diretto e interpretato da Corrado Accordino
assistente alla regia Valentina Paiano
costumi Maria Chiara Vitali
animation project by MicrofilmStudio
lead animator Federico Cadenazzi
animators Chiara Lorenzon e Marco Enea Spilamberto
graphic illustration Chiara Vitale
produzione La Danza Immobile/Teatro Binario 7
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«… Cayetano prese la mano di Sierva Marìa e se la posò sul cuore.
Lei vi sentì dentro il fragore della sua bufera.
Sono sempre così, disse lui.
E senza lasciare tempo al panico si liberò della materia torbida che gli impediva di vivere.
Le confessò che non passava istante senza pensare a lei, che tutto quanto mangiava e beveva aveva il sapore di lei a ogni ora e ovunque, come solo Dio aveva il diritto e il potere di esserlo, e che il godimento supremo del suo cuore sarebbe stato morire con lei.
Continuò a parlare senza guardarla, con la stessa fluidità e lo stesso calore con cui recitava versi, finchè ebbe l’impressione che Sierva Marìa si fosse addormentata.
Ma era sveglia, con i suoi occhi da cerva impaurita fissi su di lui.
Si azzardò solo a domandare:
E adesso?
Adesso nulla, disse lui, mi basta che tu lo sappia.»
Come Corrado Accodino si affida alle parole di Marquez in questo spettacolo, così vorrei che il lettore di questa recensione leggesse il piccolo estratto che ho riportato, per apprezzare a pieno la magia delle parole dello scrittore.
Il lavoro che Accordino fa sul testo, infatti, è semplicemente quello di condensare la storia di Marquez in una trentina di pagine, senza però toccare le parti che ha selezionato, non intervenendo sul testo.
Egli stesso afferma che i vocaboli e l’atmosfera sono perfetti già così, grazie al lavoro dello scrittore e portare eventuali modifiche o rivisitazioni non avrebbe senso.
L’attore ci interpreta queste pagine, trascinandoci nella storia in modo intenso e vivo, tanto che a volte quando torniamo al mondo reale siamo quasi sconvolti.
La lettura è accompagnata dalle animazioni di Microfilm studio, molto particolari, essenzialissime in bianco e nero, dal tocco dark, che non seguono didascalicamente la storia ma creano una sorta di vortice magico, un viaggio che ci ipnotizza.
Tra il pubblico non tutti hanno apprezzato lo schermo presente sul palco, secondo molti distraeva o lo hanno trovato addirittura fastidioso. L’idea invece è originale e accattivante, e il problema della distrazione si potrebbe risolvere facilmente spostando lo schermo leggermente più indietro, in modo che lo spettatore ne abbia una visione d’insieme.
Manca il calore e i colori del clima colombiano, a noi cari nelle storie di Marquez, ma la verità è che in questa storia lo spazio maggiore è dato alla gotico e asfissiante atmosfera del monastero, nella cella di Sierva Maria, dove la ragazzina scoprirà che il vero demone più potente di tutti presente sulla terra è l’amore.
L’interpretazione dell’attore è formidabile e si sente in essa tutto l’affetto che egli prova per lo scrittore.
Non vi poteva essere modo migliore per onorare il ricordo di uno dei più grandi autori del novecento, a un anno dalla sua scomparsa.