Questo spettacolo, che inaugura la nuova Stagione del Teatro Stabile di Torino, è sopratutto un’indagine sul rapporto padre/figlio.
La presenza imponente di Battiston, volutamente impegnato nella doppia figura paterna Falstaff/Enrico IV dal regista De Rosa, che ne cura anche l’adattamento, vuole essere una esplicita dichiarazione analitica di “questa doppia figura di padre, già ampiamente tracciata da Shakespeare”.
Si contrappone il padre reale del giovane Hal, futuro Enrico V, al padre adottivo Falstaff, grande frequentatore di bordelli, ladri, osterie di pessimo grado.
L’ipocrisia del potere reale, che non usa parolacce ed insulti ma ha dure e spietate regole che già hanno accompagnato l’ascesa di Enrico IV e saranno trasmesse al figlio.
Scenograficamente i 2 luoghi sono rappresentati visivamente con una struttura circolare, quella di Falstaff, dove gli attori ci arrivano calandosi dall’alto ricca di letti, divani, cuscini mentre l’altro appare vuoto, spoglio, freddo. Mondo da allusioni e mollezze.
Oltre a Battiston e la sua ciurma, in scena vediamo 2 prostitute pochissimo vestite, che indossano come Falstaff pance molto voluminose.
Il Principe Hal appare perfettamente a suo agio nella nuova compagnia, e a volte il suo comportamento ed il suo linguaggio è più volgare del maestro/padre.
Il Teatro Carignano, teatro storico tra i più importanti di Torino, era quasi completamente pieno, e se si considera che lo spettacolo è in scena dal 13 Ottobre fino al 2 Novembre compreso, si capisce come il passaparola abbia funzionato bene.
Volgarità e parolacce, di cui lo spettacolo traboccava, non hanno condizionato gli spettatori torinesi, che hanno spesso applaudito e riso di gusto nei momenti giusti.
I testi tratti da Shakespeare, Verdi, Nietzsche, Kafka e Gus Van Sant erano ben assemblati e molto ben recitati. Le scelte registiche, oltre al voler provocare in modo non volgare, possiamo definirle attente al rapporto in scena fra le varie figure di attori, dove ovviamente spiccava Battiston, ma lasciando agli altri interpreti ampio spazio di intervento.
tratto da:
Enrico IV/Enrico V di William Shakespeare, traduzione Nadia Fusini
estratti da Falstaff, libretto di Arrigo Boito dall’Opera di Giuseppe Verdi
Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche
Lettere al padre di Franz Kafka
sceneggiatura di Belli e dannati (My Own Private Idaho), un film di Gus Van Sant
adattamento e regia di Andrea De Rosa
con Giuseppe Battiston, Gennaro Di Colandrea, Giovanni Franzoni, Giovanni Ludeno, Martina Polla, Andrea Sorrentino, Annamaria Troisi,
Elisabetta Valgoi, Marco Vergani
adattamento e regia Andrea De Rosa
scene e costumi Simone Mannino
luci Pasquale Mari
suono Hubert Westkemper
movimenti scenici Francesco Manetti
Fondazione del Teatro Stabile di Torino / Emilia Romagna Teatro Fondazione