Il Globe Theatre apre la stagione con il caleidoscopico “Sogno di una notte di mezza estate” nel fantasioso allestimento ideato nel 2007 dall’indimenticabile Riccardo Cavallo, riscuotendo l’immancabile successo “in una notte magica che è augurio di un risveglio gioioso”, scriveva.
L’elisabettiano teatro inaugurato nel 2003 per celebrare i cento anno di Villa Borghese, è stato realizzato grazie alla lungimiranza della famiglia Toti e alla Fondazione creata per onorare la memoria di Silvano Toti, mecenate e imprenditore romano.
Nel dare il benvenuto al pubblico, il direttore artistico Gigi Proietti ha lamentato il taglio dei contributi da parte delle istituzioni, creando difficoltà che avrebbero potuto pregiudicare l’avvio della stagione 2015, tuttavia decollata, pur con una programmazione ridotta, per rispettare gli impegni già assunti con attori, registi, tecnici. Confidando di incrementare le 56.000 presenze registrare lo scorso anno, Proietti conclude “Parlate bene di noi, ne abbiamo bisogno perché possiamo contare solo sulle nostre forze”.
Parlare bene del panorama teatrale che va in scena al Globe Theatre per un pubblico appassionato delle opere del Bardo è persino facile, soprattutto quando l’esordio avviene con uno spettacolo cult.
Nella notte del calendimaggio in cui si celebra la primavera, la natura è in fermento sotto tutte le sue forme: reali, oniriche e magiche. I cuori sono in overdose di passione, i folletti e le fate potenziano i loro incantesimi, gli attori sono in preda al delirio artistico.
La promessa d’amore di Teseo e Ippolita alla corte di Atene vede scatenare i contrapposti impulsi amorosi di Ermia e Lisandro, Demetrio ed Elena che dovranno soggiacere alle malie del folletto Puck prima di ricomporre le tempeste d’amore nella quiete dei cuori.
L’universo immaginifico di Shakespeare è il vero protagonista della commedia, popolato dal re delle fate Oberon, dall’eterea regina Titania e da Puck, autentico deus ex machina della vicenda che determina i destini di quanti attraversano il bosco rendendoli ciechi d’amore usando sbadatamente i poteri di un fiore magico, fino a quando Oberon gli ordina di sciogliere il groviglio amoroso.
Si intrecciano alla vicenda le prove di una sgangherata compagnia di artigiani (autentico momento comico) che vogliono festeggiare le nozze di Teseo portando in scena l’amore sfortunato dei giovani Piramo e Tisbe, celebrato da Ovidio nelle Metamorfosi. I sortilegi di Puck trasformano un attore in asino, del quale al risveglio si innamora Titania, riferimento all’Asino d’oro di Apuleio.
Quando il desiderio di dominio di Oberon si placa e il rosso fiore avrà messo a posto i tasselli dei sentimenti, l’illusione si stempera e si festeggiano finalmente le nozze delle tre coppie, allietate dalla parodia dei due amanti babilonesi in cui i quattro attori uomini svolgono tutti i ruoli: lo sposo, la sposa, il muro, il chiaro di luna, il leone, guidati dal buffo capocomico che indulge in spassose battute napoletane. La tragedia di Piramo e Tisbe si tramuta così in farsa, nel divertimento generale.
Col trionfo dell’amore gli scherzi e i capricci delle creature della notte svaniscono perché “siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita”.
All’epoca della prima rappresentazione Cavallo aveva dichiarato di essersi preso solo la libertà, rispetto alla traduzione fedele di Simonetta Traversetti, di ridurre il testo e riscrivere la parte comica insieme agli attori, che esprimono l’aspetto più umano.
Interpreti: Fabio Grossi (Puck), Carlo Ragone (Oberon), Claudia Balboni (Titania), Valentina Marziali (Ermia), Federica Bern (Elena), Daniele Grassetti (Lisandro), Sebastiano Colla (Demetrio), Martino Duane (Teseo), Francesca De Berardis (Ippolita), Alessio Sardelli (Egeo), Marco Simeoli (Peter Quince), Roberto Stocchi (Francis), Claudio Pallottini (Tom), Gerolamo Alchieri (Nick), Andrea Pirolli (Fairy), Raffaele Proietti (maestro di cerimonie), Roberto Della Casa (Snug). Costumi di Manola Romagnoli, scene di Silvia Caringi e Omar Toni.