Giovedì 25 giugno al Teatro Verdi di Padova il Presidente del Teatro Stabile del Veneto Angelo Tabaro e il Direttore Massimo Ongaro hanno presentato il programma della Stagione di Prosa 2015-2016.
“Quella che presentiamo oggi – ha ricordato il Presidente Tabaro – è la prima Stagione dello Stabile dopo aver ricevuto dal MiBACT la qualifica di Teatro Nazionale ed essersi arricchito, con l’ingresso della Fondazione Atlantide, dell’importante palcoscenico del Teatro Nuovo di Verona – il cui cartellone completo, per consolidata consuetudine, sarà presentato a settembre – creando una rete capace di far crescere una sempre più vasta comunità teatrale nella nostra regione. Un risultato che premia un progetto culturale di indubbia qualità e una strategia d’azione fortemente radicata nel territorio”.
“35 i titoli in cartellone, tra produzioni e ospitalità, per un totale di 216 spettacoli sui tre palcoscenici del Verdi di Padova, del Goldoni di Venezia e del Nuovo di Verona: sono questi i numeri di un programma concepito in senso unitario, ma capace di diversificare l’offerta per i pubblici delle tre sedi. – ha sottolineato Ongaro – in un progetto che guarda al territorio, con un respiro nazionale ed una vocazione internazionale, rivolgendosi a un pubblico vasto, attraverso proposte e generi teatrali molti diversi tra loro, sempre nel segno della più alta qualità”.
Nucleo delle Stagioni sono le 6 nuove produzioni del Teatro Stabile del Veneto, articolate in due filoni principali. PAROLE CONTEMPORANEE fa riferimento ad autori teatrali contemporanei che raccontano il nostro presente: il primo appuntamento è con il testo di Natalino Balasso, che con lo Stabile ha avviato un articolato percorso di collaborazione. La Cativìssima – Epopea di Toni Sartana è una rivisitazione dell’Ubu Re di Jarry in salsa veneta che usa l’ironia per tracciare un ritratto spietato del presente. Testo corale che vede protagonista un gruppo affiatato (Francesca Botti, Marta Dalla Via, Andrea Pennacchi, Silvia Piovan e Stefano Scandaletti) riunito attorno a un mattatore di razza. David è morto, la nuova produzione di Babilonia Teatri, è un progetto originale che esalta l’unicità del linguaggio dei due autori-registi Enrico Castellani e Valeria Raimondi; un testo che si prende gioco di una società che ha smarrito i suoi punti di riferimento. La relazione tra teatro e spiritualità è il fulcro de Il testamento di Maria, dell’irlandese Colm Tóibín, testo che ripercorre gli ultimi giorni della Madre di Gesù evidenziandone il lato umano: protagonista Michela Cescon che sa donare a questo personaggio credibilità e coerenza, nella regia curata da Marco Tullio Giordana. Chiude il percorso Parole Contemporanee, Smith & Wesson, nuovo lavoro teatrale di Alessandro Baricco, un testo delicato e commovente interpretato da un inedito Natalino Balasso, affiancato dal premio UBU Fausto Russo Alesi per la regia di Gabriele Vacis.
Nel filone legato agli spettacoli di ISPIRAZIONE CLASSICA si colloca il nuovo allestimento de I Rusteghi, uno dei testi più amati di Carlo Goldoni. Questa versione, firmata da Giuseppe Emiliani, esordirà dal 9 al 14 luglio al Teatro Romano di Verona nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese. In programma infine un altro straordinario scrittore veneto, con un testo simbolo della sua articolata parabola artistica: Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati. Paolo Valerio adatta per la scena e dirige quest’opera mettendola al centro di un progetto artistico articolato che verrà sviluppato nel corso della prossima stagione.
“Oltre agli allestimenti firmati dal Teatro Stabile – ha proseguito Ongaro – le tre Stagioni ospitano un caleidoscopio di storie e linguaggi teatrali, che intrecciano immagini e segni offrendo un panorama variegato di proposte di spettacolo, sempre con particolare attenzione alla vitalità della drammaturgia contemporanea, soprattutto italiana”.
La linea progettuale Parole Contemporanee include autori e protagonisti del teatro italiano ed internazionale: Cristiana Morganti, per anni allo storico Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch, mette in scena il teatro-danza con Jessica and me; Simone Cristicchi, in Magazzino 18, diretto da Antonio Calenda racconta l’esodo dei profughi istriani; in Father and son, tratto da Michele Serra, Claudio Bisio, diretto da Giorgio Gallione racconta il rapporto padre/figlio con un linguaggio che oscilla tra il comico e il tragico. Silvio Orlando, affiancato da Marina Massironi e Roberto Citran, riporta sulla scena uno dei suoi più grandi successi, La Scuola di Domenico Starnone, diretto da Daniele Luchetti. Il mondo non mi deve nulla di Massimo Carlotto, noir interpretato da Pamela Villoresi e Claudio Casadio, diretti da Francesco Zecca. Pascal Rambert, autore e regista francese, presenta la versione italiana del suo fortunatissimo La prova, un perfetto esempio di teatro d’autore di respiro europeo che trova in Anna Della Rosa, Luca Lazzareschi e Laura Marinoni (tutti premi UBU) gli interpreti ideali. Sarà poi il turno di Arturo Cirillo che mette in scena il capolavoro assoluto di Edward Albee, Chi ha paura di Virginia Woolf?. In una libera riscrittura dell’opera di Mérimée curata da Enzo Moscato, Iaia Forte è Carmen per la regia di Mario Martone con le musiche di Bizet eseguite dal vivo dall’Orchestra di Piazza Vittorio. Sebastiano Lo Monaco dà anima e corpo, nell’adattamento teatrale curato da Francesco Niccolini per la regia di Alessio Pizzech, a L’Ulisse tratto dai romanzi di Valerio Massimo Manfredi. Le sorelle Macaluso di Emma Dante, Premio UBU come miglior regia e spettacolo dell’anno 2014 è un’opera di rara intensità che recupera tutte le immagini cardine della poetica dell’autrice.
Non mancano i grandi spettacoli di Ispirazione Classica: Stefano Accorsi è protagonista di Decamerone di Boccaccio per l’adattamento e la regia di Marco Baliani; In Don Giovanni Alessandro Preziosi, regista e interprete principale, oltre che da Molière attinge da diversi testi, in primis quello scritto da Lorenzo Da Ponte per l’omonima opera mozartiana. Franco Branciaroli è Enrico IV di Luigi Pirandello. Nancy Brilli è protagonista de La bisbetica domata di William Shakespeare, tradotto e adattato da Stefania Bertola con la regia di Cristina Pezzoli. Un altro grande protagonista del teatro europeo, Anton Cechov, viene messo in scena da Carmelo Rifici con Gabbiano. Quindi un doppio appuntamento con Arthur Schnitzler: Scandalo interpretato da Stefania Rocca per la regia di Franco Però, e Doppio sogno, la celebre novella adattata per il teatro e diretta da Giancarlo Marinelli. August Strindberg in Danza macabra mette in scena un autentico inferno domestico, reso magistralmente da Adriana Asti in una delle ultime regie firmate dal grande Luca Ronconi. Infine, per ricordare i 400 anni della morte di William Shakespeare, lo Stabile ospita una straordinaria produzione internazionale: Il racconto d’inverno di Declan Donnellan, che sarà presentato fuori abbonamento in versione originale inglese con sopra titoli.