Martedì 27 ottobre Cecilia Bartoli torna alla Scala per concludere, insieme ai Barocchisti diretti da Diego Fasolis, il Festival delle Orchestre Internazionali riportando l’attenzione sulla musica italiana e in particolare sul nostro Settecento. Il Festival offre uno dei più rilevanti cartelloni sinfonici mai presentati nel nostro Paese: inaugurato il 2 maggio dai Berliner Philharmoniker, vede sfilare sul palcoscenico scaligero 13 compagini provenienti da otto Paesi europei e americani (Austria, Germania, Israele, Italia, Stati Uniti, Svizzera, Ungheria, Venezuela), alcune delle quali, come la Cleveland, alla Scala per la prima volta.
Diva anomala e anticonvenzionale, la Bartoli ha venduto 10 milioni tra CD e DVD senza rinunciare alla passione per la ricerca e per la valorizzazione di autori dimenticati o lasciati ai margini della programmazione. In anni in cui molti artisti e molti teatri hanno cercato di resistere alla crisi rifugiandosi in scelte sempre più ripetitive, la cantante romana ha reso di nuovo familiari al grande pubblico le arie di Salieri, Scarlatti, Steffani, Porpora e Caldara, riservando ai titoli del grande repertorio letture innovative basate sugli studi più recenti. È di questa estate il ritorno a Salisburgo della Norma di Bellini riportata alla tessitura originale. Dischi e concerti trascendono così l’aspetto meramente esecutivo per diventare occasioni di scoperta, e a volte di discussione, degli autori, cantanti, mecenati che hanno costruito l’immenso patrimonio del teatro musicale italiano tra Sette e Ottocento.
Il concerto scaligero parte da Vivaldi, storico cavallo di battaglia dell’artista, per esplorare le fortune dell’opera italiana nella città di Pietro il Grande: fu la Zarina Anna la prima a volere nella sua corte un compositore d’opera italiana, scegliendo il napoletano Francesco Araia. Il breve e infelice regno dello Zar Pietro III portò a San Pietroburgo Vincenzo Manfredini, che Caterina II sostituì con il veneziano Baldassarre Galuppi, seguito a sua volta da Giuseppe Sarti e Domenico Cimarosa. Musica spettacolare, certo, il cui virtuosismo era destinato a sbalordire le corti con un fasto musicale paragonabile a quello dispiegato dagli architetti italiani nei sontuosi palazzi imperiali: ma in cui non manca di affiorare un elegante patetismo, e, nei componimenti lenti, un autentico incanto.
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Milano, 8 ottobre 2015
EXPO 2015 – Festival delle Orchestre Internazionali
Martedì 27 ottobre 2015 ~ ore 21
Mezzosoprano
CECILIA BARTOLI
I BAROCCHISTI
Direttore al cembalo
DIEGO FASOLIS
Da Venezia a San Pietroburgo
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Antonio Vivaldi
da Farnace
Ouverture
da Ottone in Villa
Gelosia, tu già rendi l’alma mia (Aria di Caio)
da Orlando furioso
Sol da te, mio dolce amore (Aria di Ruggiero)
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Jean-Marc Goujon, flauto
da Griselda
Agitata da due venti (Aria di Costanza)
Concerto in sol magg. per archi RV 151 “Alla rustica”
da Farnace
Gelido in ogni vena (Aria di Farnace)
da Giustino
Sventurata navicella (Aria di Leocasta)
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Hermann Raupach
da Al’cesta
Marcia
Idu na smert (Vado alla morte. Aria di Al’cesta)
da Siroe, re di Persia
O placido il mare (Aria di Laodice)
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Baldassare Galuppi
da Iphigenia in Tauride
Ouverture
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Francesco Domenico Araia
da Seleuco
Pastor che a notte ombrosa (Aria di Demetrio)
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Pier Luigi Fabretti, oboe
Johann Adolf Hasse
da La Clemenza di Tito
Ouverture
da La clemenza di Tito
Arie di Sesto:
Se mai senti spirarti sul volto
Vò disperato a morte
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Francesco Domenico Araia
da Bellerofonte
Ouverture
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Nicola Porpora
da Adelaide
Nobil onda (Aria di Adelaide)
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Prezzi: da 121 a 9 euro
Infotel 02 72 00 37 44