Carissimo Martin, iniziamo col parlare dei tuoi inizi. Con la danza è stato subito primo amore?
Ho scelto la danza perché mi piaceva. I miei genitori erano appassionati di danza nella disciplina dei balli da sala, quindi quando hanno visto che saltavo per la casa hanno pensato che sarebbe stato meglio iscrivermi in una scuola di ballo prima che gli distruggessi l’appartamento!
Hai avuto la fortuna di studiare presso la prestigiosa e rinomata “Accademia del Balletto del Conservatorio” di Vienna, quali ricordi conservi di quei tempi?
I ricordi sono tanti, ma in generale sono stati gli anni più belli della mia vita, ero a Vienna in una delle Accademie più prestigiose del mondo, potevo fare diventare la mia passione un lavoro, ovviamente in un’Accademia così devi fare tanti sacrifici ma ne è valsa la pena.
Tra tutti i tuoi maestri, chi ricordi con più gratitudine?
Sicuramente la mia prima maestra Renate Spetzger, la quale mi ha trasmesso la giusta passione per questo mestiere, mentre i miei docenti dell’Accademia di Vienna, Karl Musil ed Evelyn Teri, mi hanno insegnato la tecnica, in particolare.
Come è stata in assoluto la tua prima esperienza artistica da professionista?
Avevo solo 18 anni, pieno di voglia di danzare e di stare su un palcoscenico, quindi quando mi hanno dato la possibilità di ballare i primi ruoli con il “London Festival ballett” per me è stata un’immensa felicità!!
Per un certo periodo sei stato primo ballerino nel celebre ensemble del “Balletto di Milano” e per molti sei diventato un modello da seguire?
Sicuramente certe volte ho sentito il peso di essere sempre all’altezza del ruolo, ma quel peso mi spingeva solo a voler migliorare, grazie anche alla grande occasione e alla fiducia che mi hanno dato i responsabili del Balletto di Milano.
Oltre alla disciplina classica nel tuo percorso di danzatore hai ricercato nuove tecniche e stili, dal contemporaneo al moderno, dalla danza acrobatica fino al musical. Quale ti ha maggiormente appagato?
Emozione pura in tutte le tecniche, altrimenti non avrei sperimentato tutto, ovviamente il classico è la ciliegina sulla torta.
Oltre alla gioia del danzare, per un ballerino la carriera è costellata anche da sacrifici. Qual è, secondo te, il più grande, dal punto di vista delle tue esperienze?
Conoscersi e accettarsi.
In breve, come descriveresti per i nostri lettori, il mondo dei ballerini?
Il mondo dei ballerini è un mondo a parte, ogni ballerino lavora tutto il giorno su sé stesso fisicamente e mentalmente, riesce a conoscersi ma a volte non ad accettarsi… è un arte dove vuoi raggiungere la perfezione ma dove la perfezione non esiste.
Tra tutti i ruoli che hai danzato, qual è quello che hai amato di più?
Appena ho finito l’Accademia sono andato a Londra dove ho ballato la parte principale nel “Lago dei cigni”… emozione pura, poi ovviamente quando lavori con coreografi che creano un ruolo su di te è sempre una splendida emozione.
Hai avuto anche la fortuna di perfezionarti al “New York City Ballet”. Che tipo di esperienza è stata?
Quando mi sono trasferito a New York ho detto dal primo momento: “Amo questa città”, lì si respira l’arte in ogni angolo, poi studiare la tecnica Balanchine è stata una bella sfida, allenarti e misurarti con alcuni tra i ballerini migliori al mondo è stata un’occasione di fortissima crescita.
Oggi oltre a danzatore sei anche uno stimato maestro di danza (fino a poco tempo fa insegnavi nella tua città Bolzano). Quanto è importante l’insegnamento?
Quando ho deciso di voler conoscere il mondo dell’insegnamento non sapevo bene a cosa andassi incontro, è un’infinita responsabilità fisica e pedagogica ma che ti può regalare tante soddisfazioni.
Tu hai danzato sia in lavori classici sia moderni, la differenza fondamentale tra le due discipline a tuo avviso dove risiede? E secondo il tuo punto di vista possono convivere tra loro?
