Un vistoso tappeto di rose rosse disseminate sul palco: il Teatro Quirino di Roma sceglie di presentare così la nuova stagione 2015/2016, una stagione che vuole essere in linea con il teatro d’arte popolare e che vuole essere volontariamente pop, nel senso migliore del termine, vale a dire popolare nel coinvolgere il pubblico.
“Sono anni difficili per il Teatro. Sono anni in cui la congiuntura del nostro Paese e delle Istituzioni locali, dalle Regioni ai Comuni, la crisi economica e l’impoverimento delle famiglie italiane, ha portato alla chiusura di tanti teatri e a una vertiginosa contrazione delle recite – ha spiegato in conferenza stampa il direttore artistico Geppy Gleijeses – Di fronte a queste difficoltà si poteva reagire solo in un modo: unendo le forze. Il Quirino lo ha fatto e invece di contrarre l’offerta ha rilanciato. È l’unica via per uscire dal tunnel e queste sono state e saranno le nostre armi: la passione e il coraggio di un gruppo di teatranti privati, l’amore e la professionalità di tutto il personale, dar vita al teatro. Quando i teatri ci sono il pubblico raddoppia, non si divide – continua Gleijeses riferendosi alle sciagurate vicende del Teatro Valle e dell’Eliseo – La nostra è una grande stagione: abbiamo avuto il coraggio di rilanciare, forti di 7000 abbonati e senza sovvenzioni statali”.
Il nuovo cartellone, composto da tredici spettacoli e numerose attività collaterali spazia dai classici, agli adattamenti senza trascurare le nuove drammaturgie si apre il 13 ottobre con Il bugiardo di Goldoni con la regia di Alfredo Arias interpretato dalla compagnia “di casa” la Gitiesse Artisti Riuniti per proseguire con Il giardino dei ciliegi di Cechov ripensato da Luca De Fusco in chiave mediterranea. Spazio ai grandi artisti, come Lina Sastri che interpreta ne La lupa diretta da Guglielmo Ferro una donna che ama la libertà (sembra che De Andrè abbia scritto la sua Bocca di rosa proprio ispirandosi alla novella di Verga). Dopo il debutto al Festival di Spoleto 58 arriva Alessio Boni e Marcello Prayer portano in scena I duellanti tratto d Conrad e da Spoleto 57 arriva l’ultima regia teatrale di Luca Ronconi, Danza macabra di Strinberg, crudele vaudeville interpretato da Giorgio Ferrara, la moglie Adriana Asti e Giovanni Crippa che chiude la stagione.
Non mancano le rivisitazioni di grandi classici come Bisbetica – La bisbetica domata di Shakespeare messa alla prova interpretata da Nancy Brilli (lo scorso anno in teatro con La locandiera) o Don Giovanni di Molière diretto e interpretato da Alessandro Preziosi, ma neppure la presenza di attori molto popolari a livello cinematografico come Claudia Gerini che torna in teatro con Storie di Claudia diretta da Giampiero Solari, sul palco con ballerini e musica dal vivo o Marco Bocci, che interpreta Modigliani nel nuovo spettacolo scritto e diretto da Angelo Longoni, visionario spettacolo che racconta la vita dell’artista e i suoi amori.
Debuttano in scena Nerone duemila anni di calunnie, tratto dal saggio di Massimo Fini che getta una nuova luce sull’imperatore romano nello spettacolo di Edoardo Sylos Labini mostrando come da 2000 anni a questa parte nulla sia cambiato nelle stanze del potere, Il consiglio d’Egitto di Sciascia con Enrico Guarnieri, erede del teatro siciliano di tradizione, diretto da Guglielmo Ferro, È ricca, la sposo e l’ammazzo, spassosa commedia diretta da Patrick Rossi Castaldi giocata su diversi registri comici con Gianfranco Iannuzzo (che si confronta con il ruolo di Walter Matthau) e Deborah Caprioglio, torna sul palco un piccolo grande cult della drammaturgia contemporanea, La scuola diretta da Daniele Luchetti e interpretata da Silvio Orlando.