“Arte Danza Novara” capitanata dalla direttrice artistica e coreografa Barbara Gatto ha presentato il suo ultimo spettacolo, dal titolo “In questo contesto”, durante il prestigioso Festival di Moncalvo dopo l’anteprima di fine maggio al Teatro Civico di Vercelli.
Un programma in cui gli straordinari danzatori del Centro professionale novarese hanno inscenato la sublime e nobile arte della Danza mediante un’intensità creativa raffinata. La compagnia ha portato sul palcoscenico la classe e la grazia dei movimenti e la coreografa ha donato ai danzatori un’aurea di verità e di magnetismo.
In quest’ultimo lavoro della Gatto ritroviamo tutto il piacere di danzare, grazie a un’intensa fluidità e a un disegno coreutico tratteggiato da linee pulite e da un colpo d’occhio elegante, il cui centro è la bellezza intesa come fulcro del lavoro. Uno stile unico che coniuga il contemporaneo con influenze dalla danza classica.
Il corpo umano è il protagonista in cui la coreografa lo utilizza, per creare una sorta di poesia danzante, la quale mette alla prova i ballerini richiedendo figure ai limiti del puro equilibrio, valorizzando con immagini proiettate e musiche di toccante sentimentalismo, elementi che ti restano a lungo nella visione postspettacolo.
I movimenti scenici creano un effetto di gruppo di notevole qualità estetica e di plasticità i quali sfociano in un susseguirsi di emozioni, perché appaiono appena sfiorati, ma tracciano con sensibilità artistica e umana l’evoluzione interiore dei protagonisti, le cui sottili sfumature psicologiche sono sottolineate anche dai ricercati costumi e dall’uso sapiente delle luci.
Naturalmente il merito è anche delle brave e belle danzatrici coadiuvate da un parterre maschile di altissimo livello accademico che unitamente hanno trasmesso un volto ai sensi, in modo che il corpo e l’anima si fondano in un cerchio armonioso.
La trama che spazia dalla guerra alla fanciullezza violata, ai diritti umani, alla pace e ai più alti valori etici sono trasformati in gesto coreografico grazie a una mimica espressiva e alle torsioni corporali, mentre le singolari trovate sceniche aumentano la suggestione in un abbraccio tra uomo e universo in un ricordo ancestrale riconducibile al mondo degli antenati, spesso con riferimento a dati e a motivi della discendenza e della tradizione ma al contempo con un occhio attento ben puntato sull’attualità.
Un lavoro creativo, scenico e pertinente alla realizzazione di un’opera dell’ingegno che traspare maggiore forza interpretativa e prestanza fisica. L’emozionalità della ribellione, il grido e la passione, donano al pubblico momenti di sublime bellezza sull’incomprensibilità, a volte, della vita e sulla paura della morte nell’accettazione vitale che reca con sé, fosse anche in ultimo la sofferenza in un ribollire di corpi, di gesti e di umori.
Lo stile della coreografa e direttrice artistica Barbara Gatto è unico ed è il suo marchio indelebile. Una gestualità che richiede potenza caratterizzata da improvvise perdite di equilibrio continuamente recuperate, brevi corse, cadute, slanci di braccia e una punta di sensualità.
Dall’inizio alla fine dello show ci si cala in un clima rigoroso e ossessivo sulle atrocità umane ma poco a poco ci si lascia trasportare nella suggestione del messaggio che prende forma come “linfa” che narra la rinascita e la creazione nella sua accezione più pura.
Un’oscurità degli angeli in cui essi appaiono coloro i quali hanno donato la vita per la pace e per la costruzione del bene sul male, del bianco sul nero, della luce sulle ombre, in cui il loro canto si trasforma in un rito chiamato a celebrare la bellezza della vita, della natura e dell’universo per raccontare storie d’amore, stati d’animo, nostalgie, palpiti, sogni, solitudini, rimpianti e “nuovi incontri” mediante l’assenza della “parola” ma ancor più potente con l’ausilio magico dell’incanto poetico della “danza”.
Applausi meritati e convinti a tutti i danzatori di “Arte Danza Centro Spettacolo”, ai validi collaboratori e alla coreografa Barbara Gatto, deus ex machina artistica e sensibile artefice dell’eccellenza coreutica.