con Maria Augusta Balla, Cecilia Bozzolini, Luca Busnengo, Chiara D’Anna, Francesco Gargiulo, Paola Raho, Valentina Volpatto
Video pitture dal vivo di Stefano Giorgi
Regia Michele Guaraldo
Maschere e posticci Franco Leita
Scene Laboratorio OpS
Luci Davide Bertorello
Costumi Deborah Gambino, Cristina Voglione
Produzione O.P.S. Officina Per la Scena
in collaborazione con Panta Rei Collective LTD e LAb.Acqua
con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia
DEBUTTO NAZIONALE
Progetto realizzato con il contributo della Città di Torino, della Provincia di Torino, con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia.
La Compagnia O.P.S. Officina Per la Scena, in collaborazione con Panta Rei Theatre Collective LTD e Laboratorio Aqua, presenta il debutto nazionale de I GIGANTI DELLA MONTAGNA di Luigi Pirandello Venerdi 21 e Sabato 22 novembre 2014 alle ore 20,45 al Teatro Gobetti di Torino, con il contributo di Sistema Teatro Torino e Provincia, Comune di Torino e Provincia di Torino.
La Compagnia O.P.S. Officina per la Scena ha deciso di co-produrre “I Giganti della Montagna” assieme a PANTA REI THEATRE COLLECTIVE LTD di Londra (UK), una compagnia internazionale fondata da Chiara D’Anna, che dopo breve un percorso in comune con O.P.S., si è trasferita in Inghilterra per seguire un suo suggestivo percorso artistico fondando un collettivo internazionale.
Grazie alla collaborazione dell’Associazione Lab.Aqua, invece, si dà corpo alle immagini che Pirandello ha descritto nella sua opera, attraverso un sistema di video-pittura animata: la scenografia infatti prenderà vita e potrà interagire con gli attori sulla scena, per dare forma e sostanza alle atmosfere magiche che sprigionano dalla Villa sospesa in uno spazio vuoto dove gli attori/scalognati possono dar corpo ai loro fantasmi, alle loro chimere e ai loro sogni.
In una villa isolata vive il mago Cotrone, dando ospitalità a un gruppo di maniaci e visionari che non trovano il loro posto nel mondo. Giunge un giorno, alla villa degli Scalognati, la compagnia di attori girovaghi della Contessa Ilse, che si ostina a voler mettere in scena teatro di poesia per una società che non lo apprezza. Emarginati anche loro quanto basta, gli attori della Contessa trovano nella congrega di sognatori di Cotrone un approdo ideale…
L’ultima e incompiuta opera di Pirandello ha la forma di una misteriosa fiaba filosofica, o meglio di un “mito”, come la definiva lui stesso, in cui si scontrano due opposte visioni del teatro e dell’arte: quella “intransitiva” di Cotrone, che vuole un’arte fine a se stessa, da godersi nel suo isolamento anarchico; e quella “transitiva” di Ilse, che invece ne sente la politicità e vuole portarla in mezzo agli uomini. Su entrambe si addensa come una nube inquietante la barbarie materialista dei Giganti, che, nell’epilogo non scritto, li travolgerà.
Scegliendo il testo forse più enigmatico di Pirandello, la Compagnia O.P.S. Officina Per la Scena si concentra sull’aspetto più onirico dell’opera.
In scena, dunque, sette attori e un pittore ricreano l’universo di suoni e colori della villa di Cotrone, attraverso un sistema di video-pittura animata che proietta le immagini realizzate con acqua, inchiostro, pennelli e dita come in un film d’animazione.
Luigi Pirandello ha vissuto in quella bellissima isola che è la Sicilia, dove “respiriamo aria favolosa. Gli angeli possono come niente calare in mezzo a noi…udiamo voci, risa , vediamo sorgere incanti figurati da ogni gomito d’ombra…. dove le figure non sono inventate da noi; sono un desiderio dei nostri stessi occhi.” Nei Giganti della montagna entriamo nella officina di queste figure, in quel mondo stupendo, malleabile come creta, quel tratto di spazio senza tempo identificato con La Villa della Scalogna che Pirandello stesso definisce all’inizio dell’opera “al limite, fra la favola e la realtà”.
Certo i personaggi de “I Giganti della Montagna” possono essere letti in mille modi: come incarnazione di un’idea, come manifestazione d’amore verso un teatro giudicato più vero della cosiddetta realtà, come una sorta di geniale schizofrenia controllata, come opera d’illusionismo, come descrizione di un caotico mondo dei sentimenti collettivi. Un universo di suoni e colori a cui il progetto vuole dare forma attraverso “gli Scalognati” che accolgono il viandante e gli offrono la possibilità di abbandonarsi all’immaginazione creativa, immergersi in quella continua “ebullizione di chimere che lascia concepire enormità mitologiche in una continua sborniatura celeste”. Grazie al segno che diventa ritmo musicale oltre che figura, traccia silenziosa dello scorrere della temporalità, utilizzando la pittura manuale e una videocamera che proietta le immagini realizzate con l’acqua e l’inchiostro, i pennelli e le dita, il risultato finale assomiglia a un film di animazione che da un’unica immagine che evolve e si dissolve trasformandosi di continuo, darà forma e colore ai vari momenti intensamente lirici e visionari de I Giganti della Montagna. Dopo avere messo da parte la ragione, quando i pensieri sono carichi di così tanto fuoco, colore, sapore, amore e stupore, quando l’immaginazione riesce a creare con parole, sentimenti e passioni così forti, il teatro si trasforma in pensieri viventi, perché di quel vortice conservano la musica, i ritmi, tempi, melodie, armonie, canti e perfino silenzi. Così pensano gli Scalognati, mendicanti “padroni di niente e di tutto” che, come lo scalogno, aromatizzano e danno profumo e sapore alla storia.
Per i biglietti:
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Info:
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