Claudio Bisio non sa tradire. Non può, sicuramente non vuole, senz’altro non ne è capace. “Il testo di Michele Serra mi ha entusiasmato subito”, aveva rivelato alla vigilia della prima. Del resto, lo scritto di Serra gli calza a pennello, capace com’è di raccontare un disagio esistenziale per mezzo di una comicità mai banale ed a tratti dolorosa. La forbice generazionale che separa padre e figlio è, in Father and Son, trattata con un rispetto doveroso, che diverte e commuove. Accompagnato da due eccellenti musicisti – una violinista ed un chitarrista – Bisio si muove attraverso uno spazio metaforico, ripercorrendo il rapporto che lo lega al figlio, al quale tenta di strappare una promessa: un’escursione sul mitico Colle della Nasca, nel quale ritrovare una simbiosi perduta. L’arte di invecchiare e quella di crescere si scontrano sull’impervio terreno della quotidianità, in un crescendo di incomprensioni e dilemmi da sbrogliare, tra atteggiamenti che risultano incomprensibili all’uno e che sono, invece, del tutto naturali per l’altro. Al termine dello spettacolo, il padre scoprirà che questo figlio – assente sul palco per tutta la durata dello spettacolo, come a volerne sottolineare la distanza – gli è in realtà passato ben oltre senza, tuttavia, allontanarsi da lui. Il Colle della Nasca, allora, sarà un’occasione per scoprire che il ragazzo è già maturo, e che quell’incomunicabilità altro non è che una strada necessaria per farsi strada lungo la vita.
La Pergola – che ha annunciato il tutto esaurito per lo spettacolo di Bisio – ha subito mostrato sintonia con il popolare attore, e non va sottovalutata la presenza di giovani, curiosi all’inizio dello spettacolo ed entusiasti alla fine, come se – oltre al riso, spontaneo e fresco – fossero riusciti a trovare il loro posto in questa eterna diatriba generazionale.
Il testo di Michele Serra, con il quale la critica cosiddetta di destra non è stata certo tenera, è spassoso, eppure non riesce ad andare oltre il cliché del classico rapporto tra padre e figlio, ed è necessaria tutta la bravura dell’attore in scena perché alcuni tratti lievemente usurati siano degni di attenzione. Certamente, la colpa, non è di Bisio e, forse, neppure di Serra. La vita, in fondo, è sempre uguale. Per chiunque.