Si conclude con La scuola la stagione di prosa del Teatro delle Muse di Ancona. Silvio Orlando e Daniele Luchetti, rispettivamente protagonista e regista della Scuola, sono gli stessi che, più di vent’anni fa, nel 1992, portarono per la prima volta in teatro questo testo di Domenico Starnone. Lo spettacolo, allora intitolato Sottobanco, ebbe un successo tale da divenire successivamente (nel 1995) un film, La scuola, appunto, sempre con Orlando nel ruolo principale e Luchetti come regista.
Silvio Orlando interpreta il ruolo del prof Cozzolino, un uomo ingenuo ma saldamente convinto della sua missione: trovare il meglio nei ragazzi, soprattutto in quelli difficili. Il corpo docente, però, non la pensa come lui: c’è l’ingegnere viscido e cinico interpretato da Antonio Petrocelli; l’insegnante di religione, Vittorio Ciorcalo, bigotto quanto basta da non capire che è lui ad emanare quel pessimo odore che sente; c’è poi il professore di francese, Roberto Nobile, ossessionato dal desiderio di vedere i propri alunni, che chiama beduini, zappare la terra; altrettanto egotica e senza passione è la professoressa di Storia dell’Arte, Maria Laura Rondanini. L’unica ad avere a cuore i ragazzi, come Cozzolino, ma senza indulgere quanto lui, è l’insegnante di ragioneria, un po’ nevrotica ma molto appassionata e sensibile, interpretata da Marina Massironi, (che ricopre egregiamente il ruolo della Finocchiaro, interprete nel ’92). Su tutti capeggia il preside, Roberto Citrian, uomo disarmante per l’ignoranza ma anche di buon senso.
È l’ultimo giorno di scuola in una periferia romana. Gli insegnanti devono fare gli scrutini, ma la sala insegnanti è inagibile e ai docenti tocca riunirsi in palestra. In questo luogo surreale, fatto di impalcature, corde e panche, gli insegnanti non discutono solo degli alunni: nella prima parte il centro della discussione è una lettera anonima, che denuncia il flirt tra l’insegnante di italiano e di ragioneria. La lettera indirizzata al preside, un po’ pettegolo, è sulla bocca di tutti gli insegnanti che pungolano i due professori, mentre questi sono intenti a capire chi è stato a scrivere la lettera. Nella seconda parte l’attenzione si sposta sui ragazzi, uno su tutti Cardini, l’ultimo della classe. Cardini è quel tipo di ragazzo che inventa una nenia per far addormentare un professore e che sa fare unicamente una cosa. Nel suo caso è “la mosca”: una sorta di metamorfosi in un insetto che tenta di volare ma poi si sente rinchiuso e sbatte continuamente contro una finestra, magari proprio quella della classe. Per tutti gli insegnanti è da bocciare, ma solo Cozzolino crede che Cardini, che ha una situazione difficile, può essere promosso ed elevato culturalmente ed umanamente. Cardini è insomma il metro per misurare l’efficacia della scuola italiana, che, ça va sans dire, fallisce: infatti il ragazzo, per la gioia degli insegnanti che cercavano qualcuno da bocciare, non sarà promosso.
Il tema, difficile ed amaro, su quanto la scuola debba essere fondamentale soprattutto per i ragazzi in difficoltà, è edulcorato dalle battute coinvolgenti e dalle situazioni divertenti. La commedia riesce a funzionare armoniosamente proprio perché corale e interpretata da un cast di alto livello.
Ciò che davvero colpisce e dà speranza alla scuola e al teatro, per l’importanza centripeta che ha sugli argomenti che tratta, è che la platea è coperta dalle risate di insegnanti ed alunni, e come dice Silvio Orlando: “a vent’anni di distanza è davvero interessante fare un bilancio sulla scuola e vedere cos’è successo poi.”
————-
La scuola
di Domenico Starnone
con Silvio Orlando, Roberto Citran, Marina Massironi, Vittorio Ciorcalo, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini
disegno luci Pasquale Mari
scene Giancarlo Basili
costumi Maria Rita Barbera
regia Daniele Luchetti
2 ore e 15 minuti (compreso l’intervallo)