Quarto appuntamento per la Stagione Teatrale 2014/2015 del Sandro Pertini “LIVE SHOW”. Per molti abitanti di Orbassano è ormai diventata una sana abitudina uscire almeno una sera alla settimana per andare a teatro. Per spegnere la televisione, fare due passi, incontrare amici, conoscenti o solo facce nuove, chiacchierare, bere un tè con pasticcini prima di andare a letto e perché no vedere un buon spettacolo teatrale. Che può essere comico, triste, impegnato, di denuncia o altro, ma che comunque ti apre la mente e mette in funzione le tue capacità critiche, ti fa conoscere le cose da altre angolature. Questo è un aspetto importante del teatro, ha una notevole funzione aggregante, forma i giovani e gli adulti. Se poi hai la fortuna di abitare nel posto giusto non devi fare troppa strada per vedere roba di qualità. E di almeno una cosa gli abitanti di questa cittadina della periferia torinese devono essere grati a “Il Mulino ad Arte”, piccolo gruppo che fa teatro di qualità: di darsi molto da fare. Sia nell’ambito organizzativo nella gestione del Teatro Pertini, (da quest’anno si occuperanno anche di altri spazi in paesi vicini), e sia di iniziative tese ad invogliare la gente ad andare a teatro. Per esempio l’Aperiteatro, che permette di bersi un aperitivo in un bar vicino e di scalare il costo dal biglietto teatrale, oppure il tè con dei buoni pasticcini che aspettano il pubblico alla fine dello spettacolo, permettendo di “ciaciarè” su quello appena visto in modo rilassante. Oltre a varie collaborazioni con scuole e associazioni sul territorio. E poi c’è lo spettacolo, come quello di ieri sera che ci ha regalato la magia di un clown. Con gli occhi sognanti di un bambino che scopre il mondo attraverso gli oggetti, e come i bambini mette tutto in bocca per conoscere meglio le cose. André Casaca, brasiliano di Sao Paulo, nato nel 1972, attore, regista e clown, non era neanche troppo originale, ma in quel contesto tutto il pubblico partecipava. Catturato da un’esibizione vista già altre volte in mille variazioni diverse, ma che in quel momento appariva nuova, noi tutti davvero credevamo che quella bicicletta con due ali appiccicate lateralmente, avrebbe volato. Che quel tubo di gomma, così amorevolmente cullato dal clown, fosse un serpente in fase digestiva. Ritmo molto sostenuto, continuo rapporto con il pubblico e uso di un linguaggio fatto di sguardi e sorrisi. Secondo Casaca questo «spettacolo sostiene l’idea di un teatro, dove la ricerca è alla base, dove l’attore è il centro, il punto principale, ed è lo strumento per la concretizzazione dell’idea con la fisicità del corpo come veicolo principale d’espressione attraverso un linguaggio non verbale». E alla fine c’è stata la guerra pacifista concordata prima: il pubblico armato di bombe di carta mentre l’attore sparava acqua sulle prime file. Molti applausi e tutti contenti.
Di e con ANDRÉ CASACA