liberamente ispirato al balletto Il lago dei cigni
e all’atto unico di Anton Čechov Il canto del cigno
presentato da Luciano Carratoni
Coreografia e regia Fabrizio Monteverde | |
Musiche P. I. Čajkovskij | |
Costumi Santi Rinciari | |
Light designer Emanuele De Maria | |
Allestimento scenico Fabrizio Monteverde | |
Assistente alle coreografie Sarah Taylor | |
Maître de ballet Piero RocchettiCostumi realizzati da Opificio della Moda e del Costume
Maschere realizzate da Crea FX effetti speciali Video realizzati da Matteo Carratoni e Michele Innocente |
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Dopo il felice debutto ferrarese dello scorso novembre, arriva al Teatro Brancaccio di Roma dal 6 all’8 marzo, l’ultima creazione del coreografo Fabrizio Monteverde Il lago dei cigni, ovvero Il Canto. Tra i più apprezzati autori sulla scena contemporanea della danza italiana e reduce dal successo di Otello (prodotto dallo stesso Balletto di Roma nel 2009 e in corso di riallestimento per il prossimo febbraio al Teatro San Carlo di Napoli), Fabrizio Monteverde firma questa volta per la storica compagnia romana la nuova versione di un classico d’eccezione. Tra le suggestioni di una favola d’amore crudele e i simboli di un’arte che sovrasta la vita, il coreografo reinventa il più famoso dei balletti di repertorio classico su musica di P. I. Čajkovskij, garantendo quell’originalità coreografica e registica unica che da sempre ne caratterizza le creazioni e il successo.
Capolavoro del balletto, sintesi perfetta di composizione coreografica accademica e notturno romantico, di chiarezza formale e conturbanti simbologie psicoanalitiche, Il lago dei cigni è una favola senza lieto fine in cui i due amanti protagonisti, Siegfried e Odette, pagano con la vita la passione che li lega. Una di quelle “favole d’amore in cui si crede nella giovinezza” avrebbe detto Anton Čechov, scrivendo nell’atto unico Il canto del cigno (1887) di un attore ormai vecchio e malato che ripercorre in modo struggente i mille ruoli di una lunga carriera. Con dichiarata derivazione intellettuale dal grande scrittore russo, il Lago di Monteverde trova ne Il Canto il proprio naturale compimento drammaturgico e in un percorso struggente di illusioni e memoria porta in scena un gruppo di “anziani” ballerini che, tra le fatiche di una giovinezza svanita e la nevrotica ricerca di finale felice, ripercorrono gli atti di un ulteriore, “inevitabile” Lago.
Persi tra i ruoli di una lunga carriera, i danzatori stanchi di un’immaginaria compagnia decaduta si aggrapperanno ad un ultimo Lago, tra il ricordo sofferto di un’arte che travolge la vita e il tentativo estremo di rimandarne il finale. Individualità imprigionate in una coazione a ripetere, sabotatori della propria salvifica presa di coscienza oltre i ruoli di una vita svanita, gli interpreti ripercorreranno la trama di un Lago senza fine, reiterandovi gesti e legami nella speranza di sopravvivere al finale straziante di una replica interminabile. Condannata ad una perenne metamorfosi, donna a metà tra il bene e il male, Odette/Odile sarà cigno e principessa, buona e crudele, amante fedele e rivale beffarda. Metafora di un’arte che non conosce traguardo, cercherà se stessa in un viaggio tormentato d’amore, tradimento, prigionia e liberazione; in un teatro in cui tutto ha inizio e nulla ha mai fine, andrà incontro agli stracci consumati di una vita d’artista con lo spirito bianco di una Venere per sempre giovane.
Esponente di una generazione di talenti esplosa negli anni Novanta, Monteverde svolge da ormai trent’anni un lavoro di elaborazione stilistica e drammaturgica che ne rende il segno unico e riconoscibile. Sensibile alle suggestioni letterarie e teatrali, la contemporaneità coreografica di Fabrizio Monteverde si scorge nelle profondità invisibili di racconti senza tempo, tra le righe di narrazioni moderne e i risvolti psicoanalitici di favole antiche. Maestro di uno stile energico e personale, Fabrizio è autore di un movimento composto di intrecci e spostamenti di peso che ne orientano coerentemente equilibri e curve dinamiche. Il risultato è quello di una gestualità rotonda e morbida che richiama nel corpo l’intenzione del moto per esplodere infine in spigolosità nette e decise.
Collaborazione di successo, quella con la compagnia del Balletto di Roma, per cui il coreografo ha riallestito nel 2002 il proprio Giulietta e Romeo (debutto al Teatro Carlo Felice di Genova, 1989), diventato in breve uno degli spettacoli di danza più visti degli ultimi anni. Sempre con la compagnia romana, il coreografo ha realizzato produzioni importanti come Cenerentola, Otello e Bolero, puntualmente premiate da unanime consenso di critica e pubblico.
Il lago dei cigni, ovvero Il canto è la terza nuova produzione dell’anno del Balletto di Roma che con oltre 400.000 spettatori, più di mille spettacoli realizzati negli ultimi anni e da sempre sostenuta dal MiBACT, si conferma come una delle compagnie più attive sulla scena contemporanea della danza in Italia.
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Personaggi e Interpreti
Odette Roberta De Simone|Claudia Vecchi
Siegfried Mirko De Campi|Placido Amante
Odile Anna Manes|Azzurra Schena
Rothbart Luca Pannacci|Michele Cascarano
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LA COMPAGNIA
Placido Amante, Marcos Becerra, Michele Cascarano, Mirko De Campi, Roberta De Simone, Monika Lepisto, Anna Manes, Tayma Niane Baldò, Luca Pannacci, Raffaele Scicchitano, Azzurra Schena, Sophie Tonello, Claudia Vecchi, Stefano Zumpano
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Dal 6 all’8 marzo 2015
TEATRO BRANCACCIO
Via Merulana, 244 – 00185 Roma
Tel 06 80687231/2 Fax 06 80687235 www.teatrobrancaccio.it
Venerdì 6 marzo ore 21.00, Sabato 7 marzo ore 16.00 ed ore 21.00
Domenica 8 marzo ore 16.00
Prezzi da 37 a 28 €