Filippo Timi ritorna al Teatro della Pergola per il terzo anno consecutivo con un suo spettacolo cult dal titolo “Favola. C’era una volta una bambina, e dico c’era perché ora non c’è più”, scritto e andato in scena per la prima volta nel 2011.
Dopo aver solcato la scena del teatro fiorentino nei panni dell’Amleto e del don Giovanni, Timi assume questa volta delle sembianze alquanto originali, vestendo i panni di una casalinga americana anni ’50. La scena è dominata dal rosa; un salotto medio borghese, arredi di design e un albero di Natale dei più kitsch che se ne siano mai visti.
In questo ambiente bomboniera Filippo Timi ha deciso di scoprire e incontrare la sua parte femminile, indossare abiti vaporosi e leziosi alla Sandra Dee e interpretare Mrs Fairytale all’apparenza donna superficiale della periferia americana del boom economico.
Mrs Fairytale (notare il nome) insieme alla migliore amica, Mrs Emerald, sono le protagoniste di questa favola, ma, come ogni buona favola che si rispetti, dietro l’apparenza si nasconde il “cattivo” del caso e in questo caso non può che essere il marito.
Le due amiche diventeranno solidali a tal punto da diventare complici dell’uccisione del marito di Fairytale, Stan; dopo che a questa le è comparso un enorme membro maschile, intuisce che quando il marito lo scoprirà, sarà l’ennesimo pretesto per picchiarla. Così decide di optare per il gesto estremo. Per solidarietà allora anche Emerald pensa di uccidere suo marito fedifrago. “Per fortuna” nel momento che potrebbero essere scoperte dalla polizia intervengono gli UFO che le rapiscono e le conducono sulle stelle.
La vicenda di per sé assurda ed eccessiva, affronta anche temi complessi come quello sulla condizione di marginalità e incomprensione della donna e arriva al pubblico attraverso vari sapori e tinte, da quello della commedia, a quello del giallo, a quello del melodramma.
Anche se lo spettatore viene catapultato in un qualcosa di molto fruibile che potrebbe sembrare un b-movie, in realtà il linguaggio verbale non è mai volgare, ma affettato e sofisticato come dovrebbe essere quello di ogni brava ragazza degli ambienti puritani; a rendere le vicende alquanto divertenti oltre che bizzarre risulta invece la stonatura della parola con il linguaggio gestuale.
Insieme a Timi sulla scena la bravissima Lucia Masciano che aveva impersonato l’acclamatissima Donna Elvira nel Don Giovanni. Il sodalizio, nato già dal 2008, si ripropone come si ripropongono a volte anche degli sketch che erano stati costruiti dai due attori nello spettacolo della passata stagione. In scena anche l’altrettanto bravo Luca Pignagnoli a interpretare l’originale vicino di casa.
Lo spettacolo nonostante la presenza di questi bravissimi attori rimane cucito sullo stesso Timi, aspetto molto più evidente rispetto alle passate “creazioni” dell’attore, regista, drammaturgo perugino.
Favola è uno spettacolo gradevole e simpatico, interpretato da attori che forse valgono molto di più dello spettacolo stesso.
Il rischio sul quale spesso scivola la messa in scena è quello di essere una vetrina per il suo autore che ormai è diventato applauditissimo e amato comunque e a ogni costo.
Se nel caso del Don Giovanni e di Amleto era la genialità di Timi a mettersi al servizio della storia in Favola si potrebbe rilevare il contrario.