coreografia: A. Omodei Salè e F. Veratti
interpreti: Balletto di Milano
proiezioni scenografiche
e dipinti: Daniela Grifoni
con la partecipazione di Enrico Beruschi
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Sul palcoscenico del salotto milanese della danza, i ballerini diretti dal maestro Carlo Pesta, hanno sapientemente reso omaggio a una delle eccellenze operistiche dell’Ottocento, il geniale compositore Giuseppe Verdi, nell’esecuzione del balletto “W Verdi” con le eleganti coreografie originali di Agnese Omodei Salè e Federico Veratti.
Nelle vesti del Cigno di Busseto, l’attore Enrico Beruschi, fine dicitore e sagace cronista dell’epoca. Un doveroso e delicato omaggio all’estro artistico del maestro Verdi e alle sue pagine dedicate ai ballabili; una serata in danza che si è rivelata un pregevole strumento per addentrarsi nell’innovativa poesia dei balletti creati per le opere liriche di Verdi.
L’interesse del celebre compositore per l’arte tersicorea risale al 1847, quando l’Opéra di Parigi gli chiese di includere un balletto in ogni sua opera; infatti il maestro dedicò intere e indimenticabili pagine di grande respiro e prestigio alle parti danzate, infondendo un valoroso aiuto alla crescita artistica del mondo coreutico.
“Aida” le cui danze scenografiche raggiungono la maestosità nel famoso Trionfo; l’amata “Danza delle Streghe” tratta dal Macbeth, per continuare con “Traviata” che pur non racchiudendo ballabili, si presta visivamente per le caratteristiche sonore alle danze grazie a pezzi come i cori di Zingarelle, Libiamo, Toreri ed estratti dai preludi, lo struggente ballabile “Le quattro stagioni”, tratto dai Vespri Siciliani che include in sé un gioiello “in movimento” tra grazia ed emozione, coreografie inedite sulle musiche di Otello, Attila e il celebre valzer riscoperto da Luchino Visconti per il gran ballo nel film “Il Gattopardo”.
La compagnia del “Balletto di Milano” si è mostrata ben preparata e ispirata, le musiche assemblate con chiarezza e precisione; i costumi dai toni raffinati hanno donato sfumature suggestive allo spettacolo.
Le coreografie di Agnese Omodei Salè e Federico Veratti “danzano” per linee essenziali in un crescendo di abilità tecnica, ponendo in risalto le capacità dei singoli.
Un interessante sposalizio di elementi fusi nel vigore musicale attraverso l’elaborazione di un linguaggio realistico che ha avuto il merito di scavare in profondità nella psicologia dei protagonisti, offrendo all’appagato pubblico una poderosa raffigurazione dell’intreccio tra visioni oniriche e realtà, il tutto accompagnato dalla freschezza dell’ensemble milanese, confermando che il connubio tra danza e musica rivela e riscuote la massima espressione artistica e culturale anche e soprattutto nell’incorniciare le immortali note dell’inventiva verdiana.