“Il cda ha approvato l’esternalizzazione dell’orchestra e del coro e l’avvio della procedura di licenziamento collettivo di orchestra e coro”. È l’annuncio choc del Sindaco di Roma Ignazio Marino dopo la riunione del cda del Teatro dell’Opera di Roma.
Il licenziamento, votato all’unanimità, interessa 182 unità sulle 460 totali che lavorano in Teatro: decisione necessaria, a detta del cda, per far fronte al deficit di oltre 4 milioni di euro che si sarebbe accumulato l’anno successivo in una situazione di risanamento.
“Il doloroso e recente messaggio del maestro Muti ha determinato la frenata degli abbonamenti e la fuga degli sponsor lasciando il teatro in una situazione difficile – ha ammesso in conferenza stampa Marino.
Unica soluzione alternativa a quella che sarebbe stata la poco onorevole chiusura e liquidazione del Teatro è stata la spietata esternalizzazione di Coro e Orchestra (che probabilmente non si chiameranno neppure più Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma). “Si tratta di un modello nuovo per il nostro paese, ma già consolidato all’estero, una scelta dolorosa, ma obbligata per far davvero rinascere il teatro romano. Noi auspichiamo che tutti o almeno una parte di musicisti e artisti del coro si riuniscano e formino un soggetto” ha detto Marino.
Attraverso un rapido excursus degli ultimi nove mesi, il sovrintendente Carlo Fuortes ha spiegato come, dal momento dell’adesione alla legge Bray si sia scivolati nella situazione attuale fin alla disastrosa immagine pubblica del Teatro: il passo è stato breve attraverso una serie di scioperi e recriminazioni e la situazione poco serena ha finito per incidere negativamente sui biglietti e gli abbonamenti tanto che per la prossima stagione si prevede un deficit di oltre 4 milioni di euro.
“Coro ed orchestra costano 12 milioni e mezzo l’anno. Il risparmio previsto è di 3,4 milioni con l’esternalizzazione. Abbiamo ragionato in termini di funzionalità e di effetto economico. È una situazione difficile e dolorosa per tutti. Il licenziamento era l’unica alternativa alla liquidazione e alla chiusura del Teatro. L’esternalizzazione dell’Orchestra e del Coro è un disegno innovativo in Italia, ma in Europa molto utilizzato. Non c’era altra soluzione” ha spiegato Carlo Fuortes, Sovrindentente del Teatro in carica (contemporaneamente alla Fondazione Musica per Roma) dal dicembre 2013.
Ma come funziona esattamente la procedura?
“La procedura di licenziamento collettivo si avvia domani e dura 75 giorni: 45 giorni per le trattative sindacali per verificare se ci siano soluzioni alternative e altri 30 giorni per la trattativa su piani istituzionali. Poi si procede al licenziamento. Se si organizza tutto nel migliore dei casi già dal 1 gennaio il Teatro dell’Opera potrebbe avere una nuova orchestra e un nuovo coro. Siamo certi che questo percorso sarà all’insegna della qualità” ha ribadito Fuortes.
E se Marino spiega che per il momento resta confermata l’inaugurazione della stagione con l’Aida (il prossimo 27 novembre) che avrebbe dovuto dirigere Muti, i sindacati annunciano battaglia anche perché non era certo immaginabile e auspicabile che la situazione dell’ente lirico della Capitale potesse evolversi in modi altrettanto drastici e drammatici.