di Mauro Vaccari
con Mauro Vaccari e Roberto Galluccio
regia Roberto Galluccio
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Avere una storia da raccontare è come portarsi una vita in tasca, una vita che non è la tua ma che forse l’ha sfiorata quanto basta
Con queste parole Regolo, viandante che vive di espedienti, introduce il suo incontro con Dino Campana e ne racconta la vita, tra brevi narrazioni e dialoghi diretti col protagonista.
Regolo, unico vero amico di Dino, col quale condivide la gioia di andare per andare.
Dino, che paga lo scotto dell’essere diverso suo malgrado, con l’internamento in manicomio, che nel 1914 consegna agli editori Papini e Soffici la raccolta di poesie Il più lungo giorno (che poi diventerà Canti Orfici) e che va perduto per essere ritrovato solo nel 1971 tra le carte di Soffici. Il componimento fu riscritto a memoria da Campana che finalmente ne ottenne la stampa e che si occupò personalmente della distribuzione vendendo copie nei caffè di Firenze e Bologna, visto che l’opera non ottenne alcun successo.
Dino, umiliato e offeso dal mondo della cultura dell’epoca, a causa di Guido Mazzoni accademico fiorentino, degli editori Soffici e Papini; ignorato e ghettizzato dalla sua stessa famiglia: dal padre, che lo fa rinchiudere in manicomio per soddisfare la volontà della madre che si vergognava di avere un figlio strano; dalle donne, soprattutto da Sibilla Aleramo, che lo porterà da uno psichiatra.
Dino, offeso dalla vita stessa, che pure tanto amava.
Uno spettacolo imperniato sulla vita di Dino Campana, soldato farmacista e poeta, personaggio dall’indole errabonda; e sulla poesia, sulla sua vita, perchè in personalità come quelle di Campana l’una e l’altra sono inscindibili
Mauro Vaccari (autore e protagonista dello spettacolo) si forma presso la scuola di Teatripossibili, dal 2005 e per tre anni, seguendo I corsi di Walter Leonardi, Paolo Trotti e Monica Bonomi.
Dal 2012 al 2014 segue i corsi di Claudio Orlandini al Comteatro di Corsico, frequenta stages con, tra gli altri, Mamadou Dioume, Cesar Brie e Compagnia Astorritintinelli.
Partecipa a corsi di scrittura creativa con Raul Montanari e Paolo Trotti.
In teatro collabora con Walter Leonardi (Dio Mercato), compagnia Teatro Caboto, Paolo Trotti.
È coautore e cointerprete dello spettacolo Buckley, l’ultima elegìa.
Roberto Galluccio (co-protagonista e regista dello spettacolo) si forma negli anni 2001/2004 presso l’Università Popolare dello Spettacolo di Napoli avendo come docenti, tra gli altri, Mario Santella e Antonio Ferrante. Nel 2004 debutta come attore professionista a Napoli con un adattamento per Maggio dei monumenti di Rosencrantz e Guildestern sono morti di Tom Stoppard. Successivamente partecipa a La bottega del caffè diretto da Gigi Savoia.
Lavora in Campania fino al 2007 quando si trasferisce a Milano: debutta con Girotondo di Arthur Schnitzler e inizia la collaboraborazione con Teatrodipietra Onlus (che ancora perdura) come attore autore e regista, occupandosi di teatro ragazzi. È vicepresidente dell’associazione Teatro de’ Bisognosi per la quale recita in Arlecchino servitore dei due padroni e dirige Quelli che la Bemberg. Studia comedia dell’arte col Teatro Agricolo e porta in strada la commedia, soprattutto attraverso la maschera di Pulcinella.
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venerdi 27 marzo 2015 ore 21,30
Spazio Senza Tempo
via Guido Capelli 3, Milano