Un Festival Internazionale di Filosofia che avvicini il grande pubblico alla “madre” di tutte le discipline. Per restituire centralità al pensiero filosofico e al filosofo, visto dai più come un sognatore, un individuo estraneo alla massa nel modo di pensare, di parlare. Si intitola “La Filosofia, il Castello e la Torre” la manifestazione che, dal 24 al 27 settembre 2015, trasformerà l’isola d’Ischia in un vero e proprio pensatoio aperto, annullando il divario tra gli esperti, gli appassionati e i semplici curiosi. In programma quattro giorni di convegni, talk, dibattiti e laboratori che toccheranno tre luoghi simbolo dell’isola del Golfo di Napoli: il Castello aragonese, la città sommersa di Aenaria e la Torre di Guevara.
“Simbolicamente – spiega l’ideatore dell’evento, Raffaele Mirelli – l’obiettivo sarà proprio quello di espugnare la fortezza, la credenza comune legata al pregiudizio che vuole la filosofia sia un qualcosa di troppo astratto, una disciplina legata all’ozio e alle élite intellettuali. E di superare le difficoltà di applicazione della filosofia nel mondo professionale”. Ma la sfida dell’Ischia International Festival of Philosophy 2015, in linea con la vocazione del territorio che lo ospita, è anche e soprattutto quella di legare la filosofia al turismo. “Daremo così spazio e voce alle bellezze dei luoghi più significativi ischitani, che rappresentano la voce della memoria, superando la sfera individuale per ricondurla al senso di appartenenza e quindi di bene comune”.
L’evento gode del patrocinio dell’Istituto Italiano degli Studi Filosofici e dell’Università degli Studi di Palermo. Tra gli enti organizzatori il Centro Internazionale per la Ricerca Filosofica di Palermo e il Circolo “Georges Sadoul” di Ischia.
Tra i protagonisti anche i bambini, cui verranno dedicati laboratori di filosofia, mentre attraverso le sezioni di “Sentimenti in filosofia” gli studenti saranno chiamati a spiegare attraverso i filosofi e la filosofia le emozioni, riconoscendole. Ospite d’eccezione del Festival, lo scrittore Erri De Luca, atteso domenica 27 (ore 21, Castello aragonese) ad un intervento su “L’utensile parola”, al quale farà seguito la rappresentazione teatrale “Il viandante e la sua ombra, tratto dall’opera di Nietzsche “Umano, troppo umano”, rivisitata dal regista Salvatore Ronga.
Nel cartellone del Festival si succederanno gli interventi di alcuni tra i più qualificati filosofi della contemporaneità, tra i quali il filosofo e numismatico svizzero Andreas Urs Sommer, autore di testi destinati al consumo pratico della filosofia come atteggiamento di vita; James Conant dell’Università di Chicago, tra i maggiori esponenti della filosofia contemporanea; Andrea Le Moli, professore associato di Storia della Filosofia presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Palermo, presidente e fondatore del CRF – Centro Internazionale per la Ricerca Filosofica; Giuseppe Ferraro, che insegna Filosofia Morale all’università Federico II di Napoli, portando la filosofia tra i bambini ed in carcere.
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OLTRE IL FESTIVAL
Il Festival abbraccia anche una Campagna per la sensibilizzazione ad una guida responsabile, che si tradurrà nell’installazione di una serie di pannelli in prossimità di incroci e strisce pedonali: aforismi e frasi volti a far riflettere pedoni e automobilisti sull’opportunità di un’attenzione costante alle regole della strada.
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MIRELLI: “RIPORTARE IL FILOSOFO NELLA SOCIETA’”
Riportare il filosofo nella società, ma con un’identità ben precisa, è il compito che il Festival “La Filosofia, il Castello e la Torre“ si propone. Il duplice movimento che in questa circostanza investe la filosofia riguarda da un lato il pubblico, ossia mobilitandolo a chiedersi: chi è il filosofo? cos’è la filosofia? cosa fa il filosofo? A cosa serve, quindi, la filosofia? Dall’altro, invece, riguarda il filosofo che, colto da questa richiesta d’identificazione, deve porsi la domanda circa la sua figura professionale. Il carattere del Festival ischitano è peculiare perché mette insieme due aspetti della pratica filosofica attuale: il tipico convegno ed il festival, unendoli attraverso spazi e modi di relazione aperti tra addetti ai lavori e pubblico.
Il filosofo è chiamato a ri-presentarsi al pubblico, prendendo coscienza delle difficoltà applicative legate alla sua – ahimè – poco chiara identità.
Raffaele Mirelli
Direttore Scientifico Festival
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LE MOLI: QUESTO EVENTO, UN UNICUM NEL PANORAMA DEI FESTIVAL
Il Festival Internazionale di Filosofia di Ischia si colloca, sin dalla sua prima apparizione pubblica, come un unicum nel variegato panorama dei festival filosofici nazionali e internazionali. La sua particolare vocazione multidisciplinare, unita alla capacità di conciliare rigore accademico e divulgazione, lo caratterizzano come un’occasione preziosa tanto per l’Accademia, sollecitata nel cuore delle sue responsabilità verso la comunità, quanto per il territorio in cui ha luogo. Dei luoghi deputati allo svolgimento del festival, Torre e Castello (significativamente collocati nel cuore di un’ isola) sono allegoria di un doppio, forse triplo arroccamento; la piazza, il ponte, il prato, rimandano invece all’apertura, alla condivisione dello spazio, dell’aria e dei suoni. I centri del Festival diventano allora simbolo del rischio – ma anche del potenziale – di una pratica paradossale, la filosofia, destinata a complicare, approfondire, mettere in discussione la visione immediata delle cose offrendone una rappresentazione cui non tutti, immediatamente, possono accedere; ma al tempo stesso la loro scelta dice che questa pratica critica può e deve essere estesa a tutti attraverso lo stimolo allo studio, alla ricerca, alla “problematizzazione” dell’esistente. E’ stato allora proprio perché credo profondamente in questa visione della filosofia e che – per quanto posso – mi riconosco in questa immagine del filosofo, che ho acconsentito, come presidente del Centro Internazionale per la Ricerca Filosofica, a ricoprire il ruolo di condirettore scientifico ed a proporre il patrocinio del Festival al Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo, che nella persona del suo Direttore, Prof.ssa Laurea Auteri, con piacere lo ha concesso.
Andrea Le Moli
Professore associato di Storia della Filosofia presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Palermo