Il lupo cattivo, in fondo, proprio cattivo non sembra. Pare un personaggio di Verdone, con quell’inflessione romana simpatica e strafottente, la battuta rapida e pronta, quel fare da bonario truffatore. Ed è vero che Cappuccetto Rosso non si sopporta: petulante, logorroica, sempre lì a spaccare il capello in quattro. Fortuna che alla fine si salvano tutti, con il lupo che si ritrova vivo e anche sazio (grazie a un inganno), altrimenti avremmo sperato che la bambina rimanesse lì, nella pancia del lupo. Che era, come i due attori informano il pubblico in un originale pre-finale, la conclusione della favola originaria, quella di Charles Perrault del 1697, che appunto non prevedeva alcun lieto fine.
Di Cappuccetto Rosso, insomma, sappiamo tutto. È tra le fiabe più note al mondo, raccontata da secoli da decine di autori di tutta Europa. Eppure, la versione della compagnia del Teatro San Carlino, a Roma, è piena di novità e di attrattiva. La prima sono i burattini: il San Carlino è uno storico teatro di figura romano, sede della famiglia Vitiello, tra gli eredi migliori e più apprezzati della lunga tradizione dei maestri burattinai italiani. E già il teatro (in viale dei Bambini, vicino alla terrazza del Pincio, a Villa Borghese) merita una visita: realizzata da un pool di architetti, è una struttura in legno intima e leggera, perfettamente integrata nell’ambiente verdeggiante e tardo-ottocentesco della Villa.
Lo spettacolo è composto di numerose scene animate da burattini, magistralmente resi vivi dai bravissimi Caterina Vitiello ed Emanuele Silvestri grazie a un utilizzo della voce versatile e creativo. Ma i due interpreti si fanno anche vedere in un paio di spiritosi fuori scena, dimostrando tra l’altro una notevole capacità attoriale, coinvolgendo i bambini in sala in un botta e risposta pieno di risate ed entusiasmo. Lo spettacolo scorre via con estrema piacevolezza, anche in virtù delle tante divertenti trovate: il cacciatore con la sua “famosa scimitarra sarda”, Cappuccetto Rosso fanatica di Rai YoYo, la nonna sorda come una campana, l’introduzione di buffi personaggi come lo sceriffo della foresta (che si trova a Sezze, in Ciociaria), il gufo sonnambulo e Timmy, il maiale ambientalista. Una girandola di situazioni spassose, che il pubblico ha applaudito con sincera partecipazione. In ultimo, i prossimi spettacoli della compagnia: dal 9 al 24 maggio “Aladino e la lampada magica”, mentre dal 30 maggio al 14 giugno sarà la volta del “Principe Ranocchio”, sempre e soltanto di sabato e domenica (più il festivo martedì 2 giugno).