di Massimo Sgorbani
con Rosanna Gentili e Gilberto Colla
regia di Gianfranco Pedullà e Massimo Sgorbani
scene Claudio Pini – musiche Jonathan Faralli
costumi Rosanna Gentili
una produzione Compagnia Teatro popolare d’arte
inserita nel percorso di ricerca “RESIDENZE TEATRALI TOSCANE
PER LA PROMOZIONE DELLA DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA”
Consigliato ad un pubblico di età superiore ai 16 anni
Tra i nomi più apprezzati della nuova drammaturgia italiana, Massimo Sgorbani firma, con la regia di Gianfranco Pedullà, lo spettacolo “Tutto scorre”, da venerdì 17 a domenica 19 ottobre al Teatro Studio di Scandicci (ore 21 – biglietti 10/7 euro) nell’ambito di COOLT, la settimana della cultura promossa dalla Regione Toscana.
Il “tutto scorre” del titolo è quello de bagni degli autogrill, di cui la protagonista/narratrice è la guardiana: una favola nera in cui, a suon di cantilene, si narra il dolore, la vendetta e, infine, la morte. Con Rosanna Gentili e Gilberto Colla.
Al centro della scena una donna che fin da bambina ha avuto problemi di linguaggio e che – bollata da un padre ottuso e autoritario come “mezza muta e mezza scema” – vince la sua afasia “pisciando fuori le parole”. Lasciarsi scorrere la pipì tra le gambe è l’unico modo che la donna conosce per rifiutare un mondo ostile e crearne un altro, accogliente e intriso del ricordo di una madre scomparsa lasciando di sé l’eco delle favole sussurrate all’orecchio della figlia.
I personaggi diventano creature di una favola “nera” che getta una luce grottesca su una certa provincia del Nord Italia; una provincia dove i rapporti umani appaiono falsati dai luoghi comuni, dalle frasi fatte, dalla disperazione di una sottocultura fondata sui soldi, sull’idea ossessiva del lavoro, su un maschilismo banale e violento. E così in scena si confondono continuamente la vita della guardiana con il riattraversamento dei fatti salienti della sua vita passata.
L’iniziativa rinnova la collaborazione tra lo storico teatro diretto da Giancarlo Cauteruccio e la Compagnia Teatro popolare d’arte diretta da Gianfranco Pedullà, siglando un progetto condiviso tra due residenze toscane.
NOTE DELL’AUTORE – Degli uomini che fanno la pipì ai lati dell’autostrada io penso una cosa, penso che quegli stessi uomini neanche si sognerebbero di pisciare tranquillamente per le vie di una città, e questo per un fatto abbastanza ovvio, perché sull’autostrada godono di un anonimato garantito dalla velocità a cui sfreccia chi li osserva. Chi osserva sfrecciando, infatti, sta all’immobile pisciatore in un rapporto di velocità di circa 120 a 0, e dell’immobile pisciatore ha una percezione del tutto fugace. Perfino il pisciatore ha una coscienza fugace di sé, come se quella pipì la facesse nel sonno, sonno dormito in piedi contro la linea dell’orizzonte, sonno di un putto narcotizzato dai gas di scarico. Sono cose che succedono solo in autostrada. In un mondo in cui le cose hanno la durata di uno sguardo tutto tende a diventare instabile, incline al ribaltamento, e allora, alè, l’area di servizio diventa servizio di area, e Pian del Voglio diventa Voglio del Pian, e in questa fibrillazione può accadere di tutto, che Dio affermi la sua esistenza a caratteri cubitali, che il sangue trasmigri da un corpo all’altro e che l’aria si popoli di presenze effimere: efemeroi i viaggiatori nelle loro scatole semoventi, efemeros il paesaggio, efemeros l’uomo che guarda dal cavalcavia, efemeros il gatto spiaccicato sull’asfalto, efemeroi i pensieri, distratti come sono dal continuo mutamento degli scenari, dagli ingressi in galleria, dalle canzoni dell’autoradio. Ma sono cose che succedono solo in autostrada. Oppure nelle favole. Non sono sicuro che in “Tutto scorre” si parli proprio di questo. Di certo però si parla della pipì che, anche se non ha neanche una battuta, è la vera protagonista dello spettacolo. Poi si parla delle macchine, dell’autostrada, di un gatto spiaccicato sull’asfalto, delle canzoni dell’autoradio, delle favole, della pipì nel sonno e da svegli, di un uomo pietrificato, delle cose che scorrono e dell’immobilità delle stelle, della velocità delle fuoriserie e della quiete di chi piscia, della rincorsa a perdifiato di Achille e del suo distacco incolmabile dalla tartaruga. Perché assieme al “tutto scorre” di Eraclito c’è il “tutto è fermo” di Zenone, che non a caso è anche il nome di un’area di servizio della Milano-Roma. Area di servizio San Zenone, padre santificato della corsa immobile.
Massimo Sgorbani
MASSIMO SGORBANI, drammaturgo e sceneggiatore, si è diplomato in drammaturgia alla Scuola Civica Paolo Grassi. In teatro ha collaborato con attori come Franco Branciaroli, Antonino Iuorio, Ivana Monti, Sabrina Colle, Patrizia De Clara, Lucia Ragni, Ruggero Cara, Federica Fracassi. Nel 2001 ha vinto il Premio Speciale della Giuria Riccione 2001 “Bignami-Quondamatteo”, con il testo “Angelo della gravità”. Nel 2003 si è classificato secondo al Premio Fersen con il testo «Il tempo ad Hanoi”. Sempre nel 2003 ha ottenuto la “segnalazione di continuità” al Premio Riccione per il testo “Le cose sottili nell’aria”. Nell’agosto del 2008 ha ricevuto il premio Franco Enriquez per la drammaturgia. Nel maggio 2008, il Teatro Franco Parenti ha organizzato il “Focus su un autore: Massimo Sgorbani”, dieci giorni nel quale sono stati rappresentati sette suoi spettacoli a cura di Andrée Ruth Shammah. Nel marzo 2013 il suo testo “Blondi” è andato in scena al Piccolo Teatro Studio di Milano. I testi di Massimo Sgorbani sono pubblicati da Ubulibri, con il titolo di “Teatro di Massimo Sgorbani”, da Editoria&Spettacolo con il titolo “Due pezzi quasi comici”.
Biglietti
10 euro intero; 7 euro ridotto
Info e prenotazioni
Teatro Studio
Via G.Donizetti, 58 Scandicci (FI)
PRENOTAZIONI telefonicamente allo 055 7591591:
dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 17.00,
il sabato e la domenica dalle 16.00 alle 19.00
o inviando una mail a biglietteria@teatrostudiokrypton.it