Al via la terza edizione di ØSCENA FESTIVAL – Nuovi Teatri dalla Sicilia, diretta e organizzata dal TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA e dal CADA DIE TEATRO, con la collaborazione di LATITUDINI e con il sostegno della REGIONE SICILIANA.
Il festival, nato dal desiderio di esplorare quel che si muove nei più giovani teatri italiani, intende promuovere un appuntamento all’anno che, regione per regione, presenti al pubblico cagliaritano le inquietudini, le differenze e le costanti di questo nuovo teatro.
Dopo i gruppi lombardi e toscani, l’edizione 2014 del festival, in programma dal 10 al 12 ottobre al Teatro Massimo e al Teatro La Vetreria, è dedicata alla SICILIA.
L’avvio è previsto per venerdì 10 ottobre, al Teatro Massimo, alle 18.30 con un incontro sulla drammaturgia siciliana in compagni di SPIRO SCIMONE e DARIO TOMASELLO; alle 20.45 i promotori della manifestazione la presenteranno al pubblico.
La serata proseguirà alle 21.00 con un testimone d’eccezione: l’attore LUIGI LO CASCIO in scena con Sul cuor della terra: una lettura dedicata ai poeti siciliani del 900, da Salvo Basso, a Salvatore Quasimodo, passando per Luigi Pirandello ed altri ancora.
A seguire, alle 22.00 sarà la volta del gruppo STATALE 114 che porterà in scena Turi Marionetta.
Sabato 11 ottobre, il festival si trasferirà al Teatro la Vetreria dove a partire dalle 20.45 saranno in scena le compagnie SUTTA SCUPA con lo spettacolo chi ha paura delle badanti? ed ESIBA TEATRO con lo spettacolo 248 kg (ore 22.00)
Domenica 12 ottobre, il palcoscenico del Teatro Massimo ospiterà, a partire dalle 19.00, la compagnie BABEL CREW in scena con Giotto – Studio per una tragedia e il gruppo musicale RETABLO, alle 22.00, con il dj set esercizi di prosa ballabile – live e drama set.
La serata sarà, inoltre, arricchita da un incontro dal titolo La scena siciliana – poetiche, linguaggi e politica con gli artisti.
Durante le tre serate il pubblico potrà gustare un autentico aperitivo siciliano e visitare la mostra dal titolo Occupy W.C., progetto artistico di MARCELLO SIMEONE a cura di SIMONA CAMPUS ed allestita nei bagni del teatro Massimo e del teatro La Vetreria. L’originale installazione ha finora coinvolto i bagni di numerosi musei in Europa, tra i quali la Tate Modern di Londra, il Reina Sofia di Madrid), il Palais de Tokio a Parigi e La Biennale di Venezia.
ØSCENA FESTIVAL ha il patrocinio del Comune di Cagliari ed è inserito all’interno del progetto di Ca2019.
ØSCENA FESTIVAL è un progetto condiviso di Teatro Stabile della Sardegna e Cada Die Teatro, una collaborazione, nata dall’esigenza di esplorare ed indagare quel che si muove nei più giovani teatri delle altre regioni d’Italia. L’intento è di promuovere un appuntamento che, anno dopo anno, presenti al pubblico cagliaritano le inquietudini, le differenze e le costanti di questo nuovo teatro, regione per regione.
Esistono, nella cultura e nel teatro italiano particolarità regionali, radicate nella storia, nella tradizione, nella lingua, e che si ripropongono anche nel presente, come specchio della trasformazione del nostro paese. Esistono anche elementi comuni generazionali, tensioni che si esprimono con affinità e differenze e che è importante proporre al pubblico e ai giovani operatori come opportunità di confronto e di incontro.
Dopo i gruppi lombardi e toscani, l’edizione 2014 del festival è dedicata alla SICILIA.
Cosa è successo di straordinario nel teatro siciliano degli ultimi venti anni?Niente, se si pensa alla coeva nouvelle vague drammaturgica italiana; Tutto, se è vero com’è vero, che questa nouvelle vague drammaturgica italiana, non avrebbe mai avuto luogo senza la spinta propulsiva dei siciliani (a partire, in particolare, dal big bang rappresentato da Nunzio di Spiro Scimone nel 1994).Non si può negare, d’altra parte, che da qualche tempo si è entrati in una fase nuova. Da una parte l’arrancare dell’establishment, dall’altra il respiro, talora breve, dei teatri occupati, ha condizionato un exploit che sembrava, tra la meta degli anni novanta e la metà degli anni zero, non conoscere sosta.
A seguito del pieno reinserimento della parola fra le risorse del mutamento teatrale, si stava estendendo e articolando in varie forme una «nuova drammaturgia» capace di intrattenere con il passato e con l’attualità del teatro rapporti complessi che non s’inquadrano nelle più logore contrapposizioni storiografiche fra nuovo e tradizione, fra ricerca artistica e fruizione popolare, fra testo e performance. Questa rinascita dell’elemento verbale si è inscritta nel contesto di quella sintesi ideale di attore-autore che ha determinato nel tempo, secondo una formula ormai chiara, una specifica vocazione italiana al teatro.In gioco c’è ancora nella storia del teatro siciliano (come in quello più complessivamente italiano), la possibile configurazione di una tradizione drammaturgica che, peraltro, non intende sottrarsi alla problematica ricomposizione di una mappa complessivamente fluida della cultura contemporanea.
Oscena Sicilia racconta tutto ciò, e molto di più, guardando al senso di questo retaggio, grazie alla presenza della compagnie isolane di nuova generazione.
Perché “Øscena”: Øscena è la realtà a cui ci riferiamo, in cui ci costringiamo a vivere e che ostinatamente giorno dopo giorno coltiviamo. E chi può meglio raccontarci questo fenomeno di decadimento se non chi lo subisce più pesantemente? La generazione degli anni Ø, la generazione nata precaria, a cui è negato ogni scampolo di futuro.
ANTEPRIMA DEL FESTIVAL
Luigi Lo Cascio
SUL CUOR DELLA TERRA
Poeti siciliani del 900
una lettura di Luigi lo Cascio
da Salvo Basso, Angela Bufalino, Angela Bonanno,Giuseppe Bonaviri, Salvatore Quasimodo, Luigi Pirandello, Angelo Maria Ripellino.
Una lettura. In senso proprio, un tentativo di raccolta, di raccoglimento. Lettura dunque come accostamento e legatura. Oltre ai versi di Quasimodo e Bufalino, si farà cenno alle composizioni, forse meno note, di Bonaviri e Ripellino, alla produzione lirica di Pirandello (che comunque esordì come poeta), fino ai contributi più recenti di Salvo Basso e Angela Bonanno. Un comune senso di inquietudine sembra generare in tutti questi poeti l’occasione, che sempre si ripete, di meditare entro i tracciati che la metrica misura. La materia incandescente che si produce nell’istante del turbamento può trovare forma e cognizione nelle intermittenze dei versi che costringono il dolore a rivelare, sotto l’assiduo pungolo dei continui ‘a capo’, alcuni tratti di quell’enigma che resterà comunque irrisolto.