Che cosa ci fanno Sant’Ambrogio (Giancarlo Ratti), San Pietro (Fabrizio Sabatucci) San Gennaro (Sergio Assisi) al cospetto di Dio, convocati da una chiamata eccellente e accolti da una severa e inospitale segretaria con cuissards da gatta che ha il volto di Bianca Guaccero? Si ambienta in una sorta di non non luogo misterioso e fumoso Oggi sto da Dio, la nuova commedia in scena al teatro Sala Umberto di Roma diretta da Mauro Mandolini e scritta da Assisi-Gioielli-Prato-Sabatucci. I tre santi italiani sono stati convocati da Dio in persona che, stanco e un po’ demoralizzato, sta pensando seriamente di prendersi una pausa affidando il suo ruolo a uno dei tre. Ciascuno di loro però dovrà dimostrare di essere all’altezza del proprio ruolo e sarà sottoposto a una serie di (inquietanti) prove sotto lo sguardo un po’ sadico un po’ severo della segretaria dell’Onnipotente. Il vero problema però è che i santi dovranno dimostrare di sapersi ancora aiutare a vicenda, pena la cancellazione dell’Italia e degli italiani dalla Terra come monito a un’umanità che ha perso la retta via. Quanto conta ancora essere in grado di aiutare gli altri e prodigarsi per loro? Riusciranno nella loro impresa? La prima parte dello spettacolo pone il pubblico in un’atmosfera di inquietudine un po’ comica suscitando inevitabilmente maggiore curiosità nel momento in cui la platea viene sollecitata a capire quello che sta accadendo: le parti migliori sono certamente quelle in cui i tre santi si confrontano sotto stress mettendo in evidenza i loro pregi e i loro difetti offrendo al pubblico e incarnando una serie di clichè, tipici, ma spassosi, dell’Italia e degli italiani. E così il Sant’Ambrogio di Giancarlo Ratti, simbolo del Nord, è pignolo e preciso, il San Pietro di Fabrizio Sabatucci, simbolo del centro Italia, è un po’ facilone e pavido, il San Gennaro di Sergio Assisi, simbolo del Sud, incarna la tipologia del maschio un po’ indolente e un po’ piacione. Ed è proprio accentuando pregi e difetti degli italiani ormai impressi nell’immaginario collettivo, che gli attori riescono a incarnare tre tipologie di santi molto diversi fra di loro giocando anche con i gusti di un pubblico dal palato non troppo esigente. Oggi sto da Dio in effetti è una commedia surreale che fin dal titolo svela il suo lato ambivalente: a metà fra il paradisiaco e l’infernale, parte da uno spunto piuttosto interessante e punta esplicitamente a giocare su un registro di comicità molto diretta e quasi televisiva attraverso battute leggere e finte incomprensioni per raccontare in fondo i vizi e le virtù degli italiani. Il secondo atto, che presenta i tre Santi alle prese con le loro prove, risulta essere un po’ più debole rispetto all’incipit, lavorando soprattutto su un registro dal sapore di avanspettacolo offrendo una sorta di quadri-sketch i cui gli attori fanno sfoggio delle loro capacità artistiche alle prese con ruoli diversi fino colpo di scena finale dal sapore decisamente ottimista.