Palco affollatissimo per Il jazz visto dalla luna opera-poesia in forma di cunto andato in scena in prima nazionale nell’Aula Magna nel corso della stagione della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti. Ideato e raccontato da Luigi Cinque, Il jazz visto dalla luna è uno spettacolo contenitore, uno spettacolo zero, un originale concert che mette in scena la musica, i versi di Ariosto e il jazz raccontando le contaminazioni del jazz con la musica colta e la poesia attraverso uno sguardo quasi stralunato e distante.
Scorrono sugli schermi laterali e si affastellano le immagini del secolo trascorso un film-videoscenografia curato da Lazyfilm e Kinema che alterna alle pellicole di Meliesgli scontri di piazza a mostrare la cultura del Novecento con l’idea di coinvolgere lo spettatore attraverso continue contaminazioni. Speciale la presenza di Mimmo Cuticchio, maestro del cunto che affascina con il raccolto stralunato e fantasioso di Astolfo a cavallo dell’ippogrifo, in missione sulla luna a recuperare il senno del cugino Orlando diventato pazzo per amore della sfuggente Angelica. Al cunto di Cuticchio si sovrappone la musica del Balanescu Quartet, eccezionale quartetto che duetta con la Hypertext O’rchestra, nata per l’occasione dall’incontro di strepitosi solisti, l’eclettico Luigi Cinque, il pianista Sal Bonafede, il tastierista Patrizio Fariselli, l’incredibile Gabriele Mirabassi al clarinetto che spazia fra Stravinsky, AREA e Davis per approdare alla musica African Balkanian music in un turbinio di immagini, suoni, colori e immagini. Un vero e proprio sguardo disincantato sulla luna e sulla storia del Novecento all’insegna della contaminazione, inconfondibile cifra stilistica del jazz.