Da venerdì 13 al lunedì 16 marzo Ennio Marchetto porta sul palco del Teatro Bobbio un divertente spettacolo denso di musica e scene esilaranti. Di e con Ennio Marchetto lo spettacolo Carta Canta regala al pubblico, sempre numeroso ed attento, del Teatro Bobbio un’ora di lieto intrattenimento. Con quasi venti anni di carriera Marchetto ha avuto modo di essere apprezzato in prestigiosi teatri di Edimburgo, Londra, Parigi, Berlino, New York, Los Angeles, il suo spettacolo nato proprio dalla carta, come si deduce dal titolo, è particolare e sempre sorprendente. Con la carta Marchetto costruisce costumi raffiguranti personaggi famosi e star internazionali riconoscibili anche grazie alla sua formidabile mimica. Un artista poliedrico e assolutamente dinamico che con la sola movenza del volto e delle braccia riesce ad imitare la grande Mina, Madonna, Liza Minelli, Marilyn Monroe, Eduard mani di forbice, Vasco Rossi, Michael Jackson. La bravura non è solo nell’inventiva della figurazione delle carte peraltro sorprendente ma anche nella prova d’attore solo in scena e senza coreografie. Lo spettacolo ha i tempi giusti, il volto è sempre in movimento, gli occhi sono ora dilatati, ora socchiusi a fessura per suggerire uno o l’altro personaggio. La bocca, marcatamente rossa è in perenne azione con sberleffi e scherni, le musiche sono coinvolgenti e dinamiche, il pubblico rumorosamente contento. Onore quindi alla bravura dell’artista ma anche al Teatro Stabile di Trieste la Contrada, dal 2006 denominato anche Teatro Bobbio in onore del suo presidente, che propone un cartellone di eventi sempre particolari ed interessanti. In questi giorni il Teatro Bobbio sta attraversando delle difficoltà in quanto è stato immeritatamente declassato ed ancora una volta la cultura deve dimostrare alla politica di essere e di valere e purtroppo non avviene mai il contrario. Un in bocca al lupo quindi al teatro Bobbio ed a tutte le realtà culturali italiane che combattono contro la burocrazia e l’ignoranza. L’augurio sincero per oggi e per il futuro è che la cultura faccia davvero la differenza e non la finta economia delle egemonie.