La felicità è un fatto collettivo, o non è.
Direzione artistica Giona A. Nazzaro
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Le conquiste civili degli ultimi mesi sono motivo di grande ottimismo. Da Roma a Dublino soffia un vento di speranza. L’essere umano, al di là di stereotipi e razzismi, torna a rivendicare il suo diritto alla felicità. Il diritto alla costruzione della sua felicità. E la felicità, da sempre, è un fatto sociale e collettivo. Investe la vita di tutti noi.
Il Gender DocuFilm Fest, che quest’anno celebra la sua sesta edizione, non poteva restare indifferente a questa onda di trasformazioni, avendo sempre prestato un’attenzione non occasionale o superficiale al dibattito inerente le sessualità e il gender.
Dopo il successo della scorsa stagione, con il trionfo di Fuoristrada di Elisa Amoruso, la tre giorni di documentari cinematografici del Gay Village propone alcuni dei film più interessanti realizzati nello scorso anno.
Un nuovo viaggio intorno al mondo e nel desiderio e nella seduzione. Un viaggio che è anche una sfida a spostare in avanti i confini del possibile.
E, soprattutto, cercare nuove avventure con lo sguardo. Andare alla ricerca del cinema che, bloccato dalle logiche distributive e commerciali, non riesce a farsi scoprire e amare dal pubblico che pure in questi anni ha dimostrato di frequentare con grande interesse il GDFF.
Nel panorama delle attività estive dell’estate romana, il GDFF, pur mantenendo fede alla sua missione originaria, ossia una rassegna autoprodotta e completamente gratuita per il pubblico, che presenta film inediti e sovente in anteprima nazionale, è riuscito a ritagliarsi una parte di primo piano nel panorama delle attività culturali cittadine.
Dal Kazakistan alle periferie di Roma, il GDFF è andato alla ricerca delle realtà portatrici del nuovo e di sfide tutte da vivere.
Quest’anno la selezione dei film prevede titoli provenienti dal Brasile e da Cuba, dall’Italia e dalla Svizzera. Un viaggio pieno di imprevisti ed entusiasmante. Un viaggio che permette di osservare le dinamiche del gender articolate in un serrato dialogo con la società e la politica. I luoghi dove si creano le condizioni per ipotizzare nuove possibilità di vita, nuove progettualità.
Al cuore dei film selezionati, il diritto all’autodeterminazione affettiva.
La possibilità di vivere con chi si ama senza se e senza ma.
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ALCUNE NOTE: I film e gli autori ospitati nel corso degli anni al Gender DocuFilm Festival hanno ottenuto premi e riconoscimenti in giro per il mondo: Marcus Lindeen, regista di “Regretters”, vincitore del GDFF nel 2011, ha vinto nello stesso anno il premio come miglior film nella sezione “Orizzonti”, al Festival del Cinema di Venezia con “Accidentes Gloriosos”. Robert Greene, in giuria nel 2013 ha realizzato il documentario “Actress”, il lavoro più premiato nei festival di tutto il mondo.
Il documentario “Come on, scumbags”, di Madina Mustafina Janatovna, vincitore del GDFF nel 2015, è stato presentato ovunque in giro per il mondo… Jan Soldat, al Gay Village nel 2012 con “Un fine settimana in Germania”, ha poi vinto il Marc’Aurelio come miglior cortometraggio con “The incomplete” al Festival del cinema di Roma. Elisa Amoruso con Fuoristrada è stata ovunque. E ha vinto anche al Festival di Roma.
“The invisible man” di Yariv Mozer, il film su ragazzi gay palestinesi presentato da noi nel 2013, è stato presentato al Jewish Film Festival di S. Francisco dove ha ottenuto una menzione speciale.
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Il programma
GIOVEDI’ 27 AGOSTO
h. 21.00
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HELLO STRANGER di Thomas Ammann. Svizzera, 2012. Durata, 46’
Thomas vive con Felipe. Entrambi si occupano di cinema. Si amano. Thomas, però, vuole essere libero, e non accetta di essere legato solo a una persona. Felipe, invece, non vuole altro che condividere la sua vita con Thomas. Decidono quindi di sposarsi. La felicità, però, è di breve durata. Thomas s’innamora di una ragazza ma non vuole rinunciare a Felipe. Felipe, invece, non vuole dividere Thomas con nessuno. Tanto meno con una donna. Un bruciante film diario. Realizzato in prima persona. Un film che mette brutalmente in scena le incertezze dell’amore. Un melodramma passionale, più vero della vita.
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h. 22.00
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AMARA di Claudia Mollese. Italia, 2015. Durata: 65’
Il viaggio sulle tracce di uno dei personaggi più emblematici della città di Lecce, capitale barocca del sole, ci conduce nelle di una Lecce invisibile dove trasgressione e devozione sono intrecciati inestricabilmente.
Mara è una transessuale la cui vita è all’insegna del lusso e della poesia, della generosità e dello scandalo. Mara è una che fa scandalo. All’indomani della sua morte, tutti i suoi beni, ossia più di settanta appartamenti valutati in quattro miliardi di vecchie lire, sono devoluti alla Chiesa.
Ma chi era Mara? A tracciare il suo ritratto, una polifonia di voci sensuale e contraddittoria, affascinante e misteriosa. La verità? Sempre imprendibile.
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VENERDI 28 AGOSTO
h. 21.00
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WHEN I GET HOME di Matias Aldemar. Cuba, 2014. Durata, 15’.
Nel centro di L’Avana, Tomàs e Luis hanno creato il loro piccolo mondo. Innamorati da una vita, vivono insieme all’ombra di un regime che ha sempre condannato l’omosessualità. Nella loro modestissima abitazione, attraversata da silenzi malinconici e ricordi, i Beatles, amati da entrambi, condividono lo spazio con cani e galline. Eppure, dopo 28 anni di convivenza, lo spazio sembra diminuire sempre di più. Tomàs e Luis devono fare i conti con una vita che non è come si erano immaginati. Un ritratto in chiaroscurale di un amore che tenta di resistere alle difficoltà di un quotidiano difficile.
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NON SO PERCHE’ TI ODIO di Filippo Soldi. Italia, 2014. Durata, 60’.
Un’indagine a cuore aperto e a 360 gradi su uno dei fenomeni più inquietanti del nostro tempo: l’omofobia. Un film che indaga motivazioni e comportamenti, vittime e colpevoli, nel tentativo di capire, guarire. Un film animato da un profondissimo spirito civico, che cerca il dialogo, per tentare di capire come mettere da parte per sempre odio e violenza. Un film anche agghiacciante, che rivela condizioni esistenziali drammatiche. Crude. Un atto politico e un atto poetico.
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SABATO 29 AGOSTO
h. 21.00
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VIRGINIDADE di Chico Lacerda. Brasile, 2015. Durata, 15’43’’.
Un cortometraggio che rievoca la scoperta di una sessualità anticonformista. Una sessualità irrequieta che muove alla scoperta di piaceri proibiti. Un film coloratissimo, in forma di diario in prima persona, gioiosamente sfrontato e divertito, che gioca con i corpi e le immagini, spudoratamente erotico, e provocatoriamente sovversivo. Una guida per perdere la verginità, pur restando sempre vergine, e sempre pronti a riperderla daccapo.
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h. 21.30
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LEI DISSE SI di Maria Pecchioli. Italia, Svezia 2014. Durata, 67’.
“Lei disse sì” è una storia d’amore fatta di musica, di rifiuto e abbandono, di accoglienza e condivisione, di imprevisti, speranze, amici e parenti, testimoni allegri di un sogno che si avvera. E’ il racconto di due donne che si amano. “Lei disse sì” è un frammento di Italia, di boschi e laghi svedesi ed è una festa dove il menù di nozze è a base di diritti civili.
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Giona A. Nazzaro
Giona A. Nazzaro (Zurigo, 1965) è giornalista pubblicista. Critico cinematografico, scrive per «il manifesto» e «Film Tv». Responsabile cinematografico e consulente per il mensile musicale «Rumore», collabora con «MicroMega», «Filmcritica» e «Nocturno». È autore di Interview. Conversazioni intorno al cinema (GS Editrice, 2000) e Action! Forme di un transgenere cinematografico (Le mani, 2000), menzione speciale del Premio Barbaro/Filmcritica. Ha firmato Il cinema di Gus Van Sant (Edizioni i libri di Duel, 1996). Inaugura in Italia gli studi dedicati al cinema di Hong Kong. In collaborazione con Andrea Tagliacozzo ha scritto Il cinema di Hong Kong: spade, kung-fu, pistole e fantasmi (Le mani, 1997), John Woo. La nuova leggenda del cinema d’azione (Castelvecchi, 2000) e Il dizionario del cinema di Hong Kong (Universitaria Editrice, 2006). Ha curato i volumi Abel Ferrara. La tragedia oltre il noir (Stefano Sorbini Editore, 1997) e Spike Lee. Tutti i colori del cinema (Stefano Sorbini Editore, 1996). È autore di numerose voci dell’Enciclopedia Treccani per il cinema. Ha scritto Film e colonne sonore (Edizioni Apache, 1999) con Vittore Baroni. Collabora come selezionatore e inviato per Visions du réel (Nyon – CH). È membro del comitato del comitato di selezione del Festival Internazionale del Film di Roma. Collabora con il Festival del Film di Locarno (CH). Nel 2010 ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti, A Mon Dragone c’è il Diavolo (Perdisa Pop).