La collaborazione tra la compagnia Giardini dell’Arte e Il teatro dell’Inutile ha riportato il Reims all’inizio del secolo scorso, adattando a testo teatrale il romanzo forse più celebre di Aldo Palazzeschi: le Sorelle Materassi. Teresa e Carolina Materassi (Fiamma Mariscotti e Patrizia Ficini) sono sarte ricamatrici che lavorano per l’alta borghesia fiorentina e che hanno da poco accolto in casa la terza sorella, Giselda (Sandra Bonciani), più giovane di loro, con alle spalle un matrimonio finito male che la rende distaccata e cinica. Insieme a loro vive Niobe (Brenda Potenza), fidata governante che ha un’affettuosa devozione per le due signore. Sulle note de L’amore è come l’ellera la vita a Coverciano trascorre tranquilla finché giunge la notizia che la quarta Materassi è morta e chiede alle sorelle di occuparsi del figlio, Remo (bambino Neri De Donato, adulto Alessio Pollastri). Il nipote cresce viziato e abituato dalle zie a vivere come un signore, meglio come un signorotto, che ottiene tutto ciò che vuole, unico oggetto di un sentimento amoroso incondizionato perché prima sopito e ora sfogato. Il giovane finirà per scialacquare tutto il patrimonio delle Materassi in lussuriosi passatempi mondani, e quando lo avrà prosciugato tutto, lasciando le zie indebitate e spogliate ormai anche del loro altezzoso orgoglio signorile, annuncerà il suo matrimonio con la ricca figlia di un imprenditore americano.“Da fiorentino autentico – dice Marco Lombardi, che ha curato l’adattamento e la regia dello spettacolo – era normale che prima o poi sentissi il desiderio di raccontare una storia della nostra terra, delle nostre colline, e così il pensiero è andato subito alla straordinaria penna di Aldo Palazzeschi e al suo famosissimo Sorelle Materassi, prendendo ispirazione anche dagli attori con cui avrei lavorato”. Per i fiorentini leggere Palazzeschi, e le Sorelle Materassi in particolare, è come leggere un diario di famiglia, dove le abitudini quotidiane, la parlata ‘strascicata’, persino le espressioni del volto descritte, ci fanno sentire a casa e “chiudendo gli occhi, possiamo immaginare i racconti dei nostri nonni, e quasi sentire il suono delle loro voci che si fondono ai profumi delle nostre meravigliose colline”, continua Marco Lombardi, che, rileggendo e rielaborando il testo, ha provato un’autentica emozione di cui ha voluto lasciare una piccola traccia, ribattezzando due dei personaggi con i nomi dei suoi nonni.Tutto sulla scena ha un sapore di passato genuino, dalla scenografia (Elisa Vanzini) ai costumi in bianco e nero, dalla base musicale de L’amore è come l’ellera ai sottofondi drammatici ideati da Stefano De Donato, tutto ritrae un tempo non troppo lontano, statico nella sua apparente immobilità ma smosso da una tensione che esplode alla fine con una chiazza rossa di passione, che rappresenta “simbolicamente il passaggio di mentalità, il colore della follia delle Materassi verso quello che è stato il loro unico amore, venato di inconsapevole sensualità”.Questa di Palazzeschi è un’opera che difficilmente si può scostare dalle concezioni di realismo e verosimiglianza e forse proprio per questo si è prestata più volte ad essere trasposta su un palco teatrale, dove la dinamica e la gestualità scenica possono rendere la tensione sentimentale che attraversa, nel romanzo, gli animi dei personaggi, plasmata su ognuno dalla diversa caratterizzazione fisica e interpretativa degli attori.Altri interpreti (oltre ai già citati): Francesco Ritondale, Valentina Luzzi, Daniele Torrini, Silvia Moneti, Giaele Paoletti, Paola Stellabotte, Luisa di Valvasone.La compagnia Giardini dell’arte sarà al teatro Apollo di Mogliano (Macerata) sabato 15 novembre e al teatro Lauro Rossi di Macerata domenica 16 novembre per il Concorso nazionale Angelo Perugini con Un giardino di aranci fatto in casa, già vincitore di vari premi sia nella sua prima versione del 2006 che nell’ultima del 2013.Grazie a Marco Lombardi e a Sandra Bonciani per il loro tempo.