di e con Corrado Augias, voce narranteGiuseppe Fausto Modugno, pianoforte e voceRegia: Stefano Mazzonis di PralaferaOpéra Royal de Liège WallonieIn collaborazione con Promo Music-Corvino Meda Editore
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“Era alta, molto sottile, nera di capelli, bianco e roseo il viso. […] lunghi occhi di smalto come di giapponese, ma neri e fini, labbra di rosso ciliegia; i più bei denti del mondo; la si sarebbe detta una figurina di Sassonia.” Così Alexandre Dumas fils ricordava Marie Duplessis in À propos de La Dame aux Camélias nel tomo primo del Théâtre complet, edito da Calman-Lévy nel 1868. La bella lorette, termine con cui si designava una “femme galante d’un certain luxe de tenue”, fu la cortigiana più famosa della Parigi di Napoleone III. Nata Alphonsine Rose Plessis nel 1824 in un villaggio della Normandia da una famiglia disagiata, a sedici anni si trasferì nella capitale, diventando Marie Duplessis e intraprendendo, grazie alla particolare bellezza e alla fine intelligenza, la carriera di mantenuta. Era colta, raffinata e desiderata da tutti. A teatro, sulla balaustra del palchetto posava sempre un binocolo, un sacchetto di dolci e una camelia, bianca per venticinque giorni al mese e rossa nei rimanenti, elegante maniera per segnalare disponibilità o meno ai rapporti sessuali. Alexandre Dumas se ne invaghì tanto da diventarne amante, evento che lo spinse nel 1848, un anno dopo la morte della cocotte, a pubblicare La Dame aux Camélias, dove Alphonsine diventò Marguerite Gautier. Nel 1852 Verdi assistette alla riduzione scenica del romanzo e si convinse, assieme al librettista Francesco Maria Piave, di farne oggetto per la sua opera più celebre, La traviata, dove la protagonista assunse il nome di Violetta Valéry.
Corrado Augias, con semplice e ironica favella, ripercorre la breve esistenza della fanciulla, analizzando le abissali differenze tra il testo di Dumas e il lavoro verdiano. Sì perché, se La Dame aux Camélias è tutto incentrato sull’esplicita volontà della donna di rimanere libera di fare ciò che vuole nonostante la relazione con Armand, La traviata è invece vicenda di turbamento, redenzione, sacrificio e amore tragico.
Il maestro Modugno interviene analizzando brevemente al pianoforte alcuni punti salienti della partitura, supportato anche dalla proiezione video dell’allestimento di Stefano Mazzonis di Pralafera per l’Opéra Royal de Liège Wallonie. Nel Preludio all’atto primo c’è già tutto: il fatale destino della sventurata, la frivolezza delle spensierate feste borghesi, la disperata invocazione Amami, Alfredo. Si sofferma poi su De’ miei bollenti spiriti, con sarcastico disappunto di Augias che non ama particolarmente il giovane borghese, e su Pura siccome un angelo di Germont, il secondo vero protagonista dell’opera. La serata si chiude su l’Addio del passato, col suo accompagnamento monco che sembra simulare il mancare del cuore nella disperazione amorosa.
Alphonsine, Marie, Marguerite, Violetta: quattro alias diversi, un’unica donna, una vita agiata ma una morte precoce per tisi a ventitré anni.
Applausi da una platea entusiasta e numerosa.