animale da palcoscenico adusa al pathos, personifica la robusta carnalità e l’attaccamento alla vita della donna che, nonostante tutto, affermava: “voglio essere ricordata come la poetessa della gioia, perché io la vita l’ho goduta fino in fondo, anche il suo inferno”, e tuttavia era capace di ironia come ne “La zanzara” composta per esprimere il fastidio che le procurava una vicina molesta, cantata tra gli spettatori in platea.
Mimma Nocelli firma la regia dello spettacolo, che si conclude con il brano inedito “Quelle come me” di Nuti e Guerritore su testo della Merini che esalta la capacità di donarsi delle donne che, quando amano amano per sempre, cantata in duetto. È disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming.