Al decimo anno da direttore musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Sir Antonio Pappano si misura per la prima volta con l’integrale delle Sinfonie di Beethoven: ad aprire trionfalmente la nuova stagione sinfonica 2015/2016 è la celeberrima Nona e Water, bread and salt, nuova composizione di Luca Francesconi commissionata dall’Accademia ed eseguita in prima assoluta.
“Questa inaugurazione è un grido per dire che abbiamo bisogno di creatività – aveva spiegato Pappano presentando il concerto – Beethoven è il compositore che più di tutti, dopo avere creato una frase, una cellula tematica, la sviluppa, la analizza in tutte le sue parti con perseveranza. Le sue sinfonie presentano un movimento cui se ne contrappone un altro in continua battaglia per accendere la speranza: sono come la vita”.
Un gioco di specchi fra classico e contemporaneo guida il progetto Beethoven e i contemporanei (suoi e nostri) che si presenta in una doppia accezione, contemplando le le nove Sinfonie del musicista tedesco accostate alla musica contemporanea italiana, con Francesconi, Sollima, e Nieder, e a musicisti a lui coevi come Cherubini e Spontini.
Fratellanza e uguaglianza restano poi il film rouge della serata attraverso la musica e le parole di Mandela e di Schiller, accomunati dalla ricchezza dell’Orchestra e delle voci.
Il pezzo di Francesconi, per coro, orchestra e soprano, vive di tensione e distensione, per aprirsi al coro: grande protagonista il soprano Pumeza Matshikiza che interpreta la componente ritmica e folk della lingua Xhosa, idioma del leader anti-apartheid con il canto lirico e popolare in inglese. Un pezzo in cui la connotazione ritmica si fonde con la connotazione lirica e si carica di tensione emotiva riflettendo la dolcezza della composizione e determinazione che traspare nella doppia anima di Mandela.
“Il cammino verso la libertà non è facile”. “Mai più oppressione di un uomo sull’altro”. “Pensa con la testa, non con il sangue”. “L’apartheid è la legge del fucile e del boia!”: sono solo alcune delle parole candide, ma di grande forza di Mandela, un uomo pragmatico e non un poeta che illuminano la composizione.
La seconda parte del concerto, con la Nona, la più celebre delle sinfonie di Beethoven, è stato un trionfo annunciato: Francesconi aveva parlato dell’intrinseca capacità di Pappano di restituire nuova energia a partiture arcinote depauperandole dei consueti clichè e il direttore musicale di Santa Cecilia sembra aver accelerato vorticosamente i movimenti quasi a renderli concitati, ma senza dimenticare il tocco analitico, lasciando spazio alla forza propulsiva e innovativa della musica correndo verso il grandioso finale (con Rachel Willis-Sørensen soprano, Adriana Di Paola contralto, Stuart Skelton tenore, Michael Volle basso e il grandioso Coro di Ciro Visco) galvanizzando il pubblico che applaude fragorosamente.
Prossimo appuntamento sabato 10 ottobre alle ore 18 (repliche lunedì 12 ore 20,30 e martedì 13 alle pre 19,30) con il secondo appuntamento del progetto Beethoven e i contemporanei con la Seconda e la Quinta di Beethoven e l’ouverture dall’Olympie di Gaspare Spontini.
La replica di lunedì 12 ottobre sarà anche il primo appuntamento con PappanoinWeb, l’iniziativa organizzata da Accademia Nazionale di Santa Cecilia e TIM che consente di seguire in streaming e on demand il concerto.