Per volare basta pensare a pensieri felici. In fondo non dovrebbe essere così difficile, almeno a Peter Pan riesce. E riesce davvero, volteggiando da un lato all’altro del palcoscenico legato a una corda, tra gli oh di stupore dei bambini (ma anche degli adulti). È solo una delle tante sorprese di “Peter Pan”, lo spettacolo della Compagnia dei Giovani del Teatro Vascello (prodotto da Tsi La Fabbrica dell’Attore), in scena fino a domenica 11 gennaio al Teatro Vascello di Roma (in via Giacinto Carini 78). Una performance che tiene assieme recitazione, canzoni (eseguite ovviamente dal vivo), balletti, video ed “effetti speciali”: una mescolanza di suggestioni cucita con maestria dal notevole lavoro di immaginazione e fantasia di regista (Maurizio Lombardi) e scenografa (Clelia Catalano, autrice anche dei tanti costumi), e dall’indiscussa bravura, verve e senso del ritmo degli otto attori (Valentina Bonci, Isabella Carle, Matteo Di Girolamo, Marco Ferrari, Chiara Mancuso, Valerio Russo, Pierfrancesco Scannavino, Maya Vassallo), impegnati in un vorticoso cambio di abiti e personaggi.
Il testo segue il canovaccio classico dello scrittore scozzese James Matthew Barrie (il romanzo è del 1911), ma viene corredato di giochi di parole, battute, caricature, situazioni comiche, riferimenti scherzosi all’attualità, risultando quindi moderno e godibile anche (e forse soprattutto) da un pubblico adulto. La rilettura giocosa, però, non fa certo perdere le dimensioni poetica e fantastica del testo: quel mondo di sirene e indiani, di fate e pirati e coccodrilli, quell’Isola Che Non C’è popolata “dai bimbi scivolati via dai passeggini”, sono comunque trattati con improvvisi cambi di scena e di registro, che riportano l’atmosfera su piani incantati. Uno spettacolo completo, insomma, il cui segno distintivo è il colore: acceso sul volto di Capitan Uncino, sgargiante nei costumi dei pirati, tenue e fiabesco in Wendy e Trilli, una partitura cromatica che spande attorno a sé allegria, gioia di vivere, voglia di sognare.