Lunedì 23 e martedì 24 febbraio (ore 21) il teatro di Jon Fosse approda sul palcoscenico dell’India con il primo dei tre testi del focus dedicato alla drammaturgia del celebre autore norvegese.
Ad aprire il TRITTICO JON FOSSE – il progetto del Teatro di Roma e ATCL che affida la regia di tre testi dell’autore a tre giovani registi – è Suzannah per la messinscena di Thea Dellavalle con protagoniste Bruna Rossi, Irene Petrisi e Barbara Mazzi, tre donne che amano lo stesso uomo. Ma non un uomo comune, bensì il drammaturgo norvegese Henrik Ibsen.
Le tre donne che lo aspettano e ne parlano per consumare l’attesa sono in realtà una sola donna: sua moglie Suzannah Thoresen. È proprio attraverso gli occhi della donna, in tre prospettive temporali, si tratteggia il ritratto dell’uomo e contemporaneamente si delinea il percorso del rapporto di coppia. Violando il corso univoco del tempo, Fosse ci presenta Suzannah in tre differenti età, con le parole e lo sguardo catturati attraverso tre prospettive che disegnano il profilo di quest’uomo famoso e schivo, pieno di contraddizioni. La compresenza delle tre donne ci rende spettatori del lavoro del tempo, della costruzione di un carattere: un incessante deposito di gesti, di pensieri, di immagini e di momenti, piccoli e cruciali, indelebili e già dimenticati. Al di là della vicenda strettamente biografica, Jon Fosse crea con il suo testo una sintesi efficace e densa dell’esistenza, non solo del femminile, paragonabile a famose opere pittoriche come quelle di Munch o Klimt. Così, il nostro sforzo continuo e testardo alla ricerca del senso sembra “riconciliarsi” solo nel mistero profondo della relazione con l’altro.
Ad accompagnare il TRITTICO, lunedì 23 febbraio (ore 17) nella Sala Squarzina del Teatro Argentina si terrà l’incontro pubblico dal titolo Jon Fosse. Paesaggio nordico con figure condotto da Antonio Audino, un’occasione per indagare l’universo del drammaturgo contemporaneo norvegese che, attraverso il suo linguaggio lucido e acuminato, scandaglia i rapporti affettivi che si instaurano nella società dei nostri giorni. Al centro dell’interesse dell’autore ci sono gli individui con i loro legami matrimoniali, familiari, sentimentali di vario genere, ma soprattutto le complicazioni di quelle dinamiche e le tensioni più profonde e oscure. Così Fosse si lega al suo conterraneo Henrik Ibsen, ma anche alle più recenti e scottanti riflessioni tracciate dallo svedese Ingmar Bergman.
Il secondo dei tre testi del focus è affidato alla regia di Alessandro Greco con Io sono il Vento il 25 e il 26 febbraio (ore 21), con in scena Giulio Maria Corso e Eugenio Papalia. Un dramma di grande fascino e di straordinaria modernità che racconta la storia di due uomini su una barca: due personaggi che ci accompagneranno attraverso lo scavo emotivo architettato da Fosse, come se loro stessi non conoscessero la loro condizione. Al pubblico è affidato il compito di decidere i rapporti che li legano, le loro scelte, le loro intenzioni. Il dialogo interiore sulla vita e sulla morte, ma anche sulla libertà, la memoria e il controllo, parla alle identità di tutti, perché la ricerca di senso è la molla esistenziale che conferisce sostanza ai nostri pensieri e alle nostre vite.
A chiudere il trittico Vincenzo Manna che porta in scena Inverno con Anna Paola Vellaccio e Flaminia Cuzzoli, il 27 e 28 febbraio (ore 21) e l’1 marzo (ore 18). Una gelida alba d’inverno, un parco, una ragazza un po’ sbronza, forse drogata, seduta su una panchina e una donna in cappotto e tailleur, che passa veloce con la sua ventiquattrore. Fra di loro inizia ben presto un inquietante passo a due, scandito da una partitura di gesti minimi e frasi smozzicate, che sottolinea i momenti di un incontro impossibile. Una sorta di immaginario match di box sentimentale all’apparenza destinato a non rompere l’evidente incomunicabilità che separa una giovane prostituta e una donna, una borghese per lavoro spesso lontano dal marito e dai due figli. Ma proprio l’incontro casuale è l’inizio di una tenera e dolorosa storia d’amore che si snoda fra il chiuso di anonime camere d’albergo, solitari giardini urbani e pub dove si cerca di vincere la solitudine.
Gli appuntamenti alla scoperta del teatro di Jon Fosse continuano sabato 28 febbraio (ore 17) al Teatro India con il convegno Jon Fosse. Luci e Ombre, moderano Rodolfo di Giammarco e Sergio Lo Gatto. Saranno presenti i tre registi del focus, Thea Dellavalle, Alessandro Greco e Vincenzo Manna, insieme con i registi Valter Malosti, Valerio Binasco e Gian Maria Cervo, che hanno già incontrato in scena le parole del drammaturgo norvegese. Gli incontri, a cura di Teatro di Roma e ATCL, sono realizzati in collaborazione con la Reale Ambasciata di Norvegia.
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23 febbraio | 24 febbraio .15
SUZANNAH
di Jon Fosse
traduzione di Thea Dellavalle
progetto di Thea Dellavalle e Irene Petris
regia di Thea Dellavalle
con Bruna Rossi, Irene Petris, Barbara Mazzi
luci Paolo Pollo Rodighiero
suono Marco Olivieri
consulenza alla scena Maurizio Agostinetto
produzione Il Mulino di Amleto in collaborazione con Ric – Rieti Invasioni Creative 2014
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25 febbraio | 26 febbraio .15
IO SONO IL VENTO
di Jon Fosse
regia, adattamento e scene AlessandroGreco
con Giulio Maria Corso e Eugenio Papalia
assistente alla regia e disegno luci Pietro Seghetti
musica e sound design Enrico Minaglia
produzione Morel film in collaborazione con Ric – Rieti Invasioni Creative 2014
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27 febbraio | 1 marzo .15
INVERNO
di Jon Fosse
traduzione, adattamento e regia Vincenzo Manna
con Anna Paola Vellaccio e Flaminia Cuzzoli
Produzione Florian Teatro Stabile di Innovazione in collaborazione con Ric – Rieti Invasioni Creative 2014
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INFO TEATRO INDIA: Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma
Ufficio promozione Teatro di Roma: tel. 06.684.000.346 – www.teatrodiroma.net
NORVEGIA CARD: 32 € per 4 ingressi (card tematica per vedere almeno due degli spettacoli al costo di 8 €)