La magia del Natale, l’incanto dell’infanzia, le inquietudini della realtà: c’è tutto e molto altro nello Schiaccianoci di Cajkovskji che apre la nuova stagione di balletto del Teatro dell’Opera di Roma. Un classico natalizio per eccellenza proposto nell’allestimento di Amedeo Amodio creato nel 1989 con i costumi e le scene di Emanuele Luzzati, semplicemente impagabile e perfetto per il più fantasioso dei balletti del compositore russo. Questo Schiaccianoci fuori dagli schemi è un vero e proprio cult che racconta la storia del sogno di Clara, vista attraverso l’immaginazione e lo sguardo inconfondibile dei bambini oscillando fra la meraviglia, la paura e l’inquietudine sottile suggerita fin dalla Canzone dell’Orologiaio in apertura, la suggestione del teatro d’ombra L’Asina sull’Isola e gli interventi recitati tratti dal racconto di Hoffmann con la voce di Gabriella Bartolomei. Lo Schiaccianoci di Amodio è filtrato e vissuto con gli occhi dei bambini tanto che gli adulti vengono quasi ridicolizzati nei loro gesti scomposti e amplificato. L’effetto è davvero fiabesco e incantevole, ma non sdolcinato e il gioco viene condotto da uno Manuel Parrucini (si alterna con Riccardo Di Cosmo e Giordano Cagnin), straordinario Drosselmayer in frac dall’ammaliante mimica. Alessio Rezza è un vivace Fritz, sognante la Clara bambina di Flavia Stocchi, l’eleganza dell’ètoile Gaia Straccamore (si alterna nel ruolo con Alessia Gay, Alessandra Amato, Ashley Bouder, Maria Yakovleva) è la cifra stilistica di Clara adulta, Claudio Cocino (si alterna nel ruolo con Alessio Rezza, Rezart Stafa, Giuseppe Schiavone) è un raggiante e indomito Schiaccianoci. L’effetto visivo del balletto è stupefacente, incantevole, ma sottilmente inquietante (come nelle corde di Hoffmann) per piccini e grandi, estasiati dalla visione di un’infanzia ormai dimenticata e lontana. “L’originalità del mio Schiaccianoci – dice Amodio – è nell’impostazione drammaturgica, che lo differenzia da tutti gli altri adattamenti. Il fulcro non è la festa borghese degli adulti. Rimango fedele al racconto originale di E.T.A. Hoffmann. Il punto di vista è quello dei bambini, la cui fantasia esplode nell’attesa dell’arrivo dei doni di Natale. Attraverso gli occhi di Clara ci ritroviamo nell’immaginario di una “realtà magica”. All’inedito taglio drammaturgico, si lega anche il valore aggiunto dei costumi e delle scene di Emanuele Luzzati, inconfondibile gioia per gli occhi: colorati, fantasiosi, accesi, incarnano la fantasia di ogni bimbo e lasciano volare la fantasia senza limiti con lo Schiaccianoci che si anima e che accompagna Clara in un viaggio magico in cui le danze di carattere sono sempre sorprendenti per creatività e trovate visive, dalla danza cinese con i danzatori travestiti da tazzina e teiera, al papageno che duetta con le papagene in gabbia alla danza russa in pieno stile folkloristico. Tutto viene osservato da una scena-teatro con i palchi popolati da topi agghindati da aristocratici che spiano le danze e i personaggi prima del valzer dei fiori (richiamati con un drappo impalpabile in scena) che diventano danzatrici impeccabili in leggerissimi abiti prima del passo a due finale con tutù d’ordinanza, la parte più tradizionale del balletto. Dirige sul podio Nir Kabaretti (già alle Terme di Caracalla con il Lago dei cigni) a tratti senza troppa verve, ma l’incanto visivo è tale da catalizzare l’attenzione. Da vedere o rivedere assolutamente. Dopo la prima di giovedì 18 dicembre e le prime repliche, Lo Schiaccianoci va in scena anche martedì 23 (ore 20), mercoledì 24 (ore 11) con lo speciale appuntamento natalizio, sabato 27 (ore 18), domenica 28 (ore 16.30), martedì 30 (ore 20), mercoledì 31 (ore 18), venerdì 2 gennaio (ore 20), sabato 3 gennaio (ore 15 e ore 20), domenica 4 gennaio (ore 16.30).