di Manlio Santanelli
Personaggi e interpreti:
Regina Giannelli: Milena Vukotic
Alfredo Giannelli: Antonello Avallone
Regia: Antonello Avallone
Scene e costumi: Red Bodò
Produzione: Teatro Ghione
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“I figli so’ pezzi ‘e core” scriveva il grande Eduardo. Ci sono madri però che mandano in frantumi, consapevolmente o meno, la vita delle loro creature. E’ il caso di Regina, anziana devota al ricordo celebrativo del marito, dedita a sminuire, seviziare e screditare Alfredo, insoddisfatto e inetto giornalista cinquantenne ritornato da lei in seguito al naufragio matrimoniale. La convivenza con la genitrice si rivelerà un estenuante gioco al massacro, fatto di ricatti, menzogne, ritorsioni e goffe dimostrazioni d’affetto, fino ad estreme conseguenze sull’ormai debole psiche del figlio.
Regina madre risale al 1984, scaturita dalla penna di Manlio Santanelli, drammaturgo napoletano classe 1938. Tradotta in diciannove lingue e rappresentata anche all’estero, è espressione di quella comunicazione impossibile tra personaggi che genera i cortocircuiti dell’assurdo: prigionieri di rapporti imposti, nevrotici e paradossali, Regina e Alfredo portano in scena una comicità deviante, a tratti irritante e complessivamente amara, propria dell’opera di Ionesco, Pinter e Beckett.
Milena Vukotic, signora del teatro italiano, nasconde, dietro la gracile fisionomia e quel sorriso beffardo che la contraddistingue, grinta e caparbietà come matriarca-generale. Regina reggente a vita del regno di Alfredo, inanella l’incessante rosario dell’autocommiserazione e del senso di colpa: “Tuo padre sì…”, “Quella lì (riferito alla nuora)”, “Tu vuoi farmi…”, locuzioni con cui la maggior parte degli spettatori ha di certo esperienza diretta. Antonello Avallone, nella doppia veste di regista e attore, capitola davanti a cotanta materna tracotanza, rinunciando a qualsiasi difesa, dopo cinquant’anni di tentata autoaffermazione.
Le scene e i costumi di Red Bodò creano una falsa e rassicurante aria domestica, un ring su cui si scontrano due psiche ammalatesi reciprocamente. Il commento sonoro è riservato a brani come Viva la mamma, Mamma e Tutte le mamme, rispettivamente di Bennato, Bixio e Bertini.
Applausi all’ingresso di Vukotic e Avallone e numerose chiamate finali alla ribalta.