Coreografie: Marinel Stefanescu
Maitre du Ballet: Liliana Cosi
Assistente: Beatrice Flaborea
Capotecnico: Massimo Della Bella
Realizzazione costumi: Maria Toasca
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La “Compagnia Balletto Classico Liliana Cosi-Marinel Stefanescu” è festosamente ritornata a Milano, ospite dello storico palcoscenico del Manzoni e lo ha fatto in grande stile; in apertura la divina étoile Liliana Cosi, pietra miliare della danza internazionale, ha introdotto la Compagnia dando il via alla sinfonia delle danze.
Nella prima parte, Ilaria Grisanti, Mirei Tanaka, Walter Maimone e Gabriele Togni ad affrontare l’antica danza “Polonaise” su musiche di Ciakovski dall’andamento maestoso. A seguire “La bella addormentata nel bosco” nella celebre coreografia di Marius Petipa con Michela Creston nel ruolo della Fata dei Lillà; Bianca Assad nel ruolo della Principessa Aurora e Tiljaus Lukaj nel ruolo del Principe Desiré, un balletto che da sempre è l’espressione più completa dei canoni estetici e interpretativi, il quale offre ai più grandi ballerini un ruolo ricco di sfumature. Affascinante poi la “Czardasc” da “Raymonda” di Alexandr Glazunov con Andrea Caleffi, Ilaria Grisanti e Mirei Tanaka. Il fiabesco “L’uccello azzurro e la principessa Florina” dal 3° atto della “Bella Addormentata nel Bosco” di Ciakovski-Petipa con Akira Akiyama e Shuntaro Ifuku. “Sogno d’amore” di Franz Liszt – G. Popescu con Michela Creston e Alexandr Serov, un passo a due drammatico, con una partitura farcita di sfumature psicologiche. A seguire la suite dal “Don Chisciotte” di Ludwig Minkus con la coreografia “classica russa” e in parte del maestro Stefanescu; Fandango: costituito da Andrea Caleffi, Mirei Tanaka, Walter Maimone. Pas de deux: con Bianca Assad e Rezart Stafa, un duo di struggente bellezza stilistica e innocenza.
La seconda parte si è aperta con “Come due colombe” di Tomaso Albinoni con Michela Creston e Colette Gasperini, Alexandr Serov e Tiljaus Lukaj, un balletto innovatore dove il neoclassico sposa il clima contemporaneo. Il linguaggio classico ritorna con “Fiamme di Parigi” di Boris Assafiev e V. Vainonen con l’attenta Elena Casolari e Rezart Stafa, un ballerino molto dotato, il quale possiede tutti i crismi consoni all’arte coreutica in una costruzione decisiva e narrativa. Il balletto “Ricordo” (Nottuno opera 72 n. 1) di Fredrich Chopin con Michela Creston e Tiljaus Lukaj si è rivelato un’eccellente esempio di creatività nella fusione di tradizione e romanticismo mediante il fuoco della passione figurativa. “Doina” su musica popolare rumena con Shuntaro Ifuku, un canto di dolore senza lacrime, ha svelato pienamente il carattere moderno delle atmosfere in cui il coreografo ha unito la spiritualità all’appassionata tradizione tersicorea in una sorta di preghiera poetica. “Spartacus” (Adagio) di Aram Kaciaturian con Elena Casolari e Alexandr Serov, un passo a due che si è trasformato in un rito del “movimento corporeo” dando valore e impatto visivo all’intero impianto coreografico. Per chiudere in bellezza il galà con un inno dal titolo “Nostalgia” (II Rapsodia di Franz Liszt), interpreti Bianca Assad, Rezart Stafa, Andrea Caleffi, Ilaria Grisanti, Mirei Tanaka, Tiljaus Lukaj, Walter Maimone e Gabriele Togni.
Una serata in cui esce vincitrice la compagine di grande bellezza e affiatamento, scenografie, luci e costumi di raffinata eleganza, nel solco della tradizione, in cui si sottolinea la fisicità del virtuoso Rezart Stafa: generosa presenza scenica, pulito nella tecnica, il quale rivela proporzione e nitore espressivo. Nella totalità, il programma di sala si è rivelato un connubio d’unione di alcune tra le più belle pagine del grande repertorio classico con la fusione della contemporaneità in tutta la sua appagante artisticità.
Liliana Cosi e Marinel Stefanescu: binomio di garanzia e qualità, hanno offerto al pubblico e ai propri allievi, sofisticate composizioni di preziosi autori in un affresco di stili ben amalgati, al fine di portare in luce le capacità accademiche e sentimentali di tutti i danzatori, incarnando con grazia momenti di suggestiva emozione.
Platea plaudente e convinta in un crescendo di consensi finali.