Lunedì 30 marzo 2015 alle 21.00 all’Abbazia del Pilastrello a Lendinara (Ro) e martedì 31 marzo 2015 alle 21.00 all’Abbazia di Praglia a Praglia (Pd), il giovane mezzosoprano trentino Cecilia Molinari, vincitrice nell’ottobre 2014 del Premio “Luciano Pavarotti Giovani”, il coro padovano La Stagione Armonica e l’Orchestra di Padova e del Veneto diretti dal M. Sergio Balestracci, presenteranno una rarità assoluta in occasione dei tradizionali Concerti di Pasqua sostenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Il M. Sergio Balestracci riporterà alla luce due partiture inedite, il Salmo 50 Miserere a 8 voci, archi e basso continuo e il Vespro dei defunti a 8 voci, archi e basso continuo di Andrea Stefano Fioré (1686-1732). Compositore milanese, oggi praticamente sconosciuto, Fioré, all’età di dodici anni, era già membro della prestigiosa Accademia Filarmonica di Bologna e fu allievo di Corelli. Le sue composizioni sacre sono state per anni ammassate negli scantinati del Duomo di Torino, salvate in extremis dalla musicologa Marie Thérèse Bouquet, destinate altrimenti al macero per ripulire i locali in cui erano conservate.
Completano il programma i brani di due autori, ben più noti contemporanei di Fioré, Antonio Vivaldi (1678-1741) e Domenico Scarlatti (1685-1757).
Sebbene la moderna fama di Vivaldi sia legata soprattutto alla sua produzione strumentale, quest’autore compose molte opere teatrali e diverse opere sacre. Tra queste il Salmo 126 Nisi Dominus RV 608 per mezzosoprano, archi e basso continuo di che appartiene agli anni della maturità compresi tra il 1713 e il 1717, cioè alla fine del primo periodo di servizio presso il veneziano Ospedale della Pietà, al termine del quale, quando nel 1718 partì per Mantova, Vivaldi si era già affermato come compositore per il teatro.
Il Salve Regina per mezzosoprano, archi e basso continuo di Domenico Scarlatti, affidato alla splendida voce della venticinquenne Cecilia Molinari, può esser considerato come un’estrema sintesi della produzione musicale di quest’autore, essendo probabilmente stato composto nel 1757, anno della sua morte. Anche quest’autore è oggi conosciuto, più che per la musica sacra, soprattutto per la sua produzione clavicembalistica. Peraltro, prima del suo definitivo trasferimento in Spagna nel 1729, si era dedicato nella sua giovinezza sia al melodramma, sia al genere sacro, a quest’ultimo in particolare quando era divenuto maestro di cappella a Roma nel 1715. L’antifona mariana presentata in questo programma è una specie di ultimo testamento musicale, superamento di generi, profonda manifestazione della cantabilità a lungo ricercata nel linguaggio della tastiera.
L’ingresso per entrambi i concerti è libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.
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