Come tutti gli spettacoli che si vedono al Teatro Pertini di Orbassano, anche questo appare con qualcosa in più. Sarà il clima di amicizia che si respira fra spettatori, sarà la presentazione sempre cordiale che fanno i padroni di casa di ciò che stiamo per vedere, sarà la consapevolezza che tutto quello passato sotto i nostri occhi finora è sempre stato di un certo livello, sarà la certezza che alla fine ci aspetta un thè con pasticcini e due chiacchiere se ci va, sta di fatto che siamo tutti ben predisposti da subito verso chi sta sul palco, e questo si respira. Non c’è la classica diffidenza verso un testo di cui sappiamo tutto, verso una storia vista al cinema, in televisione, in teatro, letta in più versioni e di cui abbiamo visto e sentito le più svariate interpretazioni. Per noi è come se per la prima volta ci trovassimo di fronte a questa bellissima storia d’amore, che mischia la tristezza con l’ironia, la cialtroneria con le liriche poetiche fra le più alte della storia della letteratura, la scelta di non seguire il gregge e per questo pagare fino in fondo la propria diversità. Insomma è una pietra miliare della nostra cultura e non solo. La scelta registica diPierpaolo Congiu, che è anche l’attore principale, non è per niente scontata e neppure timorosa verso cotanta fama. Al desiderio di valorizzare il testo mantenendo i dialoghi originali in rima, unisce una scenografia scarna ma ricca di possibilità, utilizzando una pedana circolare scorrevole che assume, di volta in volta, valori e luoghi diversi permettendo così alla fantasia del pubblico, di praticare un esercizio che solo il teatro ti può dare. È un Cyrano credibile sia fisicamente che caratterialmente. Ovviamente non è sufficiente attaccarsi al naso un pezzo di cartapesta, occorre essere sfrontati e teneri, sognatori e violenti, innamorati e pazzi, illusi e realisti, coscienti di sé stessi ma anche testardi e confusi. E Congiu lo era. Gli altri due attori, più giovani anagraficamente ma altrettanto credibili, Francesca Cassottana e Alessandro Berruti, erano rispettivamente la bella cugina Rossana ed il giovane e bel Cristiano, oltre ad altri personaggi che incontriamo nella storia. Anche la scelta dei costumi e delle musiche è azzeccata, pur di qualità non è mai eccessiva ed i cambi di casacca fatti quasi a vista danno un’idea sobria di ciò che è il teatro per questo gruppo. Tutti vorremmo che il finale non fosse come lo conosciamo a memoria, ma che per una volta il nasuto spadaccino riveli il suo amore alla cugina, che ella lo accetti anche se non sta per morire e finalmente vivano per sempre felici e contenti. Ma non sarà così ed alla fine una lunga serie di applausi ha salutato alla sua maniera uno spettacolo riuscito.
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Liberamente tratto da “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand
Regia Pierpaolo Congiu
Con Pierpaolo Congiu, Francesca Cassottana, Alessandro Berruti
Luci Emanuele Vallinotti Musiche Exir Gennari e Enrico Fornatto
Costumi Roberta Vacchetta
Lo spettacolo ha debuttato al Torino Fringe Festival 2014 con il sostegno di Teatro Abitato e Comune di Avigliana