Negli ultimi anni i social network hanno completamente cambiato il nostro modo di approcciarci al mondo, di comunicare, di raccontare noi stessi, ma possono anche cambiare i movimenti del corpo? Può la tecnologia omologare anche i gesti oltre che i pensieri? A chiederselo è Gennaro Cimmino, coreografo e direttore del Centro di Danza Contemporanea Körper di Napoli, che firma il progetto, i costumi e la regia dello spettacolo Aesthetica esercizio n°1, in prima nazionale il 13, 14 e 15 febbraio al Teatro Piccolo Bellini.
Le coreografie di Gennaro Maione e dello stesso Cimmino, racconteranno il rapporto corpo/social. In scena i danzatori Sabatino Ercole, Flavio Ferruzzi, Nello Giglio, Giovanni Imbroglia, Gennaro Maione, Antonio Nicastro. Le musiche originali sono di Vito Pizzo, il disegno luci di Gianni Netti, la realizzazione dei costumi di Mario Strino. Lo spettacolo è la nuova produzione della Compagnia di Danza Körper, che quest’anno ha ottenuto il riconoscimento da parte del Mibact.
Il titolo “Aesthetica esercizio n°1” perchè si racconta appunto l’estetica del comportamento umano nella contemporaneità. Il numero 1 indica il primo percorso di un trittico che vuole raccontare il comportamento umano omologato dai social network.
Un lavoro che parte come confronto generazionale tra i giovanissimi ballerini e il cinquantenne Cimmino. La cautela degli adulti e l’automatismo dei giovani raccontati in uno spettacolo che promette di fondere parola, musica e danza con sapiente ironia.
Una performance che farà riflettere e omaggerà anche l’intellettuale che prima di tutti aveva profetizzato l’omologazione portata dalla società dei consumi, ossia Pier Paolo Pasolini, di cui quest’anno ricorre il quarantennale della morte.
«L’esercizio n°2», annuncia Cimmino, «sarà un lavoro sulla differenza di generi, un approfondimento sul femminile e sul maschile». E sull’esercizio che andrà in scena nel week end aggiunge: «Attraverso un percorso non narrativo, lo spettacolo procede per suggestioni e nuclei espressivi discontinui, propri della narrazione “social”, che si succedono senza soluzione di continuità. “Nel contemporaneo digitalizzato l’identità diventa “fluida”!»