una commedia di Giorgio U. Bozzo e Gianni Fantoni
con Le Sorelle Marinetti
Gianni Fantoni
Francesca Nerozzi
Paolo Cauteruccio
Jacopo Bruno
e i musicisti dell’Orchestra Maniscalchi
Christian Schmitz / Adalberto Ferrari / Francesco Giorgi
Regia di Francesco Sala
Coreografie di Stefano Bontempi
Direzione Musicale di Christian Schmitz
——————-
Turbina, Mercuria e Scintilla, ovvero “le Sorelle Marinetti”, in arte rispettivamente Nicola Olivieri, Andrea Allione e Marco Lugli non finiscono mai di stupire.
L’ormai famosissimo trio “en travesti”, nato con l’intento di restituire fedelmente all’ascoltatore i successi del Trio Lescano degli anni quaranta (dell’ormai secolo scorso) nel loro infinito repertorio, ha conquistato il pubblico del Teatro Nuovo alla prima milanese.
Indubbiamente il versante nostalgico rivolto a quell’epoca ha il suo effetto ma più che altro è l’emissione vocale di ogni singolo interprete che si amalgama alla perfezione offrendo sempre esecuzioni che hanno del magico.
E ora avvertiamo lo stupore dopo aver visto “Risate sotto le bombe” che non è altro che una autentica commedia musicale costruita con garbo e ironia e ambientata nel settembre del 1943, quindi in piena guerra, in un piccolo teatro di provincia dove, causa bombardamenti e coprifuoco, le prove di uno spettacolo di varietà anziché tenersi sul palcoscenico, sono rimediate nel sottopalco, con relativi camerini a vista, in attesa del debutto, che forse non avverrà mai, in una grande città.
Le canzoni e i vari numeri danzati e recitati, tipici del varietà di quell’epoca, fanno da collegamento con le varie situazioni personali.
Si parla di fame perenne, di borsa nera, di bollettini di guerra, di case chiuse e si avverte l’autentica paura dei bombardamenti aerei che sono all’ordine del giorno.
Tutto ruota intorno alla figura di un capocomico lestofante (per usare un aggettivo dell’epoca) reso in modo impeccabile da Gianni Fantoni che insieme a Giorgio Bozzo è anche autore di questo lavoro.
Troviamo inoltre il gustoso personaggio di una soubrette in ascesa interpretato da Francesca Nerozzi, a suo agio sia nella danza che nel canto, l’ambiguo refrenista del misuratissimo Paolo Cauteruccio e il personaggio dell’aviatore costruito sul prestante e disinvolto Jacopo Bruno.
Ovviamente si fa riferimento a Macario e alle sue donnine e all’immancabile Wanda Osiris, nonché al Duce con i detti e le situazioni dell’epoca fascista.
Ma il tutto è restituito con molta misura e leggerezza.
Il pubblico ci sta, ascolta divertito e applaude con convinzione i vari brani musicali eseguiti dal vivo con l’accompagnamento di un puntuale ensemble orchestrale e l’esplosione di vivacità di tutto l’intero organico che sa far rivivere con un sorriso l’altra esplosione del periodo bellico di quell’epoca.