Venerdì 19 giugno il sipario del Teatro dell’Opera di Roma si alza su La dama di picche, meravigliosa e inquietante opera di Cajkovskij, latitante sulle scena scena romana da quasi 60 anni e se si pensa al fatto che la rappresentazione della stagione 1955-1956 fu, come da tradizione, in italiano, il nuovo allestimento (in lingua russa con i sovratitoli in italiano) assume i contorni di una prima assoluta.
Il cartellone dello scorso anno in realtà annunciava l’allestimento di Peter Stein sostituito in corsa dalla regia del prolifico londinese Richard Jones (ripresa dal giovane Benjamin Davis) che debutta al Costanzi dopo aver collezionato conquistato premi e riconoscimenti in tutta Europa e non senza aver scatenato le critiche dei tradizionalisti.
“L’allestimento previsto di Peter Stein realizzato con l’Opera di Lione doveva essere una ripresa, ma le cose sono cambiate: in pratica l’allestimento di fatto era in disfacimento e non si è reso più possibile portarlo in teatro – spiega il sovrintendente Fuortes – ma non si può certo dire che abbiamo ripiegato scegliendo l’allestimento di Richard Jones con le bellissime scene e i costumi di John MacFarlane che lavora con i più grandi artisti”.
“La Dama di picche è un’opera meravigliosa che purtroppo si esegue raramente a causa della difficoltà di trovare un tenore all’altezza del ruolo – spiega il direttore artistico Vlad – Il cast (quasi tutto russo) è molto prestigioso e la compagnia è molto numerosa anche perché come spesso accade nelle opere e nella letteratura russa, la trama è spesso spezzettata fra diversi personaggi con storie e quadri minori e molti personaggi che creano il colore locale. L’ultima rappresentazione della Dama a Roma risale alle stagione 1955/1956 e in quell’occasione fu proposta in italiano, come da tradizione. Come spesso accade poi la novella di Puškin rappresenta solo l’inizio: il compositore ha utilizzato la storia come soggetto per poi staccarsene. Si tratta di due mondi diversi”.
La Dama di picche rappresenta di fatto un debutto anche per un direttore del calibro di James Conlon (a breve aprirà il Festival di Spoleto con Così fan tutte con la regia di Giorgio Ferrara completando nei prossimi anni la trilogia Da Ponte-Mozart alla direzione dell’Orchestra Cherubini), fra i maggiori direttori contemporanei e già a Roma anche con l’omaggio a Britten all’Ara Coeli.
“È stupefacente che la Dama di picche manchi da Roma da 60 anni: con questa seconda esecuzione romana e partecipiamo a un momento storico dato che si tratta della prima esecuzione in lingua russa – interviene Conlon – Per me si tratta di una sfida. Ho studiato la Dama di picche oltre 30 anni fa, ma all’ultimo momento l’allestimento è saltato. Così è stato in altre occasioni, ma adesso finalmente ho l’opportunità di poterla dirigere. Nella partitura ci sono tutti gli elementi presenti in Cajkovskij, la disperazione, la solitudine delle anime, si sente la grandiosità della Quinta e della Sesta con l’aggiunta di un tocco di soprannaturale: l’opera fu scritta in soli 44 giorni a Firenze e ogni momento della partitura è straordinario, ogni momento è indispensabile. È una grande sfida per me e anche per l’Orchestra che sta dimostrando entusiasmo assoluto”.
Al debutto, e con lo stesso entusiasmo, anche il giovane Benjamin Davis che cura la ripresa della regia di Jones dell’allestimento realizzato nel 2002, una coproduzione tra Welsh National Opera, Den Norske opera, Teatro Comunale di Bologna e Canadian Opera Company.
“Anche per me si tratta di una sfida – dice Davis – La regia ha spostato l’azione della storia a fine Ottocento, un secolo dopo il libretto in un’atmosfera un po’ visionaria e un po’ stracciona anche se non è ambientata in un solo e preciso periodo storico: ci sono una serie di elementi in ogni momento che riflettono i personaggi principali”.
Quasi interamente russo il cast che annovera fra gli altri Maksim Aksenov nel ruolo di Germann, Elena Zaremba nel ruolo della Contessa, Oksana Dyka (già apprezzata Tosca a marzo in teatro) nel ruolo di Lisa, Tómas Tómasson nel ruolo del Conte Tomskij, Vitalij Bilyy che interpreta il Principe Eleckij.
Dopo la prima di questa sera in onda in diretta su Rai Radio 3, La dama di picche sarà replicata domenica 21 giugno, ore 16.30, martedì 23 giugno, ore 20.00, giovedì 25 giugno, ore 20.00, sabato 27 giugno, ore 18.00, martedì 30 giugno, ore 20.00.
Il Teatro poi è particolarmente attivo su più fronti in questo periodo: se sul palco del Costanzi si alterna alla Dama di picche, la ripresa di Tosca (quattro recite fuori abbonamento dal 24 al 28 giugno) nel allestimento ricostruito sui bozzetti originali della prima esecuzione del 1900 che ha fatto il tutto esaurito lo scorso marzo, il 23 giugno si apre anche la stagione estiva alle Terme di Caracalla con Pink Floyd Ballet (fino al 27) di Roland Petit.