di Niccolò Machiavelli
con Marcello Allegrini, Fabio Baronti, Luca Cartocci, Andrea Nucci, Claudio Spaggiari, Natalia Strozzi, Sabrina Tinalli, Silvia Vettori
costumi Giancarlo Mancini
realizzazione costumi Pino Crescente
progetto luci Samuele Batistoni
tecnico luci e suoni Daniele Nocciolini
assistente alla regia Giovanna Calamai
regia Claudio Spaggiari
produzione Fondazione Teatro della Toscana
———-
Da martedì 16 a domenica 21 giugno arriva nel Cortile del Museo Nazionale del Bargello il capolavoro più originale del teatro comico del Cinquecento italiano, La Mandragola di Niccolò Machiavelli. Un lavoro ‘principe’ nello smascherare l’ipocrisia di qualsivoglia autorità. Un nuovo, importante appuntamento della rassegna ‘Il Teatro della Toscana al Bargello’, tra le proposte cardine dell’Estate Fiorentina 2015.
“Può davvero diventare un’ossessione il non riuscire ad avere un figlio che garantisce la continuità del casato, ma non al punto di dover morire, pur di averlo, prima del tempo. Se però la vita può lasciarcela un altro…” Così Messer Nicia, che si crede furbo, si fa coinvolgere da chi furbo è davvero in una beffa erotica dal vago sapore boccaccesco. Ma nonostante la materia leggera, La Mandragola non smentisce il Machiavelli de Il Principe: nello smascherare l’ipocrisia di autorità intoccabili come la Chiesa o la famiglia nella Firenze rinascimentale; nel dimostrare che nella conquista di qualcosa cui si tiene davvero, non importa se si tratta di una donna o di un principato, le regole del gioco sono sempre le stesse. I modelli di riferimento sono, per Messer Niccolò, il teatro classico, da cui trae l’impianto generale, la novellistica e Boccaccio in particolare da cui prende la materia narrata, l’articolazione e la psicologia dei personaggi. La beffa fiorentina per eccellenza, tra i primi testi in prosa italiana, grazie alla Fondazione Teatro della Toscana torna ad abitare tra le storiche mura del Cortile del Museo Nazionale del Bargello, luogo tanto suggestivo quanto fondamentale per la biografia del suo autore.
“Il Bargello ha una valenza storica particolare”, afferma il capocomico Fabio Baronti, “qui c’era il vecchio tribunale frequentato da Machiavelli, che venne rinchiuso proprio nelle sue carceri sotterranee quando fu incriminato per tradimento verso i Medici. Rappresentare un testo dove l’autore ha vissuto momenti salienti della sua vita è per noi affascinante e stimolante.”
La vicenda narra del giovane e ricco Callimaco che, tornato da Parigi a Firenze, si serve dell’aiuto del parassita Ligurio per sedurre la bella e casta Lucrezia. Ligurio ha l’idea di sfruttare la stupidità del marito di lei, Nicia, desideroso di avere un erede, ma convinto che la moglie sia sterile. Organizza così un incontro in cui Callimaco si finge medico, suggerisce una pozione di mandragola per guarire la donna e convince Nicia della necessità di far giacere la moglie con uno sconosciuto, poiché la pozione avrebbe il potere di uccidere il primo uomo che avesse avuto rapporti con lei dopo averla bevuta. Lo scaltro Ligurio riesce poi a vincere la resistenza di Lucrezia a commettere il doppio peccato di adulterio e omicidio, grazie all’aiuto della madre di lei, Sostrata, e al corrotto Fra’ Timoteo, suo confessore. La sera, dopo aver fatto bere la pozione di mandragola a Lucrezia, viene organizzato il rapimento di un giovane vagabondo, che in realtà è Callimaco travestito. Quest’ultimo passa la notte con la donna e la mattina le rivela la sua identità, tutto l’inganno e il suo amore. Lei, constatata la differenza tra il vecchio marito e il giovane Callimaco, lo accetta come amante e gli consiglia di presentarsi all’inconsapevole Nicia come suo compare, cosicché potrà entrare e uscire dalla sua casa a suo piacimento e tutti avranno ottenuto ciò che volevano.
“I costumi di Giancarlo Mancini, realizzati da Pino Crescente, sono stati concepiti pensando ai colori di Firenze”, spiega Baronti, “il grigio della pietra serena, il rosso dei tetti e il beige degli intonaci esterni delle case. Abbiamo mantenuto la massima fedeltà al testo, che seppur cinquecentesco, mostra una musicalità nell’ascolto che favorisce la massima comprensione di questa ‘lingua’ che costituisce una base fondamentale per il nostro linguaggio moderno.”
Come ne Il Principe, anche qui Machiavelli intende analizzare e mostrare la verità effettuale dei mezzi con cui l’uomo arriva a raggiungere i suoi fini, spostando però la prospettiva dallo scenario vasto della politica a quello della vita privata e utilizzando il linguaggio della comicità. Si tratta, tuttavia, di una comicità amara e spietata poiché, se lo scopo dell’agire politico ha una ‘intenzione alta’, i personaggi de La Mandragola mettono in campo tutte le loro migliori energie, le loro virtù, per uno scopo greve e volgare: il soddisfacimento dell’amore sensuale e l’interesse economico. In qualche modo, si può dire allora che le virtù del Principe siano distribuite in tutti i personaggi, anche se sicuramente Ligurio lo rappresenta in modo più completo. È lui, infatti, il vero protagonista della vicenda, una figura ben diversa dai parassiti o dai servi scaltri della commedia classica, poiché non agisce per un materiale tornaconto personale.
“L’azione di Ligurio è mossa dal puro piacere intellettuale di vedere realizzato un piano ben congeniato, di verificarne l’efficacia e la perfezione”, conclude Fabio Baronti, “il regista Claudio Spaggiari con questa nostra messa in scena ha voluto sottolineare come il piano funzioni grazie alla sua logica perfetta, all’acume dimostrato nel comprendere l’animo umano, al tempismo, alla sfrontatezza e alla capacità di adattamento alle circostanze.”
———
Intervista a Fabio Baronti
di Matteo Brighenti
Cosa significa rappresentare La Mandragola al Bargello?
“Il Bargello ha una valenza storica particolare, qui c’era il vecchio tribunale frequentato da Machiavelli, che venne rinchiuso proprio nelle sue carceri sotterranee quando fu incriminato per tradimento verso i Medici. Rappresentare un testo dove l’autore ha vissuto momenti salienti della sua vita è per noi affascinante e stimolante.”
Quali sono le particolarità del vostro allestimento?
“I costumi di Giancarlo Mancini, realizzati da Pino Crescente, sono stati concepiti pensando ai colori di Firenze, il grigio della pietra serena, il rosso dei tetti e il beige degli intonaci esterni delle case. Abbiamo mantenuto la massima fedeltà al testo, che seppur cinquecentesco, mostra una musicalità nell’ascolto che favorisce la massima comprensione di questa ‘lingua’ che costituisce una base fondamentale per il nostro linguaggio moderno.”
C’è una ‘morale’ ne La Mandragola?
“Che l’azione di Ligurio è mossa dal puro piacere intellettuale di vedere realizzato un piano ben congeniato, di verificarne l’efficacia e la perfezione. Il regista Claudio Spaggiari con questa nostra messa in scena ha voluto sottolineare come il piano funzioni grazie alla sua logica perfetta, all’acume dimostrato nel comprendere l’animo umano, al tempismo, alla sfrontatezza e alla capacità di adattamento alle circostanze.”
———
Biglietti: intero 15 € – ridotto 12 € (over 60, under 26, abbonati Pergola, soci Unicoop Firenze)
Biglietteria 055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com
Circuito regionale Boxoffice e nelle sere di spettacolo presso il Museo Nazionale del Bargello dalle ore 20.15.
Lo spettacolo si terrà anche in caso di pioggia.