La danza classica ricerca la perfezione fisica e tecnica, invece la danza moderna è una continua ricerca del movimento e dello spirito. Credo però che oggi le due cose possano convivere sempre più.
Con quale danzatrice ti piacerebbe ballare? E da quale coreografo vorresti essere diretto?
Ci sono tanti coreografi bravi e tante danzatrici meravigliose, sono aperto a tutti e a tutto basta che ci sia un’energia speciale in sala.
Coltivi altre passioni oltre alla danza?
L’equitazione, il nuoto, lo sci, il calcio, la pallavolo, la pallacanestro, il tiro con l’arco, il paracadutismo e soprattutto mangiare e bere bene!!
Oggi dopo anni di esibizioni, provi sempre le stesse emozioni una volta salito sul palcoscenico?
C’è sempre tanta emozione ma sicuramente è diversa. Quando ero più giovane e all’inizio della mia carriera era tutto un caos di emozioni ora riesco a godermi molto di più il pathos della scena. Comunque a volte le emozioni sono anche terapeutiche.
Cosa ne pensi dei talent televisivi sulla danza?
Quando fanno vedere la qualità va bene anche in tv solo che penso che la danza si debba fare in teatro.
Dei tuoi colleghi chi stimi maggiormente e perché?
Stimo molto i colleghi che riescono ad ottenere risultati eccellenti per la grande passione e professionalità, quelli che fanno straordinarie carriere per il loro duro lavoro e non per via delle conoscenze o raccomandazioni.
Hai lavorato con tanti coreografi classici e moderni, chi sono stati i tuoi preferiti?
Ho sempre amato i coreografi sia classici sia moderni che oltre a insegnarmi la coreografia sono riusciti anche a far vivere il personaggio nell’interpretazione e nell’espressività.
Chi è stata la tua partner ideale in scena?
Adoro ballare i pas de deux per cui ce ne sono tante di partner ideali. Fare tutti i nomi sarebbe troppo però ricordo in particolare Luciana Savignano: danzare con lei è stata un’indimenticabile emozione.
Hai un desiderio o un sogno legato alla danza che vorresti realizzare?
Un mio grande desiderio è poter dirigere una Compagnia di danza.
A quali ballerini/e e coreografi del panorama attuale internazionale riconosci l’eccellenza?
A mio parere l’eccellenza l’avevano i ballerini e coreografi di vent’anni fa, come Sylvie Guilleme, Mikhail Baryshnikov, Jiri Kilyan, Forsythe ecc. Attualmente, purtroppo, pretendono troppe cose fisiche e il lato personale e artistico scende in secondo piano, anche se ovviamente ci sono danzatori meravigliosi tutt’oggi!
Cosa ti ha donato, a livello umano, dedicare la tua vita e il tuo lavoro alla danza?
Mi ha donato il saper lavorare e il non arrendersi mai. La conoscenza del proprio corpo e della mente e il saper superare paure e limiti. La danza mi ha fatto anche conoscere tanta felicità.
A chi dedichi il tuo successo e la tua carriera?
A tutti quelli che hanno fanno parte della mia carriera e del mio percorso formativo e professionale.
L’ultima volta che ci siamo sentiti era in partenza per l’Opera di Halle in Lipsia. Mi racconti come si è svolta quest’esperienza e quali sono stati gli spettacoli danzati in questo periodo in Sassonia?
Sì sono partito per l’Opera di Halle e sto ancora lavorando con loro. In questo momento stiamo preparando il balletto “Anna Karenina” di Jochen Ulrich dove interpreto il ruolo dell’accompagnatore (la morte), un ruolo particolarmente interessante e difficile perché dirige tutto lo spettacolo. Poi come in tutti gli enti lirici ci sarà il Lago dei cigni, Schiaccianoci, Casanova, Messias, La bisbetica domata, Serate di Gala ecc.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ballerò ancora per qualche annetto, poi sarò spontaneo :-)
In finale ti chiedo una definizione sul concetto di Danza?
Liberatoria, educativa, spirituale.