Una cucina attrezzata e funzionante sul fondo del palcoscenico e nove giovani che impastano, montano e tritano aprendo e chiudendo forno e frigorifero, e girando in platea tra il pubblico con distaccata nonchalance. Quando si spengono le luci, uno di loro legge una lettera in un italiano stentato.
È la Compagnia del Québec “Les 7 doigts de la main”, fondata nel 2002 da sette acrobati, legati fra loro emotivamente e professionalmente come le dita della mano, puntando a una nuova forma espressiva di circo contemporaneo, innovatore e multidisciplinare, da integrare con altri linguaggi artistici.
Oggi sono nove, provenienti da Stati Uniti, Canada, Argentina, Francia, Svezia, Finlandia e Russia, una miscellanea di colori, lingue e culture ma una sintonia millimetrica nell’intrecciarsi, saltarsi addosso, volare verso la pertica, aggrapparsi alla fune e tendere le braccia per raccogliere al volo la partner in caduta libera. Sono strepitosi, con la naturalezza di chi sembra intento a occuparsi d’altro, anzi a occuparsi delle torte e dei tempi di cottura.
La cucina diventa luogo di incontro e condivisione di esperienze, sapori, odori, confessioni autobiografiche, acrobazie, che titillano tutti i cinque sensi. Sembra di assistere a momenti di vita quotidiana di un gruppo di studenti che condividono un appartamento e preparano la cena dividendosi i compiti. Uno rivolge parole d’amore alla ragazza dei sogni, l’altro esegue acrobazie spericolate sulla pertica, altri due passano come siluri affusolati attraverso precarie cornici sospese, altri ancora montano le uova in bilico sui pensili. Si mischiano le loro storie e le abilità acrobatiche, come si mischiano gli ingredienti delle pietanze, che assaggiano insieme a qualcuno del pubblico.
Afferma, infatti, Sébastian Soldevila, creatore e regista dello spettacolo insieme a Shana Carroll, “Siamo partiti dal concetto di cucina come condivisione. Non poteva esserci il quarto muro. Abbiamo costruito una grande cucina, la gente all’inizio può salire sul palco. La sala è piena di odori, alla fine tutto ciò che cuciniamo lo condividiamo. C’è una vera comunione con il pubblico”.
Di grande impatto il racconto dell’argentino che non ha mai conosciuto il padre desaparecido, che spezza la tensione della narrazione scalando la pertica e pencolando a testa in giù fino a terra. Mentre tutti sono impegnati a fare qualcosa, la giovanissima contorsionista, come il folletto delle favole, snoda il corpo flessuoso disegnando aerei arabeschi. Per distrarsi dalle fatiche culinarie, i ragazzi saltano gli uni sugli altri in piedi, seduti, di spalle in una apparente casualità, abilmente calibrata. A un certo punto infornano la torta di banane, chiedendo al pubblico di fissare il timer dei cellulari a 36 minuti.
Cucina e circo, creatività e arte circense, fantasia e abilità, vita vissuta e giocoleria: ecco gli ingredienti di questo giovane circo contemporaneo che sperimenta e integra diverse forme di espressione artistica, in una spettacolare performance nell’ambito del Romaeuropa Festival 2015.
Il tempo trascorre velocemente, arriva il momento in cui si allineano sulla ribalta per ricevere l’applauso. Squillano tutti i cellulari e anche il timer del forno in cucina: sono passati i 36 minuti e la fragrante torta di banane effonde un afrore invitante per gli spettatori che si accalcano intorno al proscenio per soddisfare l’ultimo gusto ancora inappagato: il palato!
La performance, però, continua in sala e in rete, con #PostIt.