Torna a grande richiesta nella Capitale uno dei musical più acclamati degli ultimi tempi. Uno stuolo di spettatori entuasiasti accalcano il teatro. Tra loro c’è chi lo spettacolo l’ha già visto, chi è stato spinto dal passaparola, chi dalla curiosità nel vedere il cartellone pubblicitario in ogni angolo di Roma. Quando il sipario si apre molti già sanno cosa vedranno e pregustano ogni singola scena anticipando le battute, altri si fanno trascinare dai ritmi travolgenti delle hit tra le più famose di sempre che compongono il musical. Priscilla, La Regina del Deserto è un fenomeno intramontabile dal 1994, quando uscì il film The Adventures of Priscilla, Queen of the Desert che vinse il Grand Prix Du Publique al Festival di Cannes e l’anno seguente il Premio Oscar per i Migliori Costumi. Il musical che ne è seguito ha debuttato nel 2006 a Sydney e successivamente ha calcato i palchi dei maggiori teatri di tutto il mondo, merito soprattutto degli allestimenti con costumi appariscenti e curatissime coreografie accompagnati da una colonna sonora rigorosamente anni Settanta (tra Abba e Ritchie Family). La travolgente avventura parte da Sidney: Bernadette, Mitzi, e Felicia (nomi d’arte di una transessuale e di due drag queen) sono tre amici che a bordo di un vecchio bus soprannominato Priscilla partono per un viaggio “on the road” che si rivelerà pieno di sorprese. Da Sidney ad Alicia Springs passando per il deserto, i tre a colpi di battute irriverenti avranno modo di confrontarsi e di conoscersi meglio. Attraverso le parole di venticinque successi internazionali, tra cui “I Will Survive”; “Finally”; “It’s Raining Men” e “Go West”, scopriamo le diverse personalità dei protagonisti, tre modi diversi nell’affrontare le difficoltà, pregiudizi, violenza e cattiveria. Non è facile andare controcorrente, combattere per le proprie idee, affermare la propria individualità e Priscilla la Regina del Deserto ci dimostra che l’amicizia e l’amore possono dare la forza di andare avanti. Il successo del musical si deve alla verve dei tre protagonisti di fama internazionale (Cristian Ruiz, Marco D’Alberti, Andrea Rossi), ad una coreografia esplosiva e agli oltre 500 magnifici costumi indossati dal cast, cantanti con voci superbe (è tutto rigorosamente dal vivo) e ballerini dai fisici mozzafiato. Mancano le ricche scenografie delle precedenti edizioni e il décolleté-simbolo di Priscilla è meno imponente del solito, ma restano i tessuti e i giochi di luci a riempire la scena. Forse non tutti i tempi comici sono perfettamente riusciti, ma alcuni sketch fanno ridere di gusto e verso la conclusione dello spettacolo, con la performance divertente di Giada D’Auria e l’esibizione finale del terzetto, c’è un crescendo che strappa applausi sonori e una standing ovation.