Un grande, grandissimo Eros Pagni è Antonio Barracano, Il Sindaco del Rione Sanità: nel ruolo che fu di Eduardo De Filippo, Pagni vince una doppia sfida avvicinandosi per la prima volta al teatro napoletano, interpretando con eleganza e maestria un personaggio chiave della drammaturgia italiana (lui che è ligure), ma anche confrontandosi con successo in un ruolo difficile che porta con sé il rischio di emulazione.
Le scene di Guido Fiorato sono essenziali e si muovono su un palco pericolosamente inclinato verso la platea quasi a offrire in pasto la storia e la morte di Don Antonio Barracano che esercita da oltre 30 anni la sua personalissima idea di legge concedendo protezione e udienze giornaliere, aiutando i deboli e amministrando la giustizia aiutato dal fedele e sempre più disincantato dottor Fabio Della Ragione interpretato da uno strepitoso Federico Vanni che divide la scena con Pagni, immensamente autorevole e ambiguo nelle sfaccettature del sindaco. La curiosissima fauna umana che circonda Don Antonio e la sua famiglia è fatta di piccoli delinquenti e di poveri strozzati dagli usurai, ma quando la strada del Sindaco s’incrocia con quella del giovane Rafiluccio diseredato dal padre, il ricco panettiere Arturo Santaniello, le cose sono destinate a cambiare.
Magnifico l’allestimento di Marco Sciaccaluga (coprodotto dallo Stabile di Genova e dallo Stabile di Napoli) che offre una versione della commedia assolutamente originale e shakesperiana che si muove fra il labile confine fra il bene e il male relativo: senza emulare in alcun modo Eduardo, Sciaccaluga crea una tragedia moderna dosando con estrema raffinatezza i momenti più popolari, quasi comici e coloriti alle scene più gravi e intense, dai monologhi di Antonio, alle considerazioni sul mondo “quadrato” e “tondo”, fino alla presa di coscienza totale del dottor Della Ragione.
I personaggi (con i costumi di Zaira de Vincentiis che rispecchiano gli Anni Sessanta) che si muovono intorno a Pagni e Vanni, sono vivi e assolutamente reali, senza mai cedere alla macchietta in quasi tre ore di spettacolo.
“Il sindaco del Rione Sanità è una commedia complessa che mescola comico e tragico, realismo e simbolismo (anche cristologico) – dice Sciaccaluga – Un testo abitato da un protagonista, Antonio Barracano, fondamentalmente ambiguo, essendo egli insieme un capo camorra e un idealista, una sorta di Robin Hood degli ignoranti; un personaggio la cui grandezza sta proprio nella capacità di mescolare il male e il bene, il positivo e il negativo, l’alto e il basso. È in questo senso che l’ho messo in scena come uno dei testi più shakespeariani di Eduardo. A me non sembra che Il sindaco del Rione Sanità sia tanto una commedia radicata in una ideologia, quanto una tragedia le cui autentiche radici affondano nell’esistenza umana”. Un grande spettacolo di Sciaccaluga che rende omaggio a Eduardo e ne coglie la moderna complessità senza mai emularlo o straziarlo. In scena al Teatro Quirino di Roma fino al 1 febbraio.