Alessandro Carbonare clarinetto
Antonio Pappano pianoforte
Schumann Fantasiestücke op. 73
Brahms Sonata per clarinetto e pianoforte op. 120 n. 2
Schumann Romanzen op. 94
Brahms Sonata per clarinetto e pianoforte op. 120 n. 1
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Antonio Pappano pianista, Antonio Pappano direttore: doppia veste e duplice impegno per il Maestro anglo italiano che venerdì 20 marzo (ore 20,30 – Sala Sinopoli) siederà al suo strumento d’elezione, il pianoforte, per accompagnare Alessandro Carbonare, celebre clarinettista (nonché primo Clarinetto dell’Orchestra di Santa Cecilia), in un programma dedicato Schumann e Brahms, Sabato 21 marzo Pappano torna sul podio per dirigere l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ne L’isola dei morti e nel Concerto per pianoforte n. 1 di Sergej Rachmaninoff e nella Sinfonia n. 2 di Jean Sibelius.
Il duo Pappano-Carbonare il 20 affronterà le Sonate op. 120 n. 1 e n. 2 di Johannes Brahms, vere e proprie pietre miliari del repertorio per clarinetto e pianoforte. D’altra parte Brahms trovò nel clarinetto un mezzo particolarmente adatto alle sue idee musicali e alla qualità stessa degli impasti sonori che prediligeva. In Schumann, invece, il clarinetto si fa cantore di un mondo immaginato, sognante e popolato di storie e leggende, come indicano chiaramente le Fantasiestücke op. 73 e le Romanzen op. 94 banco di prova straordinario per esaltare le qualità dei due illustri interpreti.
Con il concerto di sabato 21 marzo, invece, (Sala Santa Cecilia ore 18; repliche lunedì 23 ore 20.30 e martedì 24 ore 19.30) continua l’omaggio dell’Accademia di Santa Cecilia a Jean Sibelius – per i centocinquanta anni dalla nascita – di cui Pappano dirigerà la Seconda Sinfonia, composta tra il 1901 e il 1902 a Rapallo e a Santa Margherita, dove Sibelius trascorse un periodo insieme alla sua famiglia, e fu ispirato dalla luce e dai colori del mare ligure. Parentesi rigeneranti, quelle italiane, che si alternavano ai lunghi periodi nella quiete della campagna a trenta chilometri da Helsinki, dove Sibelius componeva e viveva in appartata concentrazione, plasmando nelle forme tradizionali del Concerto e della Sinfonia i temi popolari della terra natia. Lo “Schubert finnico”, come lo definiva il suo caro amico Ferruccio Busoni, non poteva fare a meno di continui riferimenti alla melodia del suo Paese che “gli scorre dal cuore alla penna”. E i finlandesi hanno percepito presto questo forte legame, eleggendolo a compositore simbolo della loro Nazione. In particolare, la Sinfonia n. 2 divenne inno della lotta per la liberazione nella campagna di indipendenza che in quegli anni veniva combattuta nei confronti della Russia zarista di Nicola II.
Nel clima di tardo Romanticismo rientrano anche le due pagine di Rachmaninoff, la corrusca ma fascinosa Isola dei morti ispirata al celebre quadro di Böcklin e il giovanile ed esuberante Primo Concerto per pianoforte. Tutte pagine ideali per la classe di Antonio Pappano – sul podio dell’orchestra ceciliana – e per il virtuosismo del giovane pianista Alexander Romanovsky.
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Alessandro Carbonare
Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 2003, Alessandro Carbonare ha vissuto a Parigi, dove per 15 anni ha occupato il posto di primo clarinetto solista all’Orchestre National de France. Sempre nel ruolo di primo clarinetto, ha avuto importanti collaborazioni anche con i Berliner Philarmoniker, la Chicago Symphony e la Filarmonica di New York. Si è imposto nei più importanti concorsi internazionali: Ginevra, Praga, Tolone, Monaco di Baviera e Parigi. Dal suo debutto con l’Orchestra della Suisse Romande di Ginevra, Alessandro Carbonare si é esibito come solista, tra le altre, con l’Orchestra Nazionale di Spagna, la Filarmonica di Oslo, l’Orchestra della Radio Bavarese di Monaco, l’Orchestre National de France, la Wien Sinfonietta, l’Orchestra della Radio di Berlino, la Tokyo Metropolitan Orchestra e con tutte le più importanti orchestre italiane. Ha registrato gran parte del repertorio per Harmonia Mundi e JVC Victor dando anche grande impulso alla nuova musica per clarinetto, commissionando nuovi concerti a Ivan Fedele, Salvatore Sciarrino, Luis De Pablo e Claude Bolling. Appassionato cultore della musica da camera è da sempre membro del Quintetto Bibiena e collabora regolarmente con eminenti artisti ed amici come Mario Brunello, Marco Rizzi, Pinkas Zukerman, Alexander Lonquich, Emmanuel Pahud, Andrea Lucchesini, Wolfram Christ, Il Trio di Parma, Enrico Dindo, Massimo Quarta, Luis Sclavis, Paquito D’Riveira e molti altri. Da sempre attratto non solo dalla musica “ classica”, si esibisce anche in programmi jazz e klezmer. Importanti le collaborazioni con Paquito D’Riveira, Enrico Pieranunzi e Stefano Bollani. «Guest Professor» in alcuni tra i più importanti Conservatori di tutto il mondo (tra cui Royal College di Londra, Juillard School di New York, Conservatorio Superiore di Parigi, School of Arts di Tokyo) ha fatto parte delle giurie di tutti i più importanti concorsi internazionali per il suo strumento. Su invito di Claudio Abbado, Alessandro Carbonare ha accettato il ruolo di primo clarinetto nell’Orchestra del Festival di Lucerna e nell’Orchestra Mozart con la quale, sempre sotto la direzione di Abbado, ha registrato per Deutsche Grammophon il Concerto K622 al clarinetto di bassetto, lavoro che ha vinto il 49° Record Academy Awards 2013. Il suo impegno sociale lo vede presente a sostenere progetti che possano contribuire al miglioramento della società attraverso l’educazione musicale, ha infatti assistito Claudio Abbado nel progetto sociale dell’Orchestra Simon Bolivar e delle orchestre infantili del Venezuela.
Grande successo ha ottenuto il cd per Decca “the Art of the Clarinet”, mentre il canale satellitare SKY-CLASSICA gli ha dedicato un ritratto per la serie «I Notevoli». È professore di clarinetto all’Accademia Chigiana di Siena.
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Alexander Romanovsky
Descritto da Carlo Maria Giulini come “un pianista di grande talento”, Alexander Romanovsky si è affermato sulla scena internazionale vincendo il Primo Premio del prestigioso Concorso Internazionale “Ferruccio Busoni” di Bolzano, all’età di diciassette anni. Hanno fatto seguito tre CD sull’etichetta Decca con le musiche di Schumann, Brahms, Rachmaninoff e Beethoven che sono stati altamente acclamati dalla critica internazionale. Il New York Times ha definito Romanovsky “speciale, non solo possiede una tecnica straordinaria e la creatività nei colori e nella fantasia, ma è anche un musicista sensibile e un lucido interprete.” Alexander Romanovsky è apparso da solista sia con la Mariinsky Orchestra diretta da Valery Gergiev nella Mariinsky Concert Hall di San Pietroburgo sia con la Russian National Orchestra diretta da Mikhail Pletnev alla Tchaikovsky Concert Hall di Mosca, come anche con la Royal Philharmonic Orchestra alla Barbican Hall e la English Chamber Orchestra. È stato invitato ai maggiori festival europei, tra i quali La Roque d’Anthéron in Francia, il Klavier-Festival Ruhr in Germania, il White Nights Festival di San Pietroburgo, il Chopin Piano Festival in Polonia ed il Festival di Stresa. Nella stagione 2011 Alexander Romanovsky ha debuttato con la New York Philharmonic Orchestra e Alan Gilbert al Vail Valley Music Festival e con la Chicago Symphony Orchestra e James Conlon al Ravinia Festival; inoltre è stato in concerto con l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, la Royal Philharmonic Orchestra e la Tchaikovsky Symphony Orchestra. Nella scorsa stagione Alexander Romanovsky ha inaugurato la “Master Pianists Series” al Concertgebouw di Amsterdam, ha fatto ritorno a Mosca, San Pietroburgo, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, alla Sala Verdi del Conservatorio a Milano, al Teatro Sociale di Como ed ha debuttato con la Filarmonica della Scala, la Hallé Orchestra, la Bournemouth Symphony Orchestra, la Caracas Symphony Youth Orchestra e la Yomiuri Nippon Symphony Orchestra. Dal 2013 Alexander Romanovsky è il direttore artistico del Concorso Internazionale di Vladimir Krainev per giovani pianisti. Nel 2014 è uscito il nuovo CD su etichetta Decca con le due Sonate di Rachmaninoff. Tra gli impegni futuri un tour con la NHK Symphony Orchestra e Gianandrea Noseda in Giappone e con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Antonio Pappano e recital in vari paesi d’Europa. Nato in Ucraina nel 1984, Alexander Romanovsky comincia lo studio del pianoforte all’età di cinque anni. A tredici si trasferisce in Italia per studiare all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola con Leonid Margarius che Romanovsky considera la figura più influente nella sua vita musicale. Nel 2009 consegue l’Artist Diploma presso il Royal College of Music di Londra.
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Stagione di Musica da Camera
Auditorium Parco della Musica – Sala Sinopoli
Venerdì 20 marzo ore 20,30
Biglietti da 18 a 38 euro – Infoline 068082058