commedia di Jordi Galceran
versione italiana Pino Tierno
con Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti
regia Giampiero Solari
scene Alessandro Chiti costumi Maria Grazia Santonocito
disegno luci Stefano Lattavo
direzione tecnica Stefano Orsini
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La stagione teatrale del teatro Pergolesi di Jesi si apre con “Il Prestito” una pieces attualissima che accosta comicità e banche.
Dopo il successo di “Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa” Antonio Catania e Gianluca Ramazzotti, s’incontrano nuovamente, diretti da Giampiero Solari, per dar vita a “Il prestito”, la nuova commedia in due atti di Jordie Galceran, in scena con grande successo a Madrid e Barcellona.
Siamo in una filiale bancaria, più precisamente nell’ufficio del direttore, dove un uomo in difficoltà, interpretato da Giancluca Ramazzotti, sta cercando di farsi concedere un prestito dal direttore, Antonio Catania, decisamente restio a concedergli la somma desiderata.
La situazione iniziale è comune: si concede un prestito solo se la controparte ha qualcosa di valore da mettere sul piatto della bilancia.
Ma quadro inaspettatamente cambia quando il richiedente, che non ha proprietà né garanzie, ma è un uomo onesto, minaccia il direttore in maniera del tutto inaspettata e strampalata, giurandogli che sedurrà sua moglie e che farà in modo che lei torni da lui solo se gli sarà concesso il prestito.
La vicenda esilarante sarà alimentata da un susseguirsi di errori e dubbi e il rapporto tra i due uomini finirà per ribaltarsi.
L’ufficio è l’unico ambiente dove si svolge l’intera commedia e un meccanismo ruotante, al di sotto della stanza, permette efficacemente di scandire i passaggi temporali, mentre un gioco chiaroscuri dovuto a grafica e luci fa da contrappunto ai vari momenti di crisi
Jordie Galceran, autore spagnolo, ha saputo costruire una commedia brillante che senz’altro nasce dall’ osservazione della realtà quotidiana; la traduzione, fatta per i palcoscenici italiani, non ha tradito quella carica empatica che suscita in tutto il pubblico, che di certo conosce la situazione di crisi, tanta partecipazione e risate.
Si ride molto grazie ai due attori che sanno rendere la situazione paradossale in maniera divertente ma senza scordarsi mai quella venatura drammatica e soprattutto senza mai scadere in facile comicità.
Il testo è agile e colloquiale, le battute sono valorizzate dai due interpreti che sembrano aver cuciti addosso i panni dei due personaggi, anch’essi affatto scontati nè privi di un certo spessore.
È la crisi, finanziaria, sociale e familiare il centro da cui si irradiano le risate e questa commedia, che è piuttosto un quadro umoristico, calata a pennello nei nostri tempi, addolcisce divertendo le tragedie che tutti noi conosciamo